Semplificazione è la parola chiave della riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale, promossa dal Governo Renzi nel maggio 2014 e ora avvallata anche dalle Camere con la legge delega n. 106 del 6 giugno 2016.
La riforma prevede la stesura di un Codice unico per tutti gli enti del terzo settore, definiti dalla legge delega all’articolo 1 quegli «enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi». Tali enti avranno l’obbligo di iscriversi al Registro Nazionale del Terzo Settore, mentre verranno semplificate le procedure relative al riconoscimento della personalità giuridica. Le forme e le modalità organizzative, amministrative, di controllo, verifica e rendicontazione verranno definite dal Codice, così come le informazioni obbligatorie da inserire negli statuti e negli atti costitutivi e gli strumenti a tutela dei lavoratori e le modalità attraverso le quali essi potranno partecipare ai processi decisionali.
Non rientrano invece tra gli enti del terzo settore i partiti politici, i sindacati, le associazioni professionali e quelle di rappresentanza delle categorie economiche.
La riforma prevede poi una più pervasiva valorizzazione dell’esperienza dei volontari in ambito formativo e lavorativo e una maggiore promozione del volontariato in collaborazione con il sistema scolastico.
Dal punto di vista delle imprese sociali, la Legge delega introduce la possibilità di coproduzione di beni e servizi tra no-profit, amministrazioni pubbliche e investitori privati, al fine di implementare la gestione dei beni comuni e di migliorare il welfare attraverso un amplio coinvolgimento di dipendenti, utenti e soggetti interessati alle attività dell’impresa sociale.
Il Servizio civile verrà reso maggiormente universale attraverso due strumenti:
La Riforma prevede infine una più trasparente regolazione del cinque per mille e l’istituzione di una fondazione di diritto privato denominata Italia Sociale, volta a finanziare lo sviluppo di interventi innovativi degli enti del terzo settore caratterizzati dalla produzione di beni e servizi che abbiano un elevato impatto sociale e occupazionale.