LA RIVOLUZIONE DELLE CANTAUTRICI

Data: 01/02/22

Rivista: febbraio 2022

Di recente si sta assistendo a un boom del cantautorato al femminile. Non che prima le cantautrici non ci fossero, ma provate a chiedere a un passante in strada di dire il primo nome di cantautore che gli viene in mente. Vedrete che risponderà De Andrè o Guccini o De Gregori. Forse, se il passante fosse un ventenne potrebbero uscire nomi come Calcutta o Sferaebasta. Ma non sono cantautrici. 

Eppure, a partire dagli anni novanta qualcosa è cambiato. Molto timidamente. Carmen Consoli, Paola Turci, Dolcenera… questi e altri nomi hanno incominciato a “girare” nelle radio, nei festival e nelle grandi manifestazioni, assumendo posizioni di rilievo nella discografia e raggiungendo quasi la stessa visibilità e riconoscibilità dei colleghi maschi.  Così, la cantautrice ha cominciato a prendere forma, ad avere un viso, una riconoscibilità. 

Non è sicuramente un mistero che io appartenga a questa categoria, al mondo delle cantautrici. La mia carriera professionale è iniziata nel 2009 e, nell’arco di più di dieci anni ho assistito a importanti cambiamenti, tra cui l’incremento della presenza femminile nel mio settore. I primi anni mi sentivo un po’ una “mosca bianca”. Era raro incontrare colleghe, cantautrici e musiciste che vivevano totalmente della propria musica, suonando anche in strada. In Trentino, al di là del genere, era quasi impossibile trovare cantautori che avessero fatto una scelta così radicale. Ricordo bene lo scalpore destato da una mia intervista dove dicevo che avevo lasciato un lavoro normale come addetta stampa per campare di musica, suonando in strada e riuscendo così a pagarmi affitto e bollette a Bologna. Forse anche per il fatto di girare per tutto lo stivale e di vivere in una città musicalmente vivace come Bologna ho conosciuto, nel corso degli anni, moltissimi cantautori e cantautrici come me con cui ho potuto confrontarmi su terreni ed esperienze comuni ed ho smesso di sentirmi una mossa bianca. 

A volte, sono stata invitata a partecipare a festival musicali al femminile che negli ultimi anni sono diventati una realtà consolidata. Penso ad esempio al “Lilith Festival” di Genova, primo festival della musica d’autrice in Italia. Prima di essere un Festival, Lilith è un’associazione culturale fondata nel 2010 dalle cantautrici genovesi Sabrina Napoleone, Cristina Nico e Valentina Amandolese il cui obiettivo, come recita il sito è quello di «rivolgere un’attenzione particolare alle donne e ragazze che negli ultimi anni stanno rinnovando la tradizione della canzone d’autore organizzando eventi e iniziative che danno spazio ai nuovi talenti della musica d’autrice di tutt’Italia». Di recente Lilith è diventata anche etichetta discografica e tra le ultime uscite si trova “Esistere” il primo disco di Serena Diodati. 

Sempre rimanendo in tema di etichette al femminile, la cantautrice riminese Chiara Raggi ha da poco fondato il brand nonché label tutta al femminile “Musica di Seta” con l’obiettivo di «creare un luogo in cui le cantautrici possano trovare un modo di lavorare rispettoso della musica e della persona. Una casa in cui crescere e costruire il proprio futuro». Le iniziative che vedono musiciste indipendenti protagoniste sono molte e sembra che questo periodo di pandemia con la grande crisi che ha portato abbia anche rafforzato il legame e la solidarietà tra chi è «nella stessa barca». 

Altra uscita tutta al femminile del 2021 è stata la compilation “Cambiamo Musica”, un album contenente le canzoni di tante cantautrici bresciane come Claudia is On the Sofa, Sea Faint e Laura Lalla Domeneghini, il cui ricavato è stato destinato a sostenere la Casa di accoglienza per donne vittime di violenza “Felicia Bartolotta”. 

Oltre alle compilation non sono mancati i libri sul tema donne e musica. Sto parlando di “Femita – Femmine Rock dello Stivale” della speaker radiofonica Laura Pescatori, che è partita da alcuni interrogativi come «C’è sessismo nella musica?» e «In che modo viene discriminata artisticamente la donna oggi?». Del resto, anche la scorsa estate con il parziale ritorno dei festival in presenza, era impossibile non notare la preponderanza di presenza maschile e talvolta la totale assenza di artiste. 

Ma i progetti che ruotano intorno a questo tema non terminano qui. Esiste, per esempio, il collettivo “Unica, Cantautrici Unite”. Ho chiesto a Elisa Bonomo, cantautrice fin da subito attiva nel movimento di parlarmene: «Unica è nata sull’onda della pandemia da un’idea della cantautrice Sara Romano per creare una rete di sostegno e supporto per le attività delle cantautrici. Ad oggi siamo in contatto con l’Istituto Mutualistico per la tutela degli artisti interpreti ed esecutori e il nostro obiettivo è quello di fungere da osservatorio permanente sulla situazione lavorativa delle musiciste e cantautrici con attività di mentoring e formazione, occasioni di collaborazione tra le artiste del settore». Arriviamo ora a parlare di “format” e rassegne a tema. Non potrei non menzionare “Because The Night La notte delle Cantautrici”, un bellissimo progetto di Marian Trapassi che è sia un “programma” in cui lei intervista delle cantautrici sul suo canale Instagram, sia una rassegna live al Garage Moulinski di Milano. «L’intento di Because the Night – scrive Marian, lei stessa cantautrice con diversi album alle spalle – è quello di porre l’attenzione sul cantautorato femminile, spesso poco presente nelle scene musicali ufficiali e che in realtà è molto ricco di protagoniste interessanti le quali, grazie anche al fatto di muoversi in circuiti indipendenti, mantengono spesso la libertà creativa che permette loro di avventurarsi su sentieri artistici originali e poco battuti».

Per finire, parliamo di un altro format radio dedicato alle cantautrici, che mi vede come ideatrice e conduttrice. Si tratta di “Ecce Cantautrice” e va in onda dal febbraio 2021 su Radio Tandem in FM a Bolzano. Perché un programma del “genere”? Perché penso che la cantautrice sia una figura relativamente recente nella musica italiana, oltre ad autrice e cantante, spesso è anche musicista, compositrice, producer, manager di se stessa e sarebbe veramente minimizzarla se considerassimo solo le sue doti canore.  Le doti canore sono importanti ma sono solo una punta dell’iceberg per chi scrive, suona, compone, arrangia e fa altre mille cose in una canzone. In “Ecce Cantautrice” metto sottosopra quell’iceberg e lo faccio con l’approfondimento, il mezzo migliore per conoscere veramente il mondo e noi stessi. Le cantautrici sono lo “specchio delle donne dei nostri giorni”, creative, indipendenti e intraprendenti. Non perdiamo l’occasione di conoscerle.

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