La storia di Tommaso e della sua grande voglia di vivere

Data: 01/06/10

Rivista: giugno 2010

“Bloccato in un letto, mentre il mondo fuori corre su un’auto o una moto. Una moto… amavo la velocità. Poi un giorno quell’incidente ha cambiato la mia vita e quella delle persone che mi circondano…”. Questo è il pensiero di molte persone bloccate in un letto o su una carrozzina, in molti si sentono fardelli e vorrebbero che l’incubo che stanno vivendo finisse, non consapevoli del valore della vita e di ciò che possono ancora dare. Per molti di questi la mente è ancora lucida, la voglia di donare qualcosa agli altri è ancora grande ma molte volte il ricordo di quel fatidico momento li abbatte; è immenso il dolore per una vita diversa causata da una leggerezza o una disattenzione stradale ma questo dolore può essere trasformato in amore per la vita nonostante un’esistenza segnata. Non tutti ci riescono. Questa è la storia di una persona che chiameremo Tommaso, una persona dinamica e sempre attiva su molti fronti: una domenica di novembre la sua vita è radicalmente cambiata. Non parlerò del suo incidente, molto simile a quello di molti altri, né dei suoi continui dolori ma di quello che questa persona sa trasmettere a chi lo circonda.

Il volto di Tommaso è segnato dalla sofferenza, il suo respiro è affannoso, il suo fisico, un tempo statuario, ora risente di anni di lotta contro la morte, sempre in agguato e pronta a colpire.

Un detto popolare afferma che “l’occhio è lo specchio dell’anima” e, osservandolo fisso nei suoi occhi scuri, ci si accorge che questi trasmettono vita anche se, in alcuni momenti, il dolore è così grande che è lecito pensare che a volte si domandi il motivo di così grandi sofferenze. Poi, però, si ricorda che il ruolo che ricopre all’interno delle mura di casa è quello sia di marito che di padre e il dolore viene cancellato da un amore che, al giorno d’oggi, in pochi sanno ancora cosa vuol dire: si è perso il concetto di sacralità della famiglia perché non si sa più essere padre o marito, madre o moglie e figlio o figlia.

Parlando con Tommaso ci si accorge che l’incidente ha spezzato la sua colonna vertebrale ma non la sua vita e la sua voglia di continuare a vivere la quotidianità nel modo più dignitoso possibile: con molta fatica si siede su una carrozzina e, nonostante fortissimi dolori, lo si può vedere cimentarsi in cucina, leggere in giardino o intavolare discussioni filosofiche, scientifiche, politiche e molto altro ancora. “Ti posso parlare di tutto, tranne che di calcio. Quello proprio non mi piace…”. A volte, mentre fissa pensieroso il soffitto della camera ascoltando musica, lo si può vedere muovere le dita sul lenzuolo come se avesse sotto mano il suo vecchio hammond. Altre volte invece, rendendosi conto che il suo tono di voce può essere forte, si scusa con moglie e figlie per le conferenze telefoniche all’una di notte con persone che sanno che da lui hanno solo consigli e che sanno che su di lui possono contare a qualsiasi ora del giorno e della notte. “Ho sempre dormito poco, lo sapete…” dice spesso per scusarsi con i suoi familiari.

Quante volte ci siamo lamentati per un mal di schiena o ci siamo sdraiati per un banale mal di testa abbandonando ciò che stavamo facendo? Questa persona, consapevole del ruolo che ricopre all’interno della famiglia e convivendo con il dolore, fa tutto ciò che è nelle sue possibilità per poter regalare un sorriso a chi è al suo fianco: con una immensa forza d’animo lotta ad ogni ora del giorno e della notte contro il suo dolore e trova la forza nell’amore verso la sua famiglia e chi lo circonda. La sua mano stanca impugna una stilografica e trascrive i suoi pensieri, la sua mente sempre desta partorisce idee e progetti, dal suo letto riesce sempre a sorprendere moglie e figlie con regali o riflessioni, il suo nobile cuore lo porta ad interessarsi alle situazioni degli altri senza che questi facciano in tempo ad aprire bocca per chiedere un aiuto: lui ha già preso in mano la situazione e ha già fatto più di quanto sia immaginabile. Tommaso è stato messo alla prova e l’ha superata anche se con qualche difficoltà perché è fatto di carne e ossa come tutti noi: i momenti di sconforto ci sono stati, il dolore per una vita cambiata così radicalmente si è fatto sentire, la sofferenza lo accompagna da anni.

Ciò che rende speciale Tommaso è il non volere lasciarsi andare, il voler continuare a vivere portando a compimento i suoi doveri di padre e marito, vacillante nel corpo ma forte nello spirito. Tommaso lotta per la sacralità della vita in prima persona e si batte affinché questa venga tutelata. L’amore per la vita è ciò che lo rende forte; la vita è un dono sacro che viene direttamente dall’alto e non sta all’uomo deciderne le sorti; molte volte, quando ci sentiamo abbattuti perché tutto sembra volgere al peggio, guardiamoci allo specchio e pensiamo a Tommaso, bloccato nel suo letto. Nello stesso momento pensiamo anche che, nonostante questo suo stato, Tommaso riesce a vivere e a trovare la forza di ridere nonostante fortissimi dolori.

Poi mettiamoci un paio di scarpe da ginnastica e andiamo a fare una passeggiata. Anche se abbiamo mal di testa.

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