Il libro ripercorre le fasi salienti della vita di “Casa serena” (ex “Opera serafica”) originariamente centro di accoglienza per orfanelli e giovani diseredati, diventata poi struttura assistenziale per soggetti portatori di deficit psichico.
Tutto ha inizio i primi anni del secolo scorso quando il padre cappuccino Agostino da Lauton conosce padre Cipriano in occasione di un pellegrinaggio in Baviera.
Cipriano aveva collaborato alla diffusione in Boemia delle “Liebeswerke”, (opere d’amore) case-istituto per l’accoglienza dei bambini poveri e dei trovatelli per i quali allora non esisteva nessuna norma specifica in grado di garantirne la sopravvivenza. Infatti all’epoca “ (…) la cultura dell’assistenza non era ancora diffusa e pochi erano gli orfanotrofi e gli ospizi per accogliere i bisognosi”. Pur tra i suoi palazzi dai marmi pregiati, non faceva eccezione Trento. Anche qui la miseria era generalizzata e i primi a farne le spese erano i bambini che venivano abbandonati sulla strada. Padre Agostino una volta tornato a Trento fa il possibile per importare il modello delle “opere d’amore” boeme. E ci riesce. Dopo pazienti intercessioni presso i suoi superiori dell’Ordine il frate cappuccino mette in piedi a Cognola “l’Istituto dell’Opera serafica”, deputato all’accoglienza degli orfanelli e dei giovani bisognosi d’aiuto. La fondazione ufficiale avviene nel 1912. Nel corso degli anni la struttura viene ampliata e riorganizzata in modo da fornire un’adeguata formazione ai suoi ragazzi (istituzione di scuole interne e di laboratori artigianali).
Negli anni ‘60 i frati cappuccini cedono il complesso dell’Opera serafica alla Provincia autonoma di Trento “da destinare a sede e futura costruzione di un ospedale ricovero per anormali psichici irrecuperabili” (dall’atto di compravendita del 2 settembre 1963). Fu scelto il nome di “Casa serena” perché questo era il clima che doveva caratterizzare la struttura.
Da allora si sono succedute tre diverse gestioni tra cui l’ultima, quella dell’ANFASS, prosegue dal 1983 con la direzione di Rino Eccher. La recente inaugurazione della nuova sede di Casa serena (di fronte alla vecchia)segna la chiusura di un periodo importante di storia della cultura e dell’assistenza in Trentino. Questo libro è rivolto soprattutto ai giovani operatori sociali e per tutti quelli che non vogliono dimenticare, in un mondo, come scrive Cavagnoli nella nota introduttiva, dove tutto scorre velocemente proiettato verso il domani.
“Opera serafica e casa Serena” una Liebeswerck, opera dell’amore, che continua, di Paolo Cavagnoli, pagine:171.