La strage continua

Data: 01/06/07

Rivista: giugno 2007

L’ennesima strage annunciata sulle nostre strade: nell’ultimo weekend sono morti tre giovani, uno in moto e due con la macchina.

Tre esistenze normali, caratterizzate dal lavoro e dalla voglia di vivere tipica dei vent’anni. Ogni volta che apprendo queste notizie provo le stesse emozioni di quando, quasi trent’anni fa, un incidente causato dalla velocità e, in parte, dall’ebbrezza derivante dall’alcol, mi ha drasticamente cambiato la vita per sempre, costringendomi alla carrozzina.

Con forza di volontà e determinazione sono riuscito a dare un senso al mio esistere… Resta comunque il fatto che il Signore non ci ha creati per stare in sedia a rotelle. Siamo liberi di scegliere, liberi di pensare e di agire in conseguenza alle nostre riflessioni. Quando ci sono. Non fraintendetemi, ma nella mia attività di sensibilizzazione nelle scuole che svolgo con Associazione Prodigio della quale sono presidente, riscontro una mancanza di presa di coscienza di quale valore reale abbia la vita.

Negli incontri coi ragazzi di medie e superiori, emerge una visione della vita troppo fatalista: per molti gli incidenti avvengono perché “devono succedere”. Così si sottovalutano i rischi reali, non dando importanza sufficiente al comportamento corretto da tenere sulla strada.

Smettiamola di raccontarci balle: guida pericolosa + abuso di alcol e/o sostanze + alta velocità + distrazione (anche minima) = aumento delle probabilità di morte.

Sta di fatto che finché non ci sarà un reale insegnamento da parte degli adulti e dalle istituzioni ai valori e al rispetto della vita (propria ed altrui), la direzione non cambierà: rimarremo davanti alla nostra comoda indifferenza ad aspettare notizie terribili di morti premature, al punto tale che saremo talmente assuefatti dalla morte da considerarla normale, anche in ragazzi di 20 anni. Come se non fosse “reale”, come se “a me non potrà mai succedere”. È vero, la morte fa parte della vita, si tratta del rischio di esserci, ma non dobbiamo correrci incontro!

Le statistiche parlano chiaro: solo in Italia migliaia di giovani muoiono sulla strada ogni anno ed un migliaio rimane paralizzato.

Affinché i giovani prendano coscienza di cosa significa vivere in carrozzina a seguito di un incidente stradale gli invito a trascorrere parte del loro tempo libero a contatto con persone che sono reduci da un incidente… sono sicuro che cambierebbero il loro modo di vedere le cose che sarebbero più prudenti.

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