Ognuno ha le sue dipendenze: c’è chi fuma, chi beve, chi è ossessionato dalla linea, chi dai muscoli, chi dal lavoro, dai soldi, dalla chirurgia estetica e così via. Ce ne è per tutti i gusti e le inclinazioni. Se vogliamo sviluppare un attaccamento morboso verso un aspetto del nostro corpo o della nostra vita in generale non c’è alcun problema! Ed ecco qui la nuova dipendenza sviluppatasi tra le nuove generazioni: la tanoressia. Non ci avevate ancora pensato vero? Ebbene si, anche il lettino abbronzante può diventare una malattia. Sarà che si tende a diagnosticare qualsiasi cosa? Forse. Ciò non toglie che ben un terzo dei giovani che ricorrono all’abbronzatura artificiale ne è colpito. Sono dati rivelati secondo una ricerca pubblicata su Archives of Dermatology che sottolinea come questo tipo di “bisogno irrefrenabile” sia paragonabile alla dipendenza da droga e alcol. Marcella Ribuffo, dirigente medico dermatologico dell’Istituto dermopatico dell’Immacolata di Roma, definisce la tanoressia come”una vera e propria compulsione ad esporsi esageratamente ai raggi solari. Il comportamento è pari a quello che l’anoressico ha nei confronti del cibo. Questo infatti non si vede mai abbastanza magro, e allo stesso modo il tanoressico ritiene di non essere mai sufficientemente abbronzato, suggestione che può portare il soggetto ad una forma di dipendenza dall’abbronzatura”.
Per quanto possa venir da sorridere a sentir parlare di questo tipo di ossessioni non bisogna mai sottovalutare i pericoli che accompagnano simili comportamenti. I soggetti che possono essere definiti tanoressici soffrono d’ansia e sono esposti ad un maggior rischio di sviluppare il cancro della pelle e il suo precoce invecchiamento. Che sia il caso di riproporre la moda della pelle più chiara possibile che piaceva tanto ai nostri predecessori aristocratici?