Lagazuoi, La montagna a portata di tutti

Data: 01/10/18

Rivista: ottobre 2018

Categoria:Accessibilità e mobilità,home page

Il Monte Lagazuoi, nel cuore delle Dolomiti Orientali, è da sempre considerato meta privilegiata per gli amanti della montagna. Dal 14 luglio di quest’anno, per celebrare il centesimo anniversario dalla fine della Grande Guerra (“1918 – 2018 / Le Dolomiti ricordano” iniziativa organizzata dagli Alpini di Cadore

Treviso e dal comando Truppe Alpine dell’Esercito), la cima del Monte è stata “sbarierata” e resa accessibile anche a persone con disabilità motoria.

Amo la montagna da sempre, quindi non me lo faccio ripetere due volte, ci devo provare! Zaino in spalla (anche se sarebbe meglio dire “in carrozza”) ed assieme alla mia famiglia ci mettiamo in viaggio, direzione “Area Lagazuoi 5 Torri Giau” (in Provincia di Belluno, a due passi da Cortina d’Ampezzo).  

Si parte da Passo Falzarego, quota 2100 m, dove troviamo la stazione di partenza della funivia che ci servirà per salire in quota. L’area è munita di ampio parcheggio, con un paio di posti riservati ai disabili proprio in corrispondenza della rampa che porta fino alla biglietteria. Alla stazione della funivia troviamo anche dei servizi con bagno accessibile, unico neo: i bagni, da quello che ho potuto constatare, vengono puliti e di conseguenza chiusi al pubblico abbastanza presto, più o meno verso le 15. In ogni caso, niente paura. In corrispondenza della funivia, dall’altra parte della strada, vi è un negozio di souvenir dotato anche di bagno accessibile che è possibile utilizzare pagando la cifra simbolica di 1€.

Ma torniamo a noi, raggiungiamo Passo Falzarego verso le 11 del mattino. Una volta acquistato il biglietto entriamo nella sala d’aspetto e dopo pochi minuti d’attesa saliamo in funivia. Entrare in cabina è semplice, inoltre, il personale in servizio è informato e più che disponibile a dare una mano nel caso in cui ce ne fosse bisogno.

La salita è spettacolare, si passa da 2100 a 2733 m in 3 minuti. Lungo il percorso, dalle vetrate dell’abitacolo è possibile scorgere la pareti di roccia del Lagazuoi avvicinarsi sempre più. Guardando in basso, ecco il “Sentiero del Fronte” che porta alla cima diventare sempre più piccolo, un serpente di terra battuta costeggiato dalle grotte e dalle trincee, testimoni dei conflitti della Grande Guerra.

L’area del Lagazuoi infatti è stata teatro di numerosi scontri tra l’esercito italiano e quello austro – ungarico durante la Prima Guerra Mondiale. Tutto ciò ha caratterizzato il paesaggio circostante a tal punto che il Lagazuoi ad oggi è da considerarsi un vero e proprio museo a cielo aperto. A tal proposito, è giusto ricordare che anche tutti gli spazi espositivi presenti in quota, all’interno dei quali è possibile trovare interessanti mostre ed esposizioni in memoria di quanto accaduto, sono ben attrezzati ed accessibili.

Una volta arrivati in cima, una serie di rampe in metallo sapientemente predisposte (e con una pendenza non eccessiva) si ricollegano ad un breve tratto di sentiero in ghiaia e terra battuta che porta direttamente al “Rifugio Lagazuoi”, quota 2752 m. Anche il rifugio è accessibile e dotato di montascale per raggiungere il bagno. La terrazza panoramica è senza dubbio il punto focale della struttura, ed offre una vista mozzafiato su quasi tutte le principali vette nei dintorni. Osservo il panorama estasiata, poi scegliamo un tavolo dove poter mangiare qualcosa per pranzo. Da dove sono io riesco a scorgere le Pale di San Martino, realizzo in quel momento che le sto ammirando seduta su di una sedia a rotelle, a più di 2700 m di quota. Mi sembra incredibile.

Dopo pranzo iniziamo ad esplorare lo spazio nei dintorni del rifugio, una delle mie sorelle raggiunge una piccola cima poche centinaia di metri più in là, la vedo scavalcare alcuni gradoni, è evidente che io da lì non posso passare. Non fa niente, percorro il sentiero fin dove mi è possibile e mi metto in parte ad ammirare il panorama. Una signora tedesca mi vede ed avvicinandosi mi dice: “Puoi passare anche tu se vuoi, c’è una passerella di fianco ai gradoni, da lì il sentiero proseguire fino alla croce!”.

La ringrazio felice ed un po’ incredula – posso salire ancora? Davvero? – mi domando mentre mi avvio verso la direzione indicatami dalla simpatica turista.

È tutto vero, mi basta procedere pochi metri per notare un’altra passerella in metallo, costruita a strapiombo su uno dei versanti del pendio, che permette di ricongiungersi al sentiero principale girando attorno ai gradoni che poco prima avevo osservato da lontano. Da lì la strada prosegue fino a raggiungere la croce di vetta del Piccolo Lagazuoi, a 2778 m di altitudine.

Non salgo così in alto da quasi 4 anni, sembra incredibile esserci arrivata con così tanta facilità. Sento dentro di me un immenso moto di gratitudine nei confronti dei volontari della sezione A.N.A. di Treviso, che in quasi 20 anni di lavoro hanno fatto sì che questo spettacolo della natura fosse davvero alla portata di tutti, raggiungibile anche con una semplice carrozzina manuale come la mia, in quasi totale autonomia. Dico “quasi” solo per via delle mie braccia poco allenate e delle mie ruote che, poverine, non sono esattamente il modello più indicato per intraprendere itinerari di questo genere. Nonostante tutto ciò, raggiungere la cima è stato più che fattibile. Non mi resta che dire…missione compiuta!

Per qualsiasi altra informazione è possibile visitare il sito Lagazuoi.it, all’interno del quale è stata predisposta un’intera sezione dedicata all’itinerario privo di barriere architettoniche.

 

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