Aria di soddisfazione venerdì 22 giugno alla conferenza stampa indetta presso la sala verde del palazzo della Provincia, presente un nutrito pubblico e numerose autorità cittadine come l’assessore provinciale ai trasporti Grisenti, il sindaco di Trento Pacher, l’assessore alle politiche sociali ed alla salute Magnani e Renata Poli dirigente del dipartimento attività sociali del Comune di Trento (nella foto). A fare gli onori di casa e da moderatore, Vanni Ceola presidente dell’Atesina.
Si inizia alle 11 con l’annuncio che dal 25 giugno 2001 (data da ricordare come anno zero dei trasporti pubblici trentini) le persone disabili in carrozzina potranno utilizzare l’autobus della linea 13 nelle 13 fermate finora attrezzate. Per ora è servita solo la città ma, ha assicurato il presidente Ceola nel suo discorso introduttivo, l’intenzione è quella di predisporre anche le fermate extraurbane. Per questo sono già stati acquistati e dovrebbero arrivare nei prossimi mesi, altri 30 autobus attrezzati (per ora sono 17) in modo da disporre di un parco macchine sufficiente a coprire gran parte dei percorsi.
Un grande traguardo di civiltà quello raggiunto lunedì 25 giugno: il progetto infatti sembrava fino a qualche anno fa semplicemente un miraggio. Oggi invece, proprio grazie alla collaborazione tra Provincia, società Atesina e associazioni e cooperative di disabili, si è passati dalle parole ai fatti, dai tavoli alle fermate.
Aria di soddisfazione generale in sala per il concretizzarsi di un progetto realizzato da quanti, associazioni, istituzioni, azienda e volontariato si erano seduti attorno al tavolo di lavoro promosso allo scopo.
Dopo Ceola tocca ai vari relatori che, all’unisono, esprimono un solo concetto: questo è un avvenimento storico, un grosso passo avanti cui però dovranno seguirne altri. Bisogna continuare per garantire la libertà di muoversi in sicurezza (con treni, autobus, pullman, taxi, ecc.) offrendo alla città di Trento, e non solo, un servizio qualitativamente efficiente e soprattutto accessibile a tutti.
La parola passa infine a Graziella Anesi, presidente della cooperativa Handicrea. Racconta come appena cinque anni fa le sue richieste ai vari interlocutori politici e all’Atesina per un trasporto pubblico urbano ed extraurbano accessibile anche ai disabili, venissero respinte al mittente con questa motivazione: non esistono autobus o pullman in grado di garantire un simile servizio in zone montuose come quelle del Trentino. Fortunatamente in questi ultimi anni vari fattori hanno cambiato le cose: mezzi pubblici migliorati, nuove tecnologie e una più acuta sensibilità verso queste problematiche. La loro miscela ha realizzato l’impossibile e Graziella ricorda come lei stessa usufruisca da qualche mese del servizio di trasporto extraurbano da Pinè a Trento.
Per tutta la conferenza stampa uno schermo televisivo ha mostrato a ripetizione un video che, nel descrivere le manovre da effettuare per un corretto posizionamento della carrozzina sulla vettura, esaltava la facilità per un disabile di salire e scendere dall’autobus. Magnifico ma è bene ricordare che questo video è stato girato a scopo promozionale e quindi le difficoltà di salita e di discesa erano minimizzate al punto da farle apparire nulle.
Nella realtà non è così semplice! Infatti già durante le prove effettuate nello scorso autunno dall’Atesina queste operazioni si erano dimostrate difficoltose causa un rabbocco talmente ripido tra la lama-scivolo e il piano dell’autobus da far rischiare il ribaltamento della carrozzina. Questo pericolo è ancora più concreto se si pensa ad una condizione reale di utilizzo. Ipotizziamo il caso di un passeggero volenteroso ma inesperto che voglia aiutare un disabile in carrozzina a scendere dall’autobus: il rabbocco potrebbe fargliela sfuggire di mano e rovesciare il disabile sul marciapiede…
In ogni caso diamo il benvenuto a questo “nuovo” mezzo di trasporto a disposizione dei disabili, auguriamoci che il servizio venga presto esteso a tutta la città e soprattutto che sia utilizzato: sarà la prova più incontrovertibile della sua indispensabilità. Buon lavoro all’Atesina.