Secondo i dati Istat del 2012, riportati dal Sole 24 Ore, solo il 16% delle persone affette da disabilità con un’età compresa tra i 15 e i 74 anni ha una collocazione lavorativa dati preoccupanti che se associati al fatto che molto spesso una famiglia con una persona non autosufficiente deve affrontare il problema della carenza di servizi con ricadute finanziarie inevitabili è indubbio che il quadro che ne risulta non è roseo.
La tematica del lavoro riveste, infatti, particolare interesse per le persone con disabilità non solo per questioni economiche ma anche perché si pone come la pre-condizione per una reale inclusione sociale.
La legge 68, del marzo 1999, impone l’assunzione di personale con disabilità prevedendo delle quote minime: il 7% del totale per le azienda con 50 o più dipendenti, due unità di lavoratori per quelle con un organico tra i 36 e i 50 e un lavoratore per le imprese con una “rosa” tra i 15 e i 35.
Purtroppo esiste la “scappatoia” e buona parte dei datori di lavoro ricorra all’esonero parziale, svincolandosi dall’obbligo di assunzione con il pagamento di una sanzione. Le ragioni sono evidentemente chiare secondo la maggior parte degli imprenditori è “più comodo pagare la cifra prevista che attivare l’iter per l’assunzione di disabili”.
È chiaro quindi che nonostante gli indubbi progressi realizzati dalla nostra società nella percezione e nella tutela dei soggetti disabili, la realtà di queste persone è ancora piena di ostacoli ed è evidente la necessità di promuovere una vera e propria cultura dell’integrazione delle disabilità per aspirare realmente a garantire le condizioni essenziali di uguaglianza per tutti i suoi cittadini ed in tutti gli ambiti socio – culturali.
Partendo da questi presupposti è importante far conoscere a tutti il lavoro delle associazioni di promozione sociale presenti sul territorio italiano e regionale.
Queste associazioni di promozione sociale operano nell’ambito della disabilità con l’obiettivo di stimolare la ricerca, fornire spazi di ascolto, sostegno e orientamento ai soggetti disabili, attivare corsi di formazione- istruzione- avviamento al lavoro.
Tali attività, così importanti per il disabile ma anche per la società, devono essere integrate da azioni di sensibilizzazione e formazione rivolte ai soggetti normodotati, i quali devono essere opportunamente istruiti al confronto e all’interazione con soggettività complesse come possono essere le persone diversamente abili.
Tutto questo assume particolare rilievo nei contesti lavorativi, nei quali s’innescano relazioni particolari che chiamano in causa anche e a volte soprattutto, conoscenze e competenze specifiche, spesso acquisibili solo attraverso training e corsi di formazione ad hoc.
Le cooperative sociali attuano quindi un lavoro molto importante e difficile quello di pianificare, attraverso modalità sempre in divenire e flessibili, un percorso d’inserimento e integrazione di un disabile in un ambiente lavorativo dedicando attenzione alle sue esigenze, dando ascolto alla sua “voce”, prevedendo momenti frequenti e costanti di confronto.
Per ogni disabile mettono in atto un percorso sempre “aperto” di concertazione tra più soggetti con diverse competenze, utili per affrontare tutte le problematiche che emergono; da quelle psicologiche e relazionali a quelle più pratiche come il rendimento nello svolgimento di un’attività.
La TV di stato, non molto tempo fa ha dato spazio ad una di queste associazioni la Cooperativa sociale il “Il Margine” nata a Torino nel 1979 che dal 1983 opera in ambito socio-sanitario, assistenziale, educativo e si occupa più in generale dei servizi rivolti alle persone. La cooperativa aderisce a diversi consorzi con cooperative, associazioni ed organismi di tutela e rappresentanza e lavora in stretta collaborazione con altre imprese sociali, organizzazioni di volontariato, associazioni ed istituzioni pubbliche e private con l’obiettivo, fra l’altro, di rinforzare le competenze professionali di persone portatrici di disagio sociale, prevalentemente psichico, partendo dal presupposto che l’integrazione attraverso il lavoro è una forma di riabilitazione. All’interno della cooperativa, infatti, dal 2002 c’è un’area dedicata ai laboratori chiamata Arealab con due differenti laboratori di artigianato: quello di serigrafia e quello d’informatica.
In ambito territoriale una delle Cooperative sociali più attive è sicuramente l’Associazione Progetto 92 costituita nel 1992 ha iniziato la sua attività nel 1993 e tra l’altro gestisce anche 7 gruppi appartamento, alcuni centri diurni ed è attiva nel settore degli interventi di aiuto domiciliare. Nel 1994 ha fondato, a Maso Pez, il servizio legato alla formazione, ai prerequisiti lavorativi, in particolare all’utilizzo del lavoro agricolo come strumento educativo per favorire l’integrazione nel mondo lavorativo di soggetti con disabilità.
Il quadro nazionale e regionale è per fortuna, anche grazie ad una folta rete di volontariato, in fase di sviluppo e conforta l’interesse dimostrato dal governo Letta nell’impegno a cercare di sostenere le associazione. Tutto il settore spera che la nuova Giunta, anche in forza della sua autonomia speciale, dia il meritato aiuto e sostengo alle cooperative e associazioni sociali del territorio.
È chiaro che un ringraziamento speciale deve andare, oltre a tutti quelli che operano con impegno e amore all’interno delle associazioni, a quelle imprese e a quegli enti che, senza i vincoli della legge 68, hanno assunto o assumeranno lavoratori con disabilità smantellando così le barriere, fisiche e culturali che da sempre frenano l’integrazione sociale della diversità.