Le azzurre e quella disabilità che non ferma: “Tre come loro”

Data: 01/12/18

Rivista: dicembre 2018

Categoria:Sport e salute

Trento è stata la città che ha accolto il primo “Festival dello Sport”, dove atleti nazionali e stranieri, sono venuti per raccontarsi e raccontare quel mondo attraverso le loro esperienze, durante i numerosi appuntamenti che ci sono stati dall’11 al 14 ottobre.

Sabato 13 ottobre, c’è stato l’evento “Tre come loro: il grande sport femminile paralimpico” , dove come come ospiti ci sono state tre grandissimi esempi di sport paralimpico: Francesca Porcellato, Martina Caironi e Bebe Vio.

Francesca Porcellato, paraplegica dopo che un camion la investì a diciotto mesi con l’unica atleta che si è dedicata a più discipline, da quelle estive fino a quelle invernali, diventando brava in tutte e portandosi a casa ottimi risultati : 13 medaglie la raccontano lunga! Durante il suo intervento all’evento, ha raccontato come iniziò a dedicarsi allo sport paralimpico, dai giochi Paralimpici di Seul fino ai Giochi di Rio 2016 , la visibilità dei Giochi sia cambiata, nel senso che oggi c’è più interesse e quindi la gente dà più supporto alle discipline Paralimpiche. Inoltre raccontò l’episodio di quando a sedici anni si avvicinò al mondo dell’atletica, sempre con l’obiettivo di andare più veloce con la sua compagna di vita, ovvero la sedia a rotelle. Se oggi è arrivata ad essere un’atleta multidisciplinare è stato grazie alla sua determinazione e abbattendo le paure di fronte alle cose nuove, che di solito non è una cosa che risulta facile.

Martina Caironi, dopo un incidente causato da un pirata della strada nel 2007, è la prima donna con una gamba amputata sopra il ginocchio ad aver corso 100 metri sotto i 15 secondi (14”61 record mondiale a Doha 2015 ), diventando da promessa dell’atletica a stella mondiale. Raccontava le difficoltà alle prime armi con la protesi e come lo sport è stato ciò che l’ha fatta andare avanti e le ha dato la forza per essere migliore. Di recente sta provando a fare sport invernali, nello specifico nello snowboard.

Bebe Vio, la stella della scherma, è l’unica a riuscire in questa disciplina senza un braccio armato. Al riguardo lei ha raccontato quando decise di fare scherma anziché equitazione, a dispiacere della mamma e contrariando  chi pensava che la disciplina non fosse la sua, dato che nella scherma si utilizza il polso per muoversi e le prima dita della mano (pollice, indice e medio) per impugnare il fioretto.La sua costanza l’ha portata alla vittoria, insieme alle sue compagne di gara a Rio 2016.

Queste tre campionesse sono un modello da seguire, una fonte d’ispirazione per molte persone disabili e non. Un chiaro esempio che la disabilità non è una barriera alle proprie passioni.

 

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