Le ragioni per manifestare a Vicenza

Data: 01/04/07

Rivista: aprile 2007

Mentre stiamo aspettando di partire per Vicenza, su un treno che da Trento arriverà fino alla stazione dove è previsto il concentramento, noi di Prodigio intervistiamo Andrea Tomasi, un giovane militante nel PRC di Pergine, del quale è tesserato da tre anni.

Che cosa pensi dell’ampliamento della base U.S.A. di Vicenza?

In Italia e nel mondo ne abbiamo abbastanza. Bisogna ritornare indietro, a questi famosi accordi NATO… Insomma, la base va assolutamente contro al mio pensiero. Le basi militari forniscono un servizio di morte, quello che si sta facendo non è giusto e, soprattutto, non serve per stare bene e meglio insieme.

Come vedi la manifestazione di domani?

La vedo bene, perché i gruppi si sono uniti molto e non ci saranno solo gruppi di sinistra: nella bandiera della pace si riconoscono molte realtà.

L’Italia è schiava degli U.S.A.?

Non è del tutto corretto: è più vero dire, piuttosto, che abbiamo un’enorme dipendenza commerciale dagli Stati Uniti.

Ma questa base, alla fine, sarà più una perdita o più un guadagno per l’Italia?

Indubbiamente un tornaconto economico c’è, ed é proprio questo il punto: si dovrebbe riconvertire il sistema economico… Voglio dire: se continui a commerciare con il tuo occupante, come fai a ribellarti a lui? Vicenza, poi, al momento non è adatta per supportare un’altra base. E, comunque, non porterà tutto questo denaro nelle tasche dei vicentini… Poi non so, ma non mi pare che gli spazi verdi, l’ossigeno,la natura e via dicendo si possano ricomprare con i guadagni di una base militare!

Questo governo è di sinistra?

Per come intendo io sinistra, no. Purtroppo dobbiamo scegliere il meno peggio.

I giovani che hai sentito pronunciarsi in merito a Vicenza, cosa pensano?

Molti ragazzi non si informano e quelli che un po’ approfondiscono sono tendenzialmente contrari. A parte qualche piccolo gruppetto, si dichiarano pacifisti. Ma la disinformazione non accompagna solamente i giovani.

Il governo Prodi è uguale al governo Berlusconi?

Questo è un pensiero comodo. È una giustificazione, come lo è dire “tanto non cambia niente”… Chi dice così ha paura di informarsi!

Paura o pigrizia?

Forse è anche pigrizia. Questi sono argomenti che richiedono riflessione: e la riflessione stanca.

In preparazione a domani avete organizzato incontri informativi?

Si, insieme al CSA Bruno.

Abbiamo ascoltato le opinioni di un giovane vicentino sulla sua città e su questo possibile ampliamento.
Ci saranno disordini?

Non lo so… te lo dico domani! I mass-media ci sguazzano su questo e, a me personalmente, danno fastidio questi allarmismi. Mi auguro tanta gente e tanta pace. Spero che un corteo pacifico sia in grado di far riflettere il nostro governo.

È possibile un ripensamento, un NO agli U.S.A.?

Non so se si possa fermare la costruzione della base: se Prodi continua così, no di certo.

Perché sei nel PRC?

Condivido molti ideali. Ho cominciato a frequentarlo e dopo un anno mi sono tesserato. Una delle grandi difficoltà è, appunto, l’informazione: io ho scelto questo tipo di informazione per poter cambiare le cose, e sono ancora convinto che sia l’unica strada possibile.

Utopia o realtà un futuro senza basi di guerra?

Io penso possa divenire una realtà… Ma si deve cambiare radicalmente direzione: ora le guerre si fanno per i soldi e per l’energia; bisogna quindi ridimensionare anche il nostro consumo… Si dovrebbero utilizzare forme di energia da produrre e consumare sul posto (pannelli solari,…).

Hai fatto il servizio militare?

Si.

Se tornassi indietro, lo rifaresti?

No. Ma a 19 anni non sapevo che cosa sarebbe successo in futuro, così l’ho fatto. Un anno buttato via.

Quali armi contro la guerra?

Usare meglio l’energia e produrla sul proprio territorio. Dovremmo distaccarci dall’uso del petrolio e far parlare chi sa che cosa è realmente una guerra: il ricordo è importante.

Quale impressione danno i mass-media della guerra?

L’immagine è distorta, ma non è questa la causa della poca sensibilità riscontrabile talvolta nei discorsi che parlano di una guerra quasi romanzata. Se sei a conoscenza di ciò che la guerra è, se hai ricevuto un’educazione di questo tipo e se hai voluto informarti da fonti attendibili (e ce ne sono), allora il problema non sussiste. I bambini vanno gradualmente avvicinati all’idea di che cosa la guerra rappresenti. A volte le nuove generazioni buttano via il concetto di memoria. La cosa giusta è prestare attenzione a questo aspetto dell’educazione.

E finalmente si parte. Treni che sembrano non arrivare mai, perplessità e preoccupazione per quello che nessuno si sta dicendo ma forse tutti stanno pensando: che succederà? Non possiamo far brindare ancora una volta tutti quelli che, in un modo o nell’altro, ci guardano sbavando e sperando in un nostro errore.

E fra tante domande e tormenti e chiacchierate e confronti, eccoci arrivati: Vicenza è particolare oggi, è tutta colorata, sorridente pacifica e determinata. La gente è già tantissima, ma si pensa debba arrivarne ancora molta… Sono solo le undici! Allora è proprio vero, saremo tanti… Mentre aspettiamo di partire, giriamo fra i vari gruppi e associazioni presenti, rivolgendo qualche domanda…

Perché sei qui oggi?

Marina, partecipante alla manifestazione e appartenente all’associazione Mani Tese: Perché sono pacifista. Il mio modo di concepire la vita non comprende la guerra.

Un militante Comunista internazionalista: Ritengo sia necessario opporsi alla costruzione della base U.S.A. e sono qui per promuovere un ragionamento sul significato di una base militare. Lotto per tutti i lavoratori e per la libertà di tutti i popoli.

Simone, partecipante al corteo e residente a Trento: Condivido l’ideale pacifista e sono per la nonviolenza.

Quali mezzi abbiamo contro la guerra?

Un rappresentante del gruppo di Sinistra critica: Si deve cercare di costruire la pace nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università. La manifestazione di oggi può riuscire nel ritiro delle truppe dall’Afghanistan e nella riduzione delle spese militari.

Un rappresentante dei COBAS di Ravenna: Il forte protagonismo popolare di massa è un grande mezzo. Il popolo vicentino ha dimostrato, con la sua partecipazione, la discutibilità delle scelte di governo.

Quello che abbiamo portato via da Vicenza è stato tanto: i sorrisi dei bambini ed i ventri rigonfi delle future mamme che con impegno e coraggio hanno marciato per tutta la durata del corteo.

I 22 pullman della Val di Susa sui quali i compagni del no-tav hanno portato la loro solidarietà al grido di “Val Susa, Vicenza nessuna differenza”.

Abbiamo portato via l’emozione del presidio permanente NO DAL-MOLIN, quando, dal palco, ha annunciato l’affluenza di 200.000 persone “oggi si fa la storia- ha detto una portavoce- se a Vicenza ci sono 200.000 persone in piazza per manifestare contro l’ampliamento della base U.S.A. allora oggi qui si fa la storia!”.

I bambini hanno partecipato ad un corteo pacifico per il loro futuro, un futuro senza basi di guerra, un futuro pulito e a misura di parola.

Da parte nostra, giovani del servizio civile qui a Prodigio, non può che arrivare un abbraccio a tutti quelli che credono ancora nei mezzi della nonviolenza.

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