Le risposte dei candidati alle provinciali

Autori:Redazione

Data: 01/10/03

Rivista: ottobre 2003

Di seguito le risposte integrali in rigoroso ordine cronologico con il quale ci sono pervenute. Le domande sono scritte nella prima pagina all’interno dell’editoriale.

Bruno Firmani

  1. Esiste già un inserimento dei disabili nel mondo del lavoro. Questo inserimento va favorito e rafforzato tenendo conto delle capacità sia fisiche che intellettuali individuali. Ci sono ciechi nei centralini ma con me, anni fa, si è laureato in matematica uno studente con lo stesso handicap.
  2. Oltre allo studente di cui sopra ha avuto un altro laureando paraplegico (incidente durante una gara di moto). Da giovane ho avuto un amico sordomuto (che lavorava come usciere in un ufficio statale). Ho avuto poi uno studente poco udente. Mia moglie ha due parenti disabili che vivono in una comunità. In generale posso dire che aiutare i disabili sia un dovere morale per una società civile. Certamente l’aiuto che si può fornire dipende dalla ricchezza che si trova in circolazione. In Italia, in generale, ed in Trentino, in particolare, sarebbe possibile aiutare maggiormente i disabili. Per quanto riguarda la loro mobilità debbo dire che è un imperativo sociale favorirla al massimo.
  3. In generale è una buona regola tentare di consentire alle persone anziane i rimanere nel loro ambiente, almeno fino a quanto è possibile. Credo che un anziano ormai incapace di intendere possa essere trasferito in centri specializzati. Però fino a quando è conservato un certo grado di autonomia sarebbe bene lasciare l’anziano nel suo ambiente. Il problema si diversifica poi fra i piccoli e piccolissimi centri ed i centri maggiori. Fra anziani singoli o in coppia. Penso che nei centri maggiori andrebbero costruiti edifici, in zone non isolate, con mini appartamenti da destinare ad anziani singoli o meno. In questo modo sarebbe possibile consentire una vita quasi normale, sarebbe più semplice offrire un aiuto in caso di necessità e gli anziani potrebbero fruire di un po’ di vita sociale.

Carlo Andreotti

  1. Disporre di una strumentazione giuridica idonea a sostenere l’inserimento lavorativo dei diversamente abili è un dato di civiltà su cui anche il Trentino deve saper scommettere. Quindi le norme che già ci sono non solo devono essere utilizzate opportunamente, prevedendo anche un’adeguata copertura finanziaria, ma dovranno essere sempre più migliorate e avvicinate ai reali bisogni dei portatori di handicap. Solo nel rispetto di questo approccio dinamico, e quindi sempre migliorabile, il collocamento mirato può costituire un metodo in grado di favorire l’inserimento del soggetto portatore di handicap in un contesto adeguato alle sue capacità.
    In particolare un’analisi approfondita delle capacità individuali e professionali degli interessati attraverso un’apposita “cartella personale”, non potrà che semplificare l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro, contribuendo ad identificare il giusto percorso per ciascuno. Non bisogna infatti dimenticare che ogni persona rappresenta un caso a sé costituito da un insieme di elementi quali il contesto di provenienza, le sensibilità personali, le attitudini e non ultimo la natura dell’handicap. Proprio per questo motivo ritengo che nessuna situazione sia generalizzabile; sarà dunque prezioso il lavoro di una commissione di esperti che possa valiare i singoli casi al fine di individuare la soluzione più adeguata per ciascuno.
    Ritengo allo stesso tempo corretta la possibile fissazione di un’ulteriore riserva di posti rispetto a quella prevista dalla legge n. 68 del marzo 1999 in quanto l’esperienza insegna che i fabbisogni reali sono sempre superiori a ciò che è stato finora garantito dalle norme.
  2. Anche se non ho esperienze personali a questo riguardo, ho spesso avuto modo di avvicinare per svariati motivi, non ultimo quello delle cariche istituzionali che ho ricoperto, il mondo dei diversamente abili. Negli anni ho ricavato un quadro sufficientemente chiaro di ciò che è stato fatto e di ciò che ancora rimane da fare.
    Proprio per questo mi permetto di sostenere che lo sportello sull’handicap e l’osservatorio provinciale rappresentano degli strumenti sicuramente efficaci se gestiti nella giusta maniera. Purtroppo non è sufficiente essere dotati di servizi se questi non vengono svolti da persone capaci, dotate della formazione professionale adeguata e soprattutto delle sensibilità personali necessarie. Condizioni, queste, che non possono essere garantite solo dalla Provincia. Senza il confronto costruttivo tra i soggetti che operano nel campo dell’handicap non è infatti possibile assicurare un effettivo miglioramento dei servizi, promuovere attività di informazione e sensibilizzazione, fornire analisi, ricerche e rilevazioni sulla situazione dell’handicap e sulle problematiche dell’integrazione. Ciò richiede una forte integrazione tra pubblico e privato e una grande disponibilità alla collaborazione tra gli stessi enti.
    La mobilità dei disabili richiede un sempre maggiore impegno in ambito pubblico e privato sia con riferimento alla qualificazione dei trasporti sia per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Per quel che riguarda le mie responsabilità istituzionali voglio ricordare che in questi mesi sono in corso i lavori di ristrutturazione dell’aula del Consiglio regionale a Trento e che mi sono personalmente interessato per la completa eliminazione delle barriere architettoniche. Ciò renderà possibile la totale agibilità da parte dei portatori di handicap che volessero raggiungere le tribune del pubblico per assistere alle sedute di Consiglio, per chi avesse la necessità di conferire con gli Assessori o per evuentuali Consiglieri portatori di handicap. Credo che tanti piccoli passi come questo possano nel loro insieme contribuire a semplificare gli spostamenti dei disabili.
  3. Per quanto concerne i soggetti disagiati, con particolare riferimento agli anziani che vivono in zone periferiche sono da sempre un convinto sostenitore del potenziamento dei servizi sul territorio. È sicuramente indispensabile ampliare questi servizi in modo da rispondere anche alle esigenze degli utenti più distanti. L’anziano vive soprattutto di affetti e di ricordi ed è quindi molto legato, anche sentimentalmente, ai luoghi e all’ambiente della propria vita. “Partire è un po’ morire” dice un proverbio. Allontanare un anziano dai suoi luoghi più cari significa farlo “un po’ morire”. Occorre dunque potenziare la rete dei servizi sul territorio per garantire una qualità di vita elevata e dignitosa a tutti gli anziani.

Lorenzo Dellai

  1. Com’è noto già la legge 68 del 1999 prevede la costruzione di un collocamento mirato, che consenta cioè un’integrazione reale del disabile nel mondo del lavoro. L’aspetto innovativo è dato dalla necessità di una valutazione adeguata delle capacità delle persone diversamente abili. Nella Commissione Sanitaria incaricata di accertare la disabilità, composta da un medico specialista in medicina legale, che la presiede, da un esperto nella patologia da esaminare e dall’assistente sociale del distretto di residenza del disabile, è stata inserita dal 2000 una nuova figura, quella dell’esperto dell’inserimento lavorativo, nominato dall’Agenzia del Lavoro.
    L’introduzione di questa figura all’interno della Commissione sanitaria integrata, rappresenta una peculiarità della realtà trentina, che ha voluto coniugare gli aspetti medico/clinici con quelli socio/sanitari e lavorativi, dando vita ad una Commissione realmente interdisciplinare. All’Agenzia del lavoro spetta il compito di attivarsi per chiedere alle altre strutture coinvolte nel procedimento (Servizio Sociale, Servizio Addestramento e formazione professionale, Sovrintendenza Scolastica), le informazioni sulla persona da trasmettere alla Commissione sanitaria integrata. Già qui si può vedere come sia complesso in Trentino il lavoro che porta all’inserimento lavorativo della persona diversamente abile; complesso però non significa burocratizzato o farraginoso, perché con la cooperazione di tutti i soggetti coinvolti si può offrire al disabile un servizio via via sempre migliore.
    Ma anche altre figure sono previste per aiutare la persona che, una volta certificata la disabilità, decide di iscriversi alle liste previste dalla legge, presentandosi presso il Centro per l’impiego del Comprensorio di residenza (Trento, Rovereto, Cavalese, Borgo Valsugana, Pergine Valsugana, Cles, Tione, Riva del Garda, Mezzolombardo, Fiera di Primiero, Malè, Pozza di Fassa), figure come l’Operatore di accoglienza, che costituisce un primo filtro tra una valutazione medico/sanitaria e la conoscenza delle normative previste per il collocamento mirato, e poi l’Operatore di riferimento, il garante della continuità del percorso di avviamento lavorativo, in grado di gestire la delicata area della mediazione con il datore di lavoro. Riguardo all’intervento previsto dall’articolo 21 dell’ultimo decreto provinciale sull’handicap approvato a settembre, si inquadra all’interno del protocollo aggiuntivo al Contratto collettivo provinciale di lavoro per l’Area non dirigenziale, concordato tra le parti, che prevede la possibilità di riserva di posti non superiore al 10 per cento in favore dei portatori di handicap già impiegati presso gli Enti locali in esecuzione di progetti di formazione e avviamento lavorativo attivati tramite il Documento degli Interventi di Politica del Lavoro 2002 – 2004.
  2. Riguardo alle mie esperienze personali con il mondo dell’handicap, posso dire che sono diverse, ma questo ormai è un dato che rientra nella norma, perché in passato le persone diversamente abili venivano di solito nascoste – vuoi per proteggerle, vuoi per pudore o ignoranza – o magari chiuse in strutture specializzate, mentre oggi la loro integrazione nella società è un dato di fatto, per quanto sempre migliorabile. Quindi il dato che mi sembra importante sottolineare è proprio questo: nel lavoro, nei luoghi dove si trascorre il tempo libero, insomma, nella vita quotidiana, la presenza dei disabili è una realtà, e una realtà importante.
    Si tratta di una grande conquista, perché fa sì che il portatore di handicap non sia più considerato solo come un utente dei servizi erogati dall’ente pubblico o dall’associazionismo, ma anche come una risorsa, esattamente come ogni altra persona. Riguardo allo Sportello sull’handicap e all’Osservatorio provinciale, previste dalla legge 8 licenziata proprio lo scorso 10 settembre, ritengo che siano entrambe utilissime: l’Osservatorio per monitorare la presenza dei disabili sul nostro territorio, e quindi per accrescere la nostra conoscenza e rendere più efficace il lavoro di pianificazione degli interventi, in un’ottica ovviamente interistituzionale, lo Sportello per offrire invece all’utenza tutte le informazioni di cui ha bisogno. Tra l’altro, riguardo a quest’ultimo punto, va ricordato che la Provincia autonoma ha già attivato in via sperimentale un punto-handicap presso la cooperativa Handy Crea, in via San Martino a Trento. Vedremo fra un anno quale sarà stato il risultato e quali eventualmente le nuove richieste da soddisfare.
    Riguardo alla mobilità, la Giunta sta varando un nuovo provvedimento messo a punto dall’Ufficio barriere architettoniche in cui si rivisitano le normative per il trasporto dei disabili, aumentando il ventaglio degli interventi possibili e dando all’utente la possibilità di scegliere autonomamente a chi rivolgersi. Sono state inoltre “sbarrierate” alcune linee dell’Atesina, e queste azioni continueranno anche nel prossimo futuro.
  3. A parte il ricovero nelle strutture specializzate, ove necessario, dobbiamo sforzarci di portare i servizi di cui le persone anziane hanno bisogno anche nei centri più sperduto, in particolare rafforzando l’assistenza domiciliare. Una possibilità relativamente nuova è quella che consente all’ente gestore, in questo caso al Comprensorio, di fare dei veri e propri contratti con una persona di fiducia dell’utente – un vicino di casa, ad esempio – che si renda disponibile almeno per alcuni servizi, come ad esempio la preparazione dei pasti. Ciò consente di offrire una risposta poco burocratica e anche relativamente poco costosa ad una miriade di esigenze reali. La legge 104 rende anche possibile la creazione di un progetto personalizzato per il singolo utente, che può scegliere a quale tipo di realtà rivolgersi, con il sostegno finanziario dell’ente pubblico. Infine rimane importante valorizzare le risorse presenti all’interno della famiglia, anche mediante l’assegno di cura.

Pagelle e commenti

Le risposte forse si commentano da sé, ma vorremmo almeno dirvi la nostra. In generale nessuno si è sbilanciato nemmeno un po’ indicando un impegno concreto da mantenere nella prossima legislazione. Solo frasi generiche, cose già sentite e riciclate da mille e mille discorsi: probabilmente, dato il periodo, non poteva che essere così…
Entrando nel merito delle risposte, di Firmani, oltre ad apprezzare la ‘tempestività’, relativa ovviamente, ci piace la nota informale, ce lo vediamo quasi davanti al suo PC a preparare le risposte. Per il resto troppo poco, nessun impegno definito. Voto 6 meno meno.

Che dire di Andreotti secondo classificato nella volata delle risposte? Buona la sua idea di ampliare la portata della legge 68. Per il resto un complimentuccio per le sue citazioni al punto 3. Da un ex-presidente di giunta ci aspettavamo francamente di più, qualche indicazione di programma più specifica. Voto 5 e mezzo.

Dellai, o più certamente il suo staff, ha sparso buone parole, si è rifatto al testo della legge, ha fatto un mix e ce l’ha inviato. In verità, il presidente uscente si era dichiarato disponibile anche ad un’intervista, ma per l’indisponibilità di fare la stessa cosa da parte degli altri candidati, questa è saltata, vittima della par “condicio”. Voto 5 e mezzo.
Nota bene!! Le nostre pagelle si basano solo sulle risposte che abbiamo ricevuto. Esse non vogliono assolutamente essere una presa di posizione politica, a favore di questo o di quello. Non siamo certo qui per giudicare l’operato di alcuno o per fare propaganda sottobanco.

Dei candidati che ci hanno cortesemente risposto, apprezziamo in ogni caso lo sforzo dimostrato: in fin dei conti un po’ di attenzione ce l’hanno dedicata! Non ci dilunghiamo invece sul trattamento riservatoci da Gasperotti (Su la testa), Taverna e ancor meno su quello di Catalano (Rifondazione!). Per loro la pagella riporta un bel “non classificato”. Grazie!

precedente

successivo