«Le sanzioni saranno ben aspre!»

Data: 01/02/02

Rivista: febbraio 2002

La lunga guerra contro le barriere architettoniche.
I politici promettono ma resta tutto, o quasi, come prima.

Giusto vent’anni fa Natale Marzari iniziava la sua attività di martellatore di gradini, scale e scalini imponendo il problema delle barriere architettoniche all’attenzione dell’opinione pubblica e ancora più a quella politica, sempre attentissima a non turbare la tranquillità del proprio elettorato. Ebbene, ancor oggi e nonostante il tempo passato, c’è bisogno di concedere proroghe per eliminare le mille barriere architettoniche ancora presenti sul territorio.

È una vicenda di lunga data questa che prende il via nel lontano ’71 quando il Parlamento con la legge n° 118 detta le linee guida in materia di invalidità civile. Tra i tanti articolati uno prevede l’eliminazione tassativa di ogni barriera architettonica da edifici pubblici o priva degli aperti al pubblico.

Gli ostacoli cominciano subito: ogni legge ha bisogno di un regolamento di attuazione che, in questa occasione, viene messo a punto con calma olimpica: sarà pronto soltanto nel ’78! Ciò nonostante nulla si muove in nessun angolo d’Italia e altrettanto sarebbe qui da noi se un certo Natale Marzari non decidesse di provvedere in proprio all’eliminazione delle barriere: dieci anni di martellate rabbiose in giro per Trento su marciapiedi, gradini all’ingresso di uffici, scale, ecc. Se il Comune di Trento un po’ alla volta comprende la portata “sociale” delle martellate e mette in cantiere interventi di sbarrieramento, altrettanto non si può dire per la Provincia: soltanto il 7 gennaio ’91 fa propria la n° 118 decretando che entro il 31 dicembre ’98 andrà rimosso ogni impedimento alla deambulazione.

“Meglio tardi che mai” e “Tutto bene quel che finisce bene”? Neanche per sogno! Alla data stabilita le inadempienze alla legge sono talmente tante da rendere inevitabile prorogarne la scadenza, subito concessa dalla Provincia quasi senza clamore: due anni netti, fino al 31 dicembre 2000. Non la passa così bene una seconda che prevede il bis: altri due anni, fino al 31 dicembre 2002! Anticipata nel corso dell’estate dalla Terza Commissione, questa volta appare palesemente la legittimazione di un’illegittimità.

Le associazioni di disabili come Anglat, Handicrea, Anmic, Tribunale del malato e comuni cittadini scendono in strada per manifestare la propria assoluta contrarietà. Francesco Piscioli, medico di Rovereto, organizza il “Vergogna Day” una marcia di protesta con tappe in vari centri della provincia, distribuzione di volantini e raccolta di firme contro la proroga da consegnare al Presidente del Consiglio Provinciale, Cristofolini.

Invia alla stampa una lettera aperta in cui si rivolge con dure parole ai membri della Terza Commissione, Giovanazzi, Dalmaso, Panizza, Chiodi, Boso, Cominotti e Fontana: «Nel vostro testo emendato e corretto [..] avete proposto un ulteriore rinvio dell’abolizione delle barriere architettoniche stabilendolo al 31 dicembre 2002. Se fosse approvato dalla giunta provinciale, per altri due anni la dignità umana verrebbe calpestata ed i diritti dei disabili disattesi. Chi riparerà a queste persone le sofferenze subite per la vostra insensibilità?»

A fine settembre il Rendez Vous con Cristofolini e la terza Commissione per la consegna delle 5.500 firme raccolte nei centri attraversati. Colmo dell’ironia: la consegna avviene nell’atrio del palazzo della Regione perché i piani superiori sono di difficile accesso ai consegnatari!

In questa ben poco agevole surrogato di sede istituzionale si aspre anche un piccolo dibattito tra Commissione e tecnici da una parte e “protestanti” dall’altra, durante la quale i primi confermano l’impossibilità di far rispettare i tempi, garantiscono il rapido censimento delle barriere architettoniche e danno le più ampie assicurazioni sulla loro rapida eliminazione. Il più diretto interessato, l’assessore Casagrande, si fa garante della promessa affermando che «le sanzioni per chi non rispetterà la messa a norma degli edifici entro la nuova scadenza saranno ben aspre: multa del 4 per mille sul valore catastale dell’immobile aumentata del 50% per ogni anno di mora».

Giovedì 5 ottobre 2000 il Consiglio provinciale ufficializza con lo sconto i tempi del definitivo ultimatum: entro il 31 dicembre 2001 (e non più 2002) andrà eliminata ogni barriera o perlomeno andrà presentata domanda per farlo anche senza allegare il progetto. Voto quasi all’unanimità: 23 si, 1 no e 2 astenuti.

Qualche timida protesta si assopisce in fretta di fronte a quel “le sanzioni saranno ben aspre” e poi questa non è forse l’ultima proroga? Non resta che attendere il 31 dicembre 2001 per il funerale delle ultime barriere!

Ma… c’è sempre un “ma” in queste storie: le 500 richieste depositate a tutto settembre 2001 su 17 mila potenziali parlano da sé e convincono la Provincia dell’inefficacia delle proroghe.

Così ecco la grande pensata: invece di 100 proroghe a tempo determinato meglio una sola ma senza data di scadenza! Ecco il senso della riforma nelle parole dell’assessore Muraro: «affidarsi per l’avvenire al principio del buon senso piuttosto che ad una estrema rigidità». Sbarrierare per legge è sostituito da una calda raccomandazione accompagnata dalla promessa di aumentare la percentuale di finanziamento sul costo totale.

Affermava il Cardinale Richelieu: “Fare una legge e non farla rispettare equivale ad autorizzare la cosa che si vuole proibire”. Che i più perspicaci tra i non in regola la conoscessero già? Se avete anche un sol dubbio, eccovi serviti: adesso niente temutissime (?!) sanzioni ben aspre, il contributo potrà aumentare oltre il 50% della spesa e potranno fare le cose con comodo…

Che dire a commento? Lasciamo ad ognuno il pensare il proprio ma, dati dell’ISTAT alla mano, l’età media della popolazione italiana si sta alzando (oggi 78 anni) e sempre un numero maggiore di persone andrà incontro a patologie invalidanti tipiche dell’età avanzata, osteoporosi, artriti reumatoidi, neuropatie oppure semplicemente soffrirà di difficoltà motorie legate al peso stesso degli anni. Eppure parlando di eliminazione delle barriere architettoniche si continua ancora ed esclusivamente a fare riferimento alle esigenze di menomati fisici (o sensoriali), nati o acquisiti nel tempo, giovani o adulti fingendo di ignorare che ognuno di noi invecchiando diventa un potenziale disabile.

La proroga dunque… non c’è che dire Terza Commissione… proprio una bella idea! A proposito… lo sapevate che un architetto di Verbania si è preso 20 milioni di multa, tre mesi di sospensione dall’albo degli architetti e la condanna a risarcire i danni morali per aver realizzato due sale cinematografiche senza ascensore e bagno per disabili? Se la legge è uguale per tutti…

Effetti della Legge Provinciale 14/2000

La legge sull’eliminazione delle barriere architettoniche in provincia di Trento entra in vigore nel gennaio 1991. Da quella data e fino al 30 settembre 2001 sono state presentate 550 domande di contributo cui ha corrisposto una spesa da parte della Provincia di 20 miliardi e 842 milioni. Negli ultimi tre mesi dell’anno sono state presentate 300 nuove domande, più della metà che negli undici anni precedenti. Risultato incoraggiante verrebbe da pensare se non fosse che, secondo una valutazione fatta dai tecnici provinciali, i privati che avrebbero dovuto far domanda non fossero ben 17.000!

Piccolo calcolo e voilà: in regola il 5% del totale…

Dati più confortanti per quanto riguarda i servizi di trasporto pubblico in appalto: le cooperative La Ruota (Trento, Rotaliana e Valle di Non e di Sole), La Strada (Pergine e comprensorio, Borgo e valle di Fiemme) e La Casa (Rovereto e comprensorio, Basso Sarca) danno servizio a circa 1300 utenti per un costo totale di 2 miliardi e mezzo.

Nel trasporto in concessione la Provincia ha finanziato all’Atesina l’acquisto di 33 autobus sbarrierati (dal 25 giugno scorso attiva la prima linea urbana, la 13 con 13 fermate adattate all’imbarco di carrozzine) e di sei pullman per il servizio extraurbano, uno sulla linea Trento – Pinè, un altro sulla Rovereto – Pomarolo.

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