Lettere al giornale, agosto 2004

Autori:Redazione

Data: 01/08/04

Rivista: agosto 2004

La mia mamma in conseguenza ad un ictus ha perso in parte l’uso del braccio sinistro e della gamba sinistra. possiamo incominciare a sperare in una completa guarigione? cosa dobbiamo fare? Ylenia.
E-mail: ylenia-gCHIOCCIOLAlibero.it

Cara Ylenia! Per ora nessuno è in grado di risponderti in modo preciso! Però… però… le notizie e le novità sono moltissime e ti invitiamo a questo proposito a leggere i due articoli sulle cellule staminali pubblicati in questo numero: davvero incoraggianti! Semmai ti invitiamo a non esagerare le speranze perché gli ostacoli da scavalcare sono molti… la redazione


Mi chiamo Gianfranco, ho letto che lungo il lago di Caldonazzo ci sono delle suggestive passeggiate, con delle comode passerelle che passano tra i canetti. Volevo chiedervi per cortesia se posso accompagnare un amico disabile (in carrozzina) a fare una di queste passeggiate, o se ci sono degli ostacoli che lo impediscono. Ci sono anche dei cartelli che indicano dove iniziano le passeggiate?
Fiducioso di una vostra risposta, porgo cordiali saluti. Gianfranco.

Se hai una buona manualità nello spingere la carrozzina, nessun problema, basta un po’ d’attenzione. La pista parte da Pergine, fiancheggia prima la montagna poi, attraversata la superstrada Trento – Bassano, costeggia il lago e termina a Levico per un totale superiore ai 10 chilometri.
Si alternano tratti su terra con altri su passerella di legno (2 metri circa di larghezza) collocata su pali conficcati nel lago. Se vuoi passare per il canneto, ti consiglio di parcheggiare la macchina presso il pub ‘Gulliver’ (bivio San Cristoforo – Calceranica): la passeggiata inizia poco oltre.
Personalmente, però, posso garantire soltanto per il tratto che ho percorso con la mia carrozzina elettrica (102 chili)tra i ristoranti ‘Al Faro’, inizio lago, e la ‘Cà Rossa’, due chilometri più avanti: qui non ci sono ostacoli di alcun genere! Ciao e buone vacanze. La redazione.


Oggi è il mio compleanno e mi sembra meno triste se comunico con voi.
Giusto un mese fa,di fronte all’ennesimo abbandono dell’ennesimo uomo già impegnato con un’altra, mi sono ritrovata senza accorgermi con le braccia tagliate tipo “La passione di Cristo”…Non so come, ma non posso più farne a meno.
Mi odio perché non riesco a farmi amare, ho passato la vita a “prostituirmi” per una carezza sincera, ho fatto sforzi sovrumani per essere perfetta. Non è servito a nulla.
Mi sono svegliata di colpo e mi sono accorta intorno a me ci sono solo cocci, montagne di cocci. Tutto distrutto. Mi guardo allo specchio e non mi riconosco nemmeno. La mia anima è ferita. I tagli danno un senso alla mia vita… Alessandrina


Voglio sapere perché il treno in San Giovanni in Persiceto non vuole mettere l’apparecchio per disabili. È l’unica stazione di treno che non ce l’ha, vicino a noi! C’è in Bologna, ho mandato molte lettere e a nessuna mi hanno risposto. Maricel. vasaribellesiCHIOCCIOLAyahoo.com.ar

Cara Maricel… niente di nuovo sotto il sole… la solita miscela di pigrizia, indifferenza e burocrazia! Quest’ultima è la più pericolosa perché è un elefante grande e grosso che barrisce e carica chi le dà fastidio: basta però un topolino per terrorizzarla! Ecco, tu potresti fare la parte del topolino: ti fai scattare una bella foto davanti al treno su cui non puoi salire dopo di che chiedi cortesemente al “Resto del Carlino” di pubblicarla con la tua storia. No avere scrupoli a fare nomi: loro non li hanno avuti a dimenticarsi di te! Se non bastasse, scrivici e ti daremo consigli più “efficaci” della serie “A mali estremi, estremi rimedi”. La redazione.


Cari signori Gabrielli,
sono una mamma in prima linea di un bambino di 9 anni con la condizione che viene descritta come autismo, ma che un giorno pensò riceverà una definizione biologica molto più precisa.
Io sono italiana di origine, mio figlio inglese, perciò mi scuso per il mio italiano arrugginito.
Ho letto e riletto gli articoli che avete scritto e non posso dirvi l’emozione che mi ha provocato leggere qualcosa che corrisponde così profondamente alla mia esperienza e la mia ammirazione per il modo profondamente intelligente con cui la descrivete.
Sono più di 5 anni che io e mio marito dedichiamo la nostra intera esistenza a leggere, fare, batterci, educare educare educare nostro figlio, e a sprecare il nostro tempo con persone che con grande faciloneria sciorinano luoghi comuni (facilitare la comunicazione, usare materiale visivo, insegnare la socializzazione) senza la benché minima idea di come farlo. Abbiamo conosciuto decine di persone che riscuotono salari semplicemente “going through the motions” come dicono in inglese, cioè facendo finta di saper fare qualcosa. L’atteggiamento base da tutti: accettare la situazione. Noi preferiamo batterci ogni giorno per dargli la possibilità di una vita indipendente, con il rischio di romperci il cuore se fallissimo, piuttosto che accettare l’handicap per sempre e vivere dall’inizio con il cuore relativamente in pace. Al momento abbiamo ancora speranze e continuiamo a lavorare sodo, ma da soli. Siamo in Italia da pochi mesi (prima vivevamo in Inghilterra, dove abbiamo fatto due anni di ABA-Lovaas e due anni in una scuola Montessori) e tutti ci consigliano di metterlo a scuola a settembre. Sarei molto grata se potessi mettermi direttamente in contatto con voi per telefono o per posta elettronica.
Tanti saluti, Rosa (madre di Oliver).
Rosa kuril10CHIOCCIOLAyahoo.com


Contatto con disabili nel Piemonte.
Abbiamo ricevuto dalla Francia questo appello di Letizia. Desidera perfezionare il suo italiano e, per riuscirci, cerca contatti con famiglie e ragazzi di preferenza piemontesi. Considerato, però, che ha scritto anche a pro.di.gio., le saranno di certo graditi anche contatti col resto d’Italia!

Sono una ragazza francese handicapata e vivo in Savoia a Albertville precisamente e studio le lingue straniere con l’italiano tra loro per diventare traduttrice nel futuro. Cerco di fare conoscenze con famiglie italiane in situazione di handicap vicino alla mia regione dunque nel Piemonte per migliorare il mio italiano e per conoscere la gestione della disabilità in Italia.
Non esita a contattarmi a questo indirizzo:
Laetitia Rebord,
La Bottière, 73200 Albertville, FRANCE
O e-mail: laetitia.rebord [@] wanadoo.fr
Grazie per il suo aiuto!
A presto, Laetitia Rebord

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