Riceviamo da… Marcello Valletta. Pubblicata il 12 aprile sull’Alto Adige ed inviata anche alla nostra redazione, ecco la lettera di Marcello Valletta, docente di lettere al Liceo delle Scienze Sociali “A. Rosmini” di Trento, scritta in occasione della ormai mitica comparsa in prima pagina dello stesso giornale di Pino.
Gentilissimo Direttore, non posso non comunicarLe il mio apprezzamento per l’intervista al Signor Pino Melchionna, comparsa sul Vostro quotidiano domenica 07/14/02. Sono un docente di lettere del liceo delle scienze sociali “A. Rosmini” di Trento. Da anni mi adopero affinché la scuola sia impegnata anche nel sociale. È fondamentale che l’istituzione scolastica faccia formazione anche in merito ai problemi della disabilità e dell’educazione stradale.
Proprio in questi giorni, persino le cronache regionali, richiamano all’attenzione di ciascuno di noi quanto la campagna per la sicurezza stradale sia fondamentale, per tentare di strappare all’incauto destino vite umane, che nel quotidiano si perdono sulle strade.
È da circa 10 anni che invito il signor Pino Melchionna dell’Associazione PRO.DI.GIO. nelle scuole dove opero affinché trasmetta agli studenti, ormai alla vigilia della “mitica patente”, la sua esperienza di disabile caduto anch’egli, come tanti altri giovani sulla strada. Posso affermare che forse una testimonianza di vita vale molto più di tantissime raccomandazioni teoriche. Con Pino in questi anni gli studenti hanno dialogato, hanno discusso della sua vita ed hanno cercato di comprendere il senso che lui stesso ha impresso alla sua esistenza dopo l’incidente stradale: 18 anni, una vita spezzata, una vita nuova da riprogettare e da inventare ex novo.
Mi piacerebbe che Pino entrasse nelle scuole non perché invitato a livello personale,da me o da altri colleghi, ma che ci fosse un progetto più organico sulla sensibilizzazione in materia di sicurezza stradale. Si potrebbero strappare forse, attraverso la sua testimonianza, nuove vittime della strada. Non parliamo poi delle ricadute sociali alle quali tali interventi conducono; si pensi ad esempio al tema della diversità, del handicap,delle barriere culturali prima ancora di quelle architettoniche. Mi auguro di cuore che qualcuno cooperi a tale iniziativa per il bene dei nostri ragazzi. La saluto cordialmente.
Prof. Marcello Valletta.
Riceviamo da… Lorenzo Valla.
Testo: Cara redazione, mi complimento per il vostro sito che trovo molto interessante e stimolante. Vorrei fare la conoscenza con il vostro presidente che stimo e ammiro.
Riceviamo da… Marco [andre-ausmarco[AT]trentino.net].
Testo: Per Pino Melchionna. Ti ricordi di me? Sono il tuo ex collega di lavoro. Innanzitutto volevo complimentarmi con te sia per il Vostro giornale, sia per la bellissima intervista pubblicata sull’Alto Adige di domenica 7 aprile. Mi piacerebbe rivederti perché avrei molte cose da raccontarti! […] Spero di ricevere presto tue notizie!!
Marco Andreaus.
Riceviamo da… Francesca (ivopasqu[AT]tin.it).
Bravissimo!! Ti ho visto stamattina alla scuola di borgo…. un bacione Francy.
Risposta: Ehi… un appello a tutti: non gasate con troppi complimenti il Pino: il suo IO ha già raggiunto le dimensioni di una mongolfiera di taglia “extra large”!
Riceviamo da… Rosanna (rotre2002[AT]libero.it).
Testo: Tutta la mia solidarietà al signor Tremante e di conseguenza grido NO all’obbligatorietà dei vaccini.
Riceviamo da… Francesca (butterflythin[AT]katamail.it) a commento dell’articolo sulla scomparsa di Andrea Nichelatti pubblicato sul numero di febbraio 2001.
Ti ho conosciuto con il sorriso sulla bocca avrò quell’immagine di te per tutta la vita. Ciao.
Riceviamo da… Orietta [dvol-tan[AT]libero.it] in relazione ad una lettera pubblicata sul numero di ottobre 2001.
Spettabile Redazione Prodigio, ho letto con molto interesse la lettera di Giovanni di Padova e mi piacerebbe mettermi in contatto con lui. Purtroppo, dopo un tentativo di inviargli una e-mail, mi da’ come risultato “Indirizzo sconosciuto” al Server. Potete aiutarmi? Vorrei inoltre raccogliere l’offerta fatta al suddetto signore, di collaborare con pro.di.gio., in quanto – beh si è capito no? – sono affetta dalla stessa patologia.
Nell’attesa che vogliate prendere in considerazione questo mio appello, porgo distinti saluti.
Orietta J.
Risposta: Purtroppo Orietta non possiamo esaudire la tua richiesta in quanto l’indirizzo e-mail è quello speditoci da Giovanni: se nel frattempo lo ha cambiato, a noi non l’ha fatto sapere. Ti resta un solo modo per rintracciarlo (ma non è garantito!): provare sul sito delle pagine bianche (www.pagine-bianche.it) inserendo il nome e la città…
Quanto alla tua offerta di collaborazione è accolta senza alcuna resistenza (anzi: che fortuna!). pro.di.gio. ha una redazione base formata da un caporedattore, da un pubblic relation man (!) e da un impaginatore esperto di informatica, tutti e tre disabili per tetraplegia traumatica. Attorno a questo gruppetto orbitano vari collaboratori che, a loro discrezione, via via inviano contributi. Se anche tu hai qualcosa da dire, un’esperienza, una storia, un suggerimento, una novità scientifica da comunicare riguardante il mondo del handicap e del disagio, invialo: lo spazio a tua disposizione non mancherà di certo.
Riceviamo da… Gianni Agamennone [agamennone[AT]rai.it] in relazione ad un articolo su una nuova cura per l’epilessia pubblicato sul numero di ottobre 2001.
In riferimento vostro articolo [www.prodigio.it/articoli.asp?idarticolo=132] gradirei sapere se in Italia è possibile interventi operatori per tale malattia e dove.
La richiesta mi È stata fatta dalla signora Sara Pozzi Via Verga 15 San Nicola La strada, 81020 Caserta.Grazie.
Risposta: Gentile signore, scusandoci per il ritardo di questa risposta ci dispiace scriverle che non abbiamo notizie di centri ospedalieri che effettuano questo tipo di interventi in Italia. Questo non vuol dire che non ce ne siano… purtroppo non li conosciamo.
Cordiali saluti ed auguri alla signora Sara.
Riceviamo da… Letizia Zanot.
Cara Associazione Prodigio vi scriviamo per chiedervi come possiamo fare a dimenticare il fumo ed a far smettere di fumare le nostre mamme. Dateci consigli.
Ciao da Letizia e Marina.
Risposta: Care ragazze, se ci fosse una risposta valida non ci sarebbero più da un pezzo mamme fumatrici (e neanche padri fumatori) in circolazione! Però qualche piccolo trucchetto per farle fumare meno c’è!
Ad esempio, esigete con cortesia e fermezza che non fumino in casa per rispetto dei vostri polmoni: ciò ridurrà di molto il tempo a loro disposizione per affumicare anche i propri!
Oppure, quando intuite che nella loro mente si sta facendo largo la voglia di farsi una fumata, interrompetele in quello che stanno facendo (e che le ha portate a pensare alla sigaretta) invitandole a darvi una mano a far qualcosaltro per voi (i compiti, sistemare la camera), raccontatele un fatto capitato a scuola… insomma… datevi da fare con la fantasia per allontanarle mentalmente dalla sigaretta. Buona fortuna ragazze (e fateci sapere)!
Riceviamo da… Orietta [dvoltan[AT]libero.it].
Carissimi Carlo, Pino e Ugo, piacere di fare la vostra conoscenza. Posso solo lontanamente immaginare lo shock che ciascuno di voi ha provato quando, dopo l’incidente, è stata pronunciata la sentenza che vi condannava alla sedia a rotelle. Io da un po’ di anni lotto contro una malattia invalidante, la Sclerosi Multipla. Mi muovo ancora in posizione eretta, ma ogni giorno va’ sempre peggio, e negli ultimi tempi ho fatto ricorso all’ausilio del bastone.
Unica differenza tra voi e me è che a poco a poco mi rendo conto che c’è un percorso già tracciato, e intanto ho il tempo di prepararmi e farmene una ragione. Come se fosse così semplice e scontato!!! Pur tuttavia c’è una parte di me che non si arrende. La scienza sta facendo grandi passi.
Negli ultimi tempi si sente parlare di operazioni e cure di organi che fino a qualche anno fa sembravano impossibili. Anche nel campo della SM ci sono grosse novità: è di qualche giorno fa l’articolo apparso sul “Mattino di Padova” che recitava: “Le staminali guariscono la Sclerosi Multipla – Dodici pazienti curati con successo. Ottimismo al convegno dell’Admo”. Notizie confortanti che lasciano un grosso spiraglio alla speranza. Ho un giro di amici, compagni di sventura, con i quali ci si tiene in contatto telematico: ci si aggiorna ma anche si trova il tempo e la voglia di fare quattro chiacchiere, di parlare di tutto quello che ci viene in mente, perché il bello della vita è trovare sempre e comunque uno scopo.
A questo proposito lancio un appello a quanti volessero scrivermi: mi farebbe piacere allargare il numero delle conoscenze, ma soprattutto, siccome con un amico stiamo organizzando una associazione ONLUS (denominata NO MSurrender, ovvero “Non arrendersi alla SM”), vorrei poter parlare di questa iniziativa a chi fosse interessato. Come dice una mia amica: Finché abbiamo un cervello che ragiona e un cuore per amare, noi tutti così detti invalidi valiamo molto di più di tante persone “sane” solo apparentemente, ma marce nell’intimo.
Quello che amareggia di più è scontrarsi con l’ignoranza dei sani e dei belli. Ma anche a questo poi ci si fa l’abitudine.
E la grande avventura della vita continua… Grazie per avermi ascoltata, un cordiale saluto a tutti.
Orietta.