Riceviamo spesso telefonate oppure siamo fermati per strada per un complimento, una precisazione su un articolo, per un’offerta di collaborazione ma di queste è poi difficile rendere conto per scritto a giorni di distanza quando in redazione si definiscono i contenuti del numero in stampa e si fanno scelte di priorità sul materiale da pubblicare.
Come si sa “scripta manent, verba volant” e così vanno persi suggerimenti, informazioni e punti di vista che certamente potrebbero attrarre l’occhio di qualcuno. In quest’occasione rimediamo perché abbiamo ricevuto posta via Internet ossia i verba, le parole, sono diventati scripta, scritti e di questi possiamo render conto con la massima chiarezza. Ricevere posta è segno di interesse del lettore per un giornale e la cosa riempie di soddisfazione qualsiasi redazione che si veda il tavolo o il computer ingolfati di messaggi: capita anche a noi!
Spazio dunque alla prima, una e-mail di Giovanni da Padova.
«Ho avuto modo di fare una visita specialistica a Firenze dal Dr. Massacesi all’inizio del 2001.Mi ha consigliato di utilizzare l’Azatioprina secondo un protocollo adeguato e controlli clinici preventivi.
Poiché abito a Padova quando ho avuto delle ricadute della malattia (due recenti episodi nel dicembre 1999 e novembre 2000 S.M. Relapsing-Remitting con diagnosi della malattia nel 1995, oggi ho 54 anni) sono stato trattato presso il centro specializzato per la SM di Padova (attraverso l’uso di Cortisone ad alto dosaggio -flebo- per 5 gg. ecc.).
Il quesito è il seguente: parlando con il medico che mi segue a Padova (Dr. Gallo responsabile della struttura medica menzionata) sono stato caldamente invitato a non prendere assolutamente in considerazione l’uso del farmaco consigliato dal Dr. L. Massacesi. Mi è stato indicato l’impiego del REBIF (interferone) come proposta terapeutica.
Quando un ammalato si scontra con ipotesi di cura difformi in un caso (il medico di Padova) considera l’Aziatropina un farmaco del tutto superato a Firenze il giudizio e diametralmente opposto; come deve comportarsi? agire secondo la sua coscienza, sperando nella buona sorte auspicando che un colpo di fortuna gli eviti danni maggiori negli anni confidando su aspetti statistici dell’evoluzione delle malattia con l’età? Oppure con sana filosofia “io speriamo che me la cavo”? Scusate delle argomentazioni, spero comprensibili. Sono interessato a ricevere il vostro parere e giudizio.
P.S. Mia sorella 57 anni è in sedia a rotelle sempre per l’effetto di una sclerosi multipla progressiva. Mio figlio 31 anni ha una forma di sclerosi multipla tipo R-R per la quale è in cura (dopo visita da L. Massacesi ) con l’impiego di REBIF. Senza nessuna ansia vogliate gradire i miei più cordiali saluti. Giovanni Cogoni
Gradirei un’eventuale risposta al mio indirizzo e-mail gcogoni[AT]iol.it»
Caro Giovanni, conosciamo bene questa malattia come una delle più insidiose e perfide. Noi però non siamo in grado di rispondere ai tuoi quesiti e saremo ben dei presuntuosi e degli incoscienti anche solo a lasciartelo credere. Pro.di.gio. tratta di disagio e del modo di affrontarlo perlopiù dal lato esistenziale, dei problemi incontrati da coloro che ne soffrono uno, ne parla anche in termini specialistici quando un esperto si offre di affidare un articolo alle sue pagine. Nel tuo caso entriamo proprio in un campo medico specialistico in cui servono conoscenze mediche e scientifiche precise anche solo per azzardare un’ipotesi. Noi possiamo solo consigliarti di informarti molto ma molto bene prima di prendere una decisione perché ne va della tua pelle. Sotto ti ripetiamo l’indirizzo del Centro Italiano contro la Sclerosi e quello Internet da cui potrai scaricare un libro contenente la descrizione e le ultime novità sulla sclerosi multipla. Pensiamo comunque di darti un po’di fiducia riferendoti una notizia ANSA dell’agosto scorso: «Una speranza per la sclerosi. È stato effettuato nella seconda metà di luglio all’università di Yale, negli stati Uniti, il primo trapianto di cellule costruttrici di mielina, la sostanza che inguaina e protegge i fasci nervosi, su di una paziente affetta da sclerosi multipla progressiva. La paziente non ha avuto complicazioni e sta bene.»
Prima di salutarti caro Giovanni, una proposta: che ne diresti di collaborare con pro.di.gio. come esperto di questa malattia? Non ricaverai mai una lira ma solo il piacere di comunicare un’esperienza. Per intanto un abbraccio.
Conoscere la sclerosi multipla, guida pratica per i pazienti e i familiari di Angelo Ghezzi e Mauro Zaffarono. Per averlo basta rivolgersi al Centro Studi Sclerosi Multipla, Azienda Ospedaliera S. Antonio Abate di Gallarate Università di Milano – tel. 0331751386/7/8/9 – fax 0331751385- e.mail: centro.sm[AT]libero.it.
Oppure alla Fondazione Serono, Roma – tel. 0670384751 – fax 0670384767 – e.mail: info[AT]fondazioneserono.org. Il libro è anche disponibile presso i centri italiani autorizzati alla somministrazione di BetaInterferon.
È possibile anche scaricare il libro dal sito www.fondazioneserono.org cliccando su: “Sclerosi Multipla” e quindi su “Attività fondazione febbraio 2001”.
Commento all’articolo “Fatta la legge trovato l’inganno” del dicembre 2000.
«È vero, la legge 68 sembrava la manna dal cielo, in realtà si presta a mille interpretazioni ed intanto i disabili restano a casa senza lavoro perché per l’opinione pubblica non hanno tante esigenze e possono vivere lo stesso!» Minto Stefania. E-mail: minto_stefano[AT]libero.it.
Niente da aggiungere: è proprio così!
«Desidererei conoscere se ci sono articoli di legge del codice civile o penale in cui si obbligano i figli ad assistere il genitore incapace a vivere da solo. Grazie».
Antonio. E-mail: fabiari[AT]libero.it
Caro Antonio, non conosciamo abbastanza l’argomento da darti una risposta chiara però il codice penale, all’articolo 570, recita: «Chiunque, abbandonando il domicilio domestico o comunque serbando una condotta contraria all’ordine o alla morale delle famiglie, si sottrae a gli obblighi di assistenza, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa da 200 mila a 2 milioni di lire».
Il reato riguarda anche chi fa mancare i mezzi di sussistenza agli ascendenti, in primis i genitori. Serve la querela di parte ossia di chi viene abbandonato o trascurato.
Se questo non è possibile per qualsiasi motivo si può far riferimento all’articolo 591 che afferma: «Chiunque abbandona una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o altra causa, di provvedere a se stessa e della quale abbia la custodia o debba avere cura è punito con la reclusione…» In questo caso si procede d’ufficio e le pene sono aumentate se il fatto è commesso dal figlio.