Lettere al giornale, ottobre 2005

Autori:Redazione

Data: 01/10/05

Rivista: ottobre 2005

In redazione si è fatto un gran parlare durante l’estate del servizio MuoverSi, anche grazie alle lettere pervenuteci. Scegliamo di pubblicare la mail di Giuliana che ben riassume il disagio vissuto da molti. Da parte nostra abbiamo cercato di dare una risposta con l’intervista al dott. Cunial. Sempre in tema di trasporti pubblichiamo anche la mail di una ragazza con la voglia di viaggiare, ma ostacolata da Ryanair.


Mi chiamo Giuliana Girardi e sono utente del servizio”MuoverSi” della Provincia da circa un anno, da quando le mie condizioni fisiche sono peggiorate. La mia capacità di essere autonoma, di guidare la mia macchina adattata, si è ridotta tanto da impedirmi di seguire le terapie fisiche a Villa Rosa di Pergine.

Abito in un paesino vicino a Borgo e sono troppo distante dai centri riabilitativi che seguono il mio problema neurologico, perciò mi sono affidata e fidata di questa opportunità alternativa all’arrangiarsi, cosa che facevo peraltro da 23 anni.

È difficile descrivere ciò che ho provato ad inizio di giugno, forse rabbia, sconforto, nessuno rispondeva al telefono, nessuno rispondeva alle mie e-mail, poi ho saputo che non avevano più chilometri, non c’era speranza. Avevo iniziato 2 cicli di terapia, uno al Centro Franca Martini e uno a Villa Rosa e dovevo impegnarmi perché avevo subito un delicato intervento chirurgico al braccio all’Ospedale universitario di Modena al quale avrebbero dovuto seguire terapie idonee.

Ho cercato di proseguirne almeno uno servendomi del mio mezzo, ho rischiato: caldo e fatica mi facevano piangere, poi come in tutte le condizioni di forte stress ho ceduto, ho smesso, le vertigini non mi permettevano neppure di uscire di casa!

Non conosco le regole segrete che gestiscono il servizio “MuoverSi” ma so che per me era meglio non illudermi, non considerarlo una valida alternativa, troppa burocrazia lo uccide!

Quando ho chiesto al Comitato che gestisce il servizio cosa stava succedendo mi hanno risposto che non avevo saputo gestire bene i miei chilometri, che consumarne troppi per i viaggi fuori Provincia era la mia colpa… e se avesse lui una figlia con una paresi spastica?

Adesso ho un tesserino di libera circolazione su autobus, pulman e treni e ho contattato il personale addetto al servizio clienti per avere informazioni riguardo il “famoso e tanto atteso Minuetto”, treno accessibile ai disabili e voglio sperare di non rinunciare alla mia mobilità, ho un po’ di timore, ma devo farcela.

Vorrei che altri come me, so che ci sono e pure loro hanno dovuto rinunciare alle terapie, provassero a considerare il mezzo pubblico una risorsa, almeno non ci si deve umiliare a chiedere e a fare continue domande per avere quello che considerano tutti un diritto, “muoversi”! Giuliana Girardi


Obbligati a morire, la persona con disabilità e accompagnatori, dalla compagnia Ryanair che all’aeroporto Galilei di Pisa vieta l’imbarco a tale persona, se bisognosa di sedersi nei posti più comodi (quelli in prima fila, unici con maggiore spazio per le gambe e per manovra di posizionamento) perché tali posti sono quelli più vicine all’uscita e pertanto in caso di emergenza la persona con disabilità (a loro dire) impedirebbe la possibilità ai passeggeri normodotati di una evacuazione. Meglio tenerlo in disparte e preoccuparsi dopo di tale persona tanto ormai è solo un peso ed in caso di emergenze quale miglior modo per disfarsene? Obbligati a morire, quindi! Vergogna… ma non erano le persone più deboli ad avere le priorità all’accesso ad interventi di emergenza?

Ed ora lesa nei suoi diritti di persona insieme a chi l’accompagnava, lesa nella sua psiche dal sentirsi considerata di peso, lesa nella sua condizione economica già mai florida (niente rimborsi e cauzione all’albergo prenotato ed agli altri servizi predisposti per il soggiorno di vacanza) eccola ritornare nuovamente in croce ed in isolamento alle soglie del terzo millennio e dopo le continue e varie dichiarazioni e iniziative che pare almeno sulla carta e negli intenti

vogliano essere a tutela della paritaria partecipazione alla vita e ai diritti delle persone con disabilità. MORIRE DA VIVO E FARE SPAZIO A CHI È GIA’ PIU’ FORTUNATO DI TE…. ECCO L’UNICA NORMATIVA ATTUATA NEI RIGUARDI DI TALI PERSONE (PERSONE????? forse ancora sbaglio a definirle persone).

E TUTTI STANNO A GUARDARE!

La protagonista di tale aberrante sopruso sono io, Amiy Graziano, studentessa universitaria 20enne, costretta non solo a non vivere, ma anche a regalare parte della mia borsa di studio (che mi avrebbe permesso una piccola vacanza) alla “povera” Ryanair.Amiy Graziano

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