Ogni giorno in Italia si verificano in media 652 incidenti stradali, che provocano la morte di 16 persone ed il ferimento di altre 912.
Complessivamente nel 2006 sono stati rilevati 238,124 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 5,669 persone, mentre altre 332,955 hanno subito lesioni di diversa entità e gravità. Unica nota positiva; rispetto al 2005 si rileva una lieve diminuzione del numero degli incidenti, dei morti e dei feriti.
Nel Libro Bianco del 13 settembre 2001, l’Unione Europea ha fissato un obiettivo ambizioso, ovvero dimezzare il numero di morti sulle strade entro il 2010. A conclusione del 2005 il bilancio intermedio mostra che solo pochi Paesi hanno già ridotto in misura superiore del 25% il numero di vittime della strada. In Italia, dove, alla fine del 2005 si registrava una riduzione del 17,6% nel numero dei decessi, è proseguito il trend decrescente anche nel 2006, segnando un’ulteriore calo del 2,6%: il decremento complessivo è pari al 19,7%.
Tale risultato, seppur apprezzabile, non è sufficiente per il raggiungimento dell’obiettivo del 2010: permanendo l’attuale trend è presumibile che si arrivi al 2010 con una diminuzione delle vittime pari a circa il 30%. Per raggiungere l’obiettivo si dovrebbe, negli anni a venire, ridurre la mortalità ad un tasso medio non inferiore al 9,5% annuo.
L’Italia, con 95 morti per incidente stradale ogni milione di abitanti, registra ancora un tasso praticamente doppio rispetto a Paesi quali Gran Bretagna, Olanda e Svezia che invece si aggirano intorno ai 50.
Dall’analisi degli incidenti avvenuti nel corso del 2006, emergono le priorità su cui concentrare le azioni di sicurezza stradale: il controllo della velocità, il controllo della guida in stato d’ebbrezza, la guida distratta, la protezione degli utenti deboli, in particolare pedoni ed utenti delle due ruote, l’individuazione e la messa in sicurezza delle tratte stradali più pericolose.
L’indice di mortalità mostra che gli incidenti più gravi avvengono sulle strade extraurbane, dove si registrano 6,1 decessi ogni 100 abitanti. Gli incidenti sulle strade urbane sono meno gravi, mentre sulle autostrade l’indice di mortalità (pari a 4,4) è più che triplo rispetto a quanto avviene in città.
Nel 2006 il maggior numero di incidenti si è verificato a luglio, mentre giugno risulta essere il mese con la media giornaliera più alta. L’indice di mortalità più elevato si registra nel mese di agosto (2,7 morti ogni 100 abitanti), probabilmente ciò è dovuto al maggior tasso di occupazione dei veicoli in occasione degli esodi estivi e della maggiore circolazione sulle autostrade.
Analizzando la distribuzione degli incidenti durante l’arco della giornata si possono confermare gli andamenti già noti: un primo picco si riscontra tra le 8 e le 9 del mattino, un secondo picco tra le 12 e le 13 ed infine il picco più elevato di incidentalità si registra attorno alle 18, in corrispondenza degli spostamenti dal luogo di lavoro verso l’abitazione, con l’aggiunta di fattori psico-sociali quali lo stress da lavoro e la difficoltà di percezione visiva dovuta alla riduzione della luce naturale non ancora sostituita da quella artificiale.
Nel 2006, nella fascia oraria compresa tra le 22 e le 06 si sono verificati 36,235 incidenti stradali che hanno causato il decesso di 1,563 persone e il ferimento di altre 57,314.
Gli incidenti del venerdì e del sabato notte sono pari al 44,6% del totale degli incidenti notturni.
L’indice di mortalità degli incidenti avvenuti durante la notte è pari al 4,5 decessi ogni 100 incidenti contro il 4,2 delle altre notti ed il 2,4 della media nazionale. Tale indice assume valore massimo in corrispondenza della domenica notte (5 decessi ogni 100 incidenti). L’indice di mortalità in città è pari al 2,5%, mentre fuori città tale indicatore si attesta all’8,7% circa.
La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli e la tipologia di incidente più diffusa è lo scontro frontale-laterale, seguita dal tamponamento.
L’indice di mortalità (calcolato secondo la diversa natura di incidente) mostra come lo scontro frontale sia la tipologia più pericolosa, seguita dalla fuoriuscita di strada, dall’urto con ostacolo accidentale e dall’investimento di pedone.
Le autovetture rappresentano il 66,5% dei veicoli coinvolti in incidente stradale e tale valore aumenta se si considerano solo gli incidenti tra veicoli. I veicoli a due ruote motorizzati sono il 21,4% suddivisi tra ciclomotori (8,6%) e motocicli (12%). Praticamente tra i veicoli coinvolti in un incidente, 1 su 5 è un veicolo a due ruote. Essi rimangono coinvolti prevalentemente in incidenti a veicoli isolati.
L’analisi delle circostanze accertate o presunte di incidente non fa rilevare differenze notevoli rispetto all’anno precedente.
Nell’ambito dei comportamenti scorretti di guida, il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente e costituiscono da sole il 45,84% dei casi. Lo stato psico fisico alterato del conducente, seppur non rappresenti una percentuale elevata del totale dei casi, va segnalato per la gravità degli eventi.
Solamente in 685 casi (0,2% del totale) sono stati difetti od avarie del veicolo ad aver causato gli incidenti.
Il 66,1% dei morti ed il 70,4% dei feriti a seguito di un incidente stradale è costituito dai conducenti dei veicoli coinvolti, i passeggeri trasportati rappresentano il 20,5% dei morti ed il 23,3% dei feriti, ed i pedoni, che costituiscono l’utenza debole della strada, risultano il 6,3% dei feriti, ma ben il 13,4% dei morti.
Tra i conducenti morti o feriti a seguito di un incidente stradale i più colpiti sono i giovani; entrambe le distribuzioni presentano dei massimi in corrispondenza delle fasce di età tra i 25 e i 34 anni. Tuttavia, se si calcolano i rapporti per singolo anno di età è la classe tra i 21 e i 24 anni a pagare il maggior tributo di vite.
I bambini al di sotto di 10 anni, morti e feriti in un incidente stradale, sono 6,544 cioè mediamente 18 al giorno.