“Sciare è una cosa strana, eccitante, qualche volta mozzafiato, adrenalinico a seconda delle discese, duro, impegnativo…” così Nicola descrive la sua esperienza da sciatore, sì perché quel giorno lo è stato veramente, così come altri sei ragazzi che con il progetto “Walk in progress” organizzato dalle associazioni NuoveRotte e Insieme hanno voluto provare l’ebbrezza di sciare.
I nostri ragazzi sono partiti da Rovereto con una certa diffidenza verso la disciplina, ripetendo spesso di non voler sciare. “Guardo gli altri” diceva Marco “ma sciare no eh…ho paura”.
Grazie alla grande sensibilità di educatori e volontari, nonché alle spiccate capacità di coinvolgimento dei maestri, i nostri ragazzi non solo hanno provato gli sci, ma quasi tutti sono stati in grado di percorrere una o due piste in quasi totale autonomia.
Inimmaginabili le reazioni “Eh, visto che sono capace??”, “Guardatemi tutti, sto sciandooooo”, “Io avevo il maestro migliore di tutti!”. Dai loro visi traspirava una contentezza genuina che mai e poi mai ci saremmo aspettati. La loro autostima era alle stelle e i loro occhi brillavano di felicità.
Tornati a Rovereto, mamme e papà increduli ci guardavano come se raccontassimo chissà quale astrusa verità, mentre riportavamo le varie prodezze dei loro figli.
Ebbene sì, i pregiudizi esistono, a partire dalla società per arrivare appunto alle famiglie stesse.
D’altronde è da sempre ritenuto un difficile connubio quello tra sport e disabilità. Difficile perché gli aspetti tecnici delle discipline appaiono insormontabili, difficile perché spesso c’è bisogno di assistenza, difficile per i limiti del corpo e relazionali.
Talvolta però tali limiti si possono oltrepassare, a tal punto che anche noi restiamo basiti davanti a tale magia… il trucco sta solo nella volontà e nello spirito di farcela. Lo insegnano bene i numerosi sportivi che non si lasciano vincere dalle malattie ma si impegnano in gare, senza lasciarsi abbattere dai pregiudizi della gente.
Oltre ad offrire un incremento della forza muscolare e della coordinazione, lo sport favorisce la socializzazione, incrementa l’autonomia, produce uno stato di benessere generale che porta al miglioramento dell’autocontrollo. Praticare sport significa superare la paura, sfidare i limiti, oltrepassare i pregiudizi…
Ed è da questo che la nostra associazione NuoveRotte è partita all’avventura qualche anno fa, con cicli di escursioni in montagna con ragazzi disabili. Nelle nostre escursioni spesso i ragazzi appaiono più in forma di volontari ed educatori. Questo ovviamente è motivo di scherzo e di vanto. Ed ecco che così facendo si socializza, si fanno amicizie e si crea un gruppo che anno dopo anno si rafforza sempre di più.
Volevo terminare con una frase che mi piace molto perché riassume il senso di questo scritto: “Sono pronta a sfidare i limiti. La storia li pone, gli uomini devono superarsi per generare altri ostacoli che puntualmente verranno abbattuti. È lo sport, come la vita”, Valentina Vezzali.
Doverosi sono i ringraziamenti alle associazioni NuoveRotte e Insieme, promotrici del progetto, ai sensibili e attenti maestri di sci della scuola Brenta di Andalo, alla cooperativa Villa Maria e all’associazione Prodigio che hanno messo a disposizione i pulmini, agli educatori, ai preziosissimi volontari.
«Il 29 marzo 2015 ho fatto una giornata con le “Nuove rotte: gite in montagna”. Siamo andati ad Andalo. Quando siamo arrivati abbiamo fatto una camminata per le vie del paese per quasi mezz’ora, poi ci siamo incamminati verso la funivia, appena arrivati in alta montagna ci siamo diretti in baita per mangiare.
Finito di mangiare siamo scesi in pista con scarponi da sci, mi sono messo alla prova me stesso, mi piacciono le sfide. Sulle piste da sci sono intervenuti i maestri di sci, i professionisti della montagna. Sulle piste da sci di allenamento sono stato seguito da un maestro professionista che portava la barba. Anche se io avevo un po’ di paura però ho portato a termine l’operato cioè l’allenamento sulle piste da sci. Al termine dell’allenamento di siamo diretti verso la funivia di ritorno e poi siamo saliti sui furgoni per direzione Rovereto dove tutti i ragazzi della gita andranno a casa.
Per me è stato una esperienza indimenticabile perché ho imparato i primi esperimenti o passi dell’allenamento degli SCI, anche se avevo un po’ di paura però pian piano con le rassicurazioni del maestro di sci che mi seguiva sono sparite un po’. Grazie della cortesia.» Davide
«…Alle elementari ho provato lo sci da fondo come prima esperienza, poi non mi sono interessato più di tanto, ma quando mia sorella mi ha detto che ci sono le giornate gratis sulla neve ho voluto provare sia con il fondo che con la discesa. Tra i due preferisco la discesa perché è più intensa e adrenalinica. Unica nota negativa? Gli scarponi sono stretti e duri più di quanto ci si aspetti.» Nicola