L’Unità di Strada “Contatto” (UdS)

Autori:Redazione

Data: 01/10/15

Rivista: ottobre 2015

UdS, nell’autunno 2005, ha cominciato la propria attività a favore delle persone senza dimora, attraverso l’intervento diretto in strada, con l’implementazione di azioni di prossimità e bassa soglia.

Disagio e marginalità non riguardano più solo una parte esterna, periferica, della nostra società ma toccano, sempre più, anche il “centro”: ovvero ci sono persone che oggi vedono interrompersi il proprio percorso di “normalità”, a causa del sovrapporsi di più fattori inattesi che, intrecciandosi tra loro, determinano una lenta caduta verso il basso, uno scivolare lento che può portare il soggetto verso la vita di strada.

Ecco che allora, accanto alle forme estreme di grave emarginazione, sta crescendo una fascia di popolazione, diversificata, esposta ad una nuova condizione di vulnerabilità che vive uno stato di insicurezza e precarietà costante, assenza di legami, dramma della solitudine, ed incapacità di controllare e programmare il proprio futuro.

La soglia che divide la zona dell’inclusione da quella dell’esclusione è continuamente attraversata da un numero sempre più elevato di individui, tanto da rendere la povertà un’esperienza, meno permanente che in passato, ma relativamente frequente.

Si parla sempre di un’unica categoria di disagio “senza dimora”, perché dal punto di vista estetico si tratta di persone che vivono tutte indistintamente in strada. Di fatto però è importante essere consapevoli delle differenti storie personali, relative domande di aiuto e conseguenti risorse da mettere in gioco, per realizzare un cambiamento.

L’équipe UdS è contattabile telefonicamente in orario di servizio al numero 339/2410633, ed operativa dal lunedì al sabato con le seguenti modalità di presenza sul territorio:

in orario serale presso il parco di Piazza Dante nelle giornate di martedì, mercoledì e sabato, anche se festivi;

in orario diurno, itineranti su territorio comunale, nelle giornate di lunedì e venerdì pomeriggio, martedì e giovedì mattina.

L’uscita su strada ha l’obiettivo di incontrare le persone senza dimora prive di contatto con i servizi territoriali, avvicinarsi a loro e a quei contesti di emarginazione sociale in cui esse si trovano a vivere, al fine di creare un contatto che possa

risultare costruttivo e non repressivo, che possa essere di riferimento di fronte a richieste urgenti che richiedono condizioni di protezione e che propone margini per un eventuale miglioramento della condizione di vita condotta dalla persona. Nel momento del contatto con la persona senza dimora, l’attività si declina in azioni concrete quali ascoltare, sentire e riconoscere i reali contenuti di disagio da una parte, e di potenzialità dall’altra che queste persone portano nella relazione interpersonale con l’operatore; fare sostegno motivazionale, laddove si avviano dei percorsi di inclusione; monitorare le condizioni di vita delle persone, riconoscendo eventuali aggravamenti; mettere in campo la risorsa più adatta nel momento opportuno; reggere la frustrazione e il peso della sofferenza altrui, senza perdere di vista gli obiettivi del servizio, consapevoli dei tempi necessari alla risoluzione che ogni singola situazione richiede.

UdS mantiene inoltre monitorato il proprio territorio di competenza e, contemporaneamente, raccogliere una mappatura dei disagi per costruire una rete di supporto alla persona in difficoltà e per rassicurare ed informare i cittadini, al fine di promuovere una sensibilizzazione sociale e una partecipazione attiva.

UdS assicura accessibilità a tutte le persone interessate al servizio offerto senza pre-requisiti specifici ed in una situazione di garanzia della privacy e dell’anonimato.

Un caffè con Paolo Beber

È tanti anni che vive a Trento e conosce praticamente tutti.

Paolo ha vissuto per diversi anni da senza dimora, finché non si è stabilito senza troppe pretese in una costruzione abbandonata da tempo, che è stata la sua casa per quasi dieci anni.

All’inizio dell’anno è stato però allontanato dallo stabile e accusato di averlo occupato abusivamente e si è ritrovato con un processo da affrontare: “Mi hanno lasciato per strada, senza più nulla, a cinquant’anni e in pieno inverno”. Ascoltandolo si capisce quanto abbia sofferto la mancanza di una casa, situazione durata diversi mesi, fino all’assegnazione della casa Itea in cui si è da poco trasferito.

“Io sono stato aiutato, hanno parlato di me sul giornale, tantissime persone mi hanno dato una mano quando non avevo più niente” ed è proprio la solidarietà di tanti che gli vogliono bene che ha permesso a Paolo e al suo fedele cane Onny di andare avanti in un periodo così difficile.

“Ho vissuto molti anni senza una casa, non è vita quella. Nessuno merita di vivere in strada così, ai margini, dimenticato da tutti. Molti si buttano via nella droga per fuggire da questa realtà, ma sbagliano”. Come Paolo tante altre persone hanno vissuto o vivono tutt’ora una situazione di disagio abitativo, e senza poter chiedere aiuto a nessun amico o parente sul territorio, si avvalgono dell’assistenza degli enti di accoglienza che offrono pasti, una doccia calda e alcuni letti, che però non bastano mai per tutti

Chi vive in strada spesso ha una storia complicata, avvenimenti che mettono in ginocchio una persona, che da sola fatica a rialzarsi. Sono molti i senza dimora con problemi di alcoolismo e tossicodipendenze, fattori che aggravano la situazione e la qualità di vita di persone che non aspettano altro di essere aiutate.

Paolo ad esempio ha vissuto in prima persona l’allontanamento e il rifiuto, ma anche l’accoglienza e la solidarietà delle tante persone che gli sono state vicino nel momento per lui più difficile. Adesso ha finalmente una casa, che sta lentamente ammobiliando grazie all’aiuto di chi non l’ha abbandonato. Il prossimo inverno lo passerà al caldo, ma non si può dire lo stesso delle altre migliaia di persone che vedremo ai bordi delle piazze e delle strade quest’inverno, sotto un guscio di coperte e cartoni, nel disperato tentativo di tenere fuori il freddo e sperando di arrivare al giorno dopo.

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