Margherita Dolcevita

Data: 01/10/05

Rivista: ottobre 2005

Margherita, la protagonista, si definisce una “bambina in scadenza”: ha quasi quindici anni, ricci biondi “che sembrano una piantagione di fusilli”, qualche chilo di troppo. È allegra, intelligente e le piace molto la natura.

Abita in una casetta alla periferia della città, unico pezzo di campagna sfuggito all’ingordigia del cemento, convivendo con la stramba normalità della sua famiglia e con un cane improbabile, il “cancatologo” Pisolo. Il padre, Fausto, è pensionato e occupa tutto il suo tempo a ridare vita a vecchi oggetti; la madre, Emma, è una casalinga un po’ sciupata, ottima cuoca e drogata di soap opera. Poi ci sono i due fratelli: il maggiore, Giacinto, e Erminio, detto Eraclito, dodicenne “genietto rompiballe”. A completare questo strampalato quadretto familiare c’è il nonno Socrate: magro, occhi azzurri, vive in soffitta. Ogni venerdì sera balla il tango con il fantasma di doña Lupinda de Camarones Gutierrez e per paura di morire avvelenato abitua il corpo a sopportare i veleni mangiando yogurt scaduti, formaggi marci, acqua con la varechina e facendo aerosol con l’insetticida.

Tutto scorre tranquillo, finché una notte Margherita, guardando dalla finestra della sua camera, non riesce più a vedere le stelle; di fronte a casa è spuntato, repentino e inaspettato, un cubo di vetro nero circondato da un giardino di erba sintetica. Sono arrivati i nuovi vicini di casa, i Del Bene: ricchissimi, iper tecnologici e alla moda, testimonial perfetti del consumismo e dell’arrivismo più sfrenati. La quiete, per Margherita e la sua famiglia, è finita. A poco a poco i nuovi arrivati riescono a irretire gli ingenui dirimpettai stregandoli e privandoli della loro volontà attraverso i potenti e malefici influssi sprigionati dalla loro impenetrabile abitazione hi – tech. Tutta la famiglia di Margherita diventa schiava dei Del Bene e dei loro ideali di vita: il culto del benessere materiale, della bellezza esteriore, il rifiuto del “diverso” e degli emarginati dalla società (anziani, stranieri e poveri).

Margherita, l’unica a non cedere alle lusinghe dei nuovi vicini, intuisce che sotto quella facciata dorata i Del Bene nascondono un piano diabolico, criminale, dalle conseguenze disastrose. Margherita reagisce, non si arrende, con l’aiuto del fratello Eraclito, di Angelo, ragazzo inquieto ed enigmatico di cui è innamorata e della “Bambina di polvere”, la sua amica invisibile vittima della brutalità degli uomini.

Stefano Benni riesce a far convivere, in quest’ultimo lavoro, l’intreccio fantastico con dei contenuti tristemente reali. Un libro stupendo dal finale spiazzante che affida a poche righe tutto il suo senso: “Puoi credere che quegli anni fossero soltanto difficili, oppure che siano stati gli anni peggiori della storia del mondo. In cui il mondo invecchiò di colpo. E prese della vecchiaia l’egoismo e la disperazione, non la saggezza e la generosità.”

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