Michel Petrucciani

Data: 01/02/09

Rivista: febbraio 2009

Quando lo si sente suonare nei suoi cd, si capisce perché la musica ha il potere di cambiare la vita del genere umano, il successo di Michel Petrucciani deriva dalla sensibilità che l’uomo ha dentro di sé, e che, nelle rare volte in cui viene esternato riesce a emozionare e stupire, a dar gioia facendo riflettere sulla bellezza della vita e su come la musica ne sia il naturale ed evidente risultato.

Quello soprascritto è il commento di Renato Ghelli nella pagina web (www.renatoghelli.com/html/Biogmichelpetrucciani.htm) dedicata a un pianista fra i più apprezzati di tutti i tempi nel genere jazz. Non l’avrei riportata se non fosse che quando ho ascoltato e visto (grazie a Youtube) Michel Petrucciani suonare ho provato esattamente lo stesso. Non ho trovato parole migliori, certa musica strumentale supera le parole e le rivela superflue. Nel caso di Petrucciani l’esecuzione merita di essere anche vista con gli occhi, il perché è evidente e non può non stimolare in qualche modo una riflessione sull’esistenza se non si è almeno dei pezzi di pietra. Chi possiede un briciolo di sensibilità dovrà commuoversi, non di fronte alla travagliata esistenza umana di questo genio (soffriva di osteogenesi imperfetta, una malattia genetica conosciuta anche come “Sindrome delle ossa di cristallo”), bensì in presenza dell’enorme grandezza che scorre tra le sue dita, quel flusso cosciente di bellezza eterea che certi musicisti sanno incredibilmente controllare. Le sue dimensioni e limitazioni fisiche servono solo a ironizzare (egli amava moltissimo l’ironia, gli scherzi e le risate) sul comune concetto, radicalmente sbagliato, di grandezza e successo, sulla nostra perversa idea di superuomo, sull’handicap visto soltanto come una limitazione (Petrucciani considerava il suo disagio fisico come un vantaggio, che gli permise in gioventù di dedicarsi completamente alla musica tralasciando altre “distrazioni”).

Disabili di tutto il mondo… se le orecchie ce le avete… non scordatevi della musica. Per favore.

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