Monet a Treviso

Data: 01/04/02

Rivista: aprile 2002

Nello scorso febbraio, in una giornata di freddo polare, mi sono recato con la famiglia a Treviso per visitare una mostra di quadri di Monet, uno dei maggiori esponenti dell’impressionismo.

Partenza da Trento verso le nove lungo la Valsugana ed in due orette arriviamo a destinazione. Primo problema: districarsi tra i numerosi sensi unici, le isole pedonali ed i lavori in corso per raggiungere la Casa dei Carraresi, il bel palazzo del centro storico che ospita l’esposizione. Secondo problema: trovare un parcheggio. Fortunatamente, grazie al contrassegno arancione riusciamo a piazzare la macchina vicino alla sede della mostra.

Entriamo nell’atrio del palazzo e ci dirigiamo all’ascensore che porta al piano della mostra: i locali interni sono tutti sullo stesso piano, senza alcun dislivello ma forse un po’ stretti tanto che se in uno vi si affollano troppe persone, è difficile girarsi. Il personale, estremamente disponibile, e la gentilezza dei visitatori mi hanno però reso facile e piacevole la visita.

Ma chi è Monet? Il pittore nasce a Parigi nel 1840 e dopo poco si trasferisce a Le Havre con la famiglia. La sua vocazione per la pittura emerge fin dai primi schizzi. Il mondo naturale è il tema centrale delle sue opere: lo osserva attentamente, ne studia il colore e la luce in ogni angolazione nell’attimo stesso in cui gli si presenta agli occhi. Spesso ritrae più volte uno stesso soggetto.

Grazie agli impressionisti compare sulla scena la pittura “en plein air” (pittura all’aperto), ossia eseguita a diretto contatto con la natura e senza schizzi preparatori. Definito “Il più impressionista degli impressionisti” fu duramente attaccato dalla critica dell’epoca che rifiutò di riconoscere il valore di quasi tutti i suoi capolavori.

Una progressiva cecità segnò profondamente gli ultimi anni della vita dell’artista, cecità testimoniata anche dai suoi quadri. Dipingerà solo con le mani, ma non rinuncerà mai alla sua grande passione.

Le tele presenti alla Casa dei Carraresi non sono purtroppo tra le più conosciute di Manet. Ci presentano un artista inedito, sempre alla ricerca di un vissuto interiore che non troverà mai. I dipinti rappresentano questa evoluzione: dalle prime esperienze in Normandia alla “Colazione sull’erba” (non presente purtroppo alla mostra) in cui spicca il tema della luce, fino a “Le barche rosse ad Argenteuil”. Il riflesso e la mobilità dell’acqua sono i tratti dominanti di questo quadro. Le serie di ninfee, (in particolare “il bacino delle ninfee”, armonia rosa del 1900) chiudono la lunga vita artistica. Perde importanza la forma (la profondità è quasi assente) mentre il colore, la luce ed i loro giochi di contrasto prendono il sopravvento insieme ai riflessi di alberi e cielo in un’acqua cristallina. I quadri sono posizionati in modo agevole da vedere anche per chi è seduto in carrozzina.

In due ore completiamo il giro dei quadri dopodiché usciamo soddisfatti per un’escursione per Treviso, città caratterizzata da architettura rinascimentale ed attraversata da un fiume, il Sile, che ne ha condizionato nei secoli l’evoluzione urbana sviluppatasi in un dedalo di canali e strette viuzze.

Spostandomi con la mia bicicletta ortopedica su strade abbastanza percorribili, con marciapiedi quasi sempre arrotondati ed una provvidenziale mancanza di salite (Venezia è a 20 chilometri!), riesco a fare un agevole giro per la città.

La passeggiata compresa fra Porta San Tommaso e Porta Santi Quaranta offre momenti di vero relax attraverso giardini suggestivi e ben curati. La Piazza dei Signori, nucleo storico della città e luogo di ritrovo per i trevigiani, è circondata da bellissimi edifici. Degni di nota sono il Palazzo del Podestà ed il Palazzo dei Trecento dove si riuniva il Gran Consiglio della città. Peraltro, la visita non va considerata completa finché non ci si accomoda ai tavoli di un ristorante per assaggiare le specialità gastronomiche locali: porchetta al forno ed altre delizie a base di radicchio rosso, innaffiate da Cartizze, Merlot e Cabernet.

Le ore passano in fretta e l’affrettato buio serale di febbraio ci consiglia la via del rientro. Lungo la strada ci concediamo una breve sosta a Castelfranco, antico borgo medievale, celebre per una famosa pala di Giorgione (purtroppo in restauro) esposta in duomo.

Nel complesso è stata davvero una bella giornata! Chi volesse ripeterla, avrà presto un buon motivo per farlo: la prossima mostra, sempre alla Casa dei Carraresi, dedicata ad un altro grande artista, l’olandese Van Gogh. Titolo “L’impressionismo e l’età di Van Gogh”, dal 9 novembre 2002 al 30 marzo 2003.

Informazioni e prenotazioni dal 18 marzo 2002, dal lunedì al venerdì, 9-13:30, 14:30, 18:30 telefono 0438-21306, oppure sul sito www.lineadombra.it/biglietto. La prenotazione è gradita, disabile e accompagnatore entrano gratis.

Buona mostra e buon divertimento!

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