Sabato 15 novembre, alle ore 16.00, si è svolto presso il teatro di Zambana il talk show “Montagna libera tutti. Salire oltre le barriere e i pregiudizi”. All’evento, organizzato con il coinvolgimento di numerose associazioni che promuovono e realizzano la frequentazione della montagna da parte di persone con disabilità sensoriali, motorie e psichiche, sono intervenuti nomi famosi dell’alpinismo trentino che si occupano del rapporto tra montagna e diversamente abili.
L’incontro è stato presentato da Gianfranco Piccoli giornalista del “Trentino” e Chiara M. scrittrice di “Crudele, dolcissimo Amore”.
Ha preso inizialmente la parola Alessandro Lutterotti, disabile ex-scout, il quale ora può nuovamente sperimentare la montagna grazie alla Joelette, la particolare e rivoluzionaria carrozzina di cui abbiamo già parlato nel numero precedente, realizzata in Francia e acquistata per la prima volta in Italia dalla SAT di Arco. Alessandro ha lanciato un messaggio a tutti i disabili affinché non si chiudano all’interno dei luoghi che sono soliti frequentare ma provino a mettersi quotidianamente in gioco perché oggi come oggi, anche se nei limiti, il disabile può fare quasi tutto.
Tamburini, promotore dell’acquisto della Joelette e organizzatore degli eventi per disabili della sezione SAT di Arco, ha illustrato ai presenti il funzionamento e l’utilità della carrozzina; questa non solo è robusta e stabile ma è stata realizzata in modo che la maggior parte del peso sia scaricato a terra; un uomo può essere portato ora in montagna con l’aiuto di sei soli uomini al contrario degli otto di prima.
Franco Giacomoni, presidente della SAT, ha fatto invece il punto della questione sull’accessibilità della montagna trentina. La situazione vede la nostra società insensibile verso il tema della disabilità: in trentino sono stati aperti dei percorsi più praticabili per i non vedenti; percorsi che sfortunatamente non vengono curati. La nostra montagna necessita soprattutto di sbarrieramenti per lo meno per quanto riguarda i rifugi a bassa quota. Giacomoni ha sottolineato inoltre l’importanza della solidarietà, in questo caso alla disabilità, come concetto slegato dall’obbligo ma piuttosto come azione spontanea e nata dalla volontà sociale.
In seguito ha preso la parola Enzo Dellantonio, una voce esterna alla nostra realtà trentina, presidente della cooperativa “Independent Living” di Merano e creatore del sito “www.altoadigepertutti.it”. Dellantonio crede che l’impossibilità di classificare oggettivamente l’accessibilità per i disabili, sia uno dei problemi maggiori e considera sorprendente il fatto che non si investa in strutture turistiche, dato l’alto numero di disabili in Europa che usufruirebbero del servizio.
Interessante anche l’intervento del non vedente Dario Trentini il quale frequenta la Paganella grazie all’accompagnamento della moglie e ha tentato di spiegare la montagna dal suo “punto di vista”.
Colpito a 30 anni da cecità ha riscoperto tutti gli altri sensi in particolare l’olfatto, e il potere dell’immaginazione come modo di vivere.
Anche Giovanni Fedel ha perso la vista in gioventù e attraverso le domande di Chiara M. si è soffermato sul lato per lui peggiore del non vedere cioè la difficoltà di riuscire a vivere da uomo e non da cieco, ma anche sui pregi come il potere di non soffermarsi sul lato esteriore delle persone ma piuttosto sulla cortesia e la personalità di chi ti si presenta.
L’esperienza di Gianfranco Corradini, alpinista noneso, ha concluso l’incontro. Questi, presentato da un filmato che lo ritrae nella sua scalata sull’Alpamayo (quasi 6000 m, Perù), è la prova vivente del fatto che un uomo con una protesi alla gamba può, con dedizione e coraggio, raggiungere traguardi considerati impossibili per le sue condizioni di disabile.