Accarezzare le ali di una farfalla, lasciarsi punzecchiare da un riccio o avvolgersi un pitone intorno al braccio sono esperienze significative per ciascuno di noi, ma forse ancora di più per chi – essendo non vedente dalla nascita – quegli animali li ha sempre sentiti descrivere, ma non sa che aspetto abbiano. Di qui, l’idea del Museo degli Insetti “Esapolis” di Brusegana, in provincia di Padova, di organizzare delle visite guidate pensate appositamente per le persone con disabilità. La nostra amica Silvana Valente racconta: «La visita al Museo Esapolis è stata un’esperienza davvero emozionante e coinvolgente. Per chi come me non ha il dono della vista, è stata illuminante la descrizione particolareggiata di tanti insetti e animaletti, che abbiamo potuto toccare con mano, durante la visita guidata e il laboratorio, svolta dallo staff con competenza e passione, permettendoci di esplorare con il tatto e attraverso un ascolto profondo, un po’ come avviene con gli animali domestici quando si entra in empatia con loro». Anche Ariella Florianna racconta: «Sono rimasta estasiata dal fatto che il museo stesso sembrava entrare nel nostro mondo di disabili in punta di piedi, usando toni di voce e una manualità quasi fiabesca. Ciò ci ha infuso la fiducia necessaria per toccare quegli insetti e serpenti che in altre circostanze non avremmo osato neanche a sfiorare». L’esperienza ad Esapolis, infatti, oltre a rompere le barriere architettoniche, va a scardinare alcune convinzioni comuni che ci accompagnano fin dall’infanzia.
Avreste mai pensato, che oltre a cani e gatti, anche l’insetto stecco o addirittura il pitone non solo non disprezzano il contatto con l’uomo, ma anzi, addirittura lo cercano? «Io per esempio – continua Silvana – sono rimasta impressionata dal pitone, perché me lo aspettavo più freddo. E dal riccio. Non sapevo che a volte ritraesse gli aculei e che amasse essere coccolato. All’inizio avevo un po’ di timore nell’avvicinare questi animali. Poi mi sono buttata. Mi sono fidata e affidata alle guide, proprio come quando vado in bicicletta in tandem e il risultato è stato magico: per la prima volta dopo tanto, ho perso il senso del tempo». A colpire Rossana Rossetto è stata invece «la ricca esposizione di materiale che si rivolge alla economia del baco da seta». E proprio in quest’ultimo ambito, il tour si è completato di un momento indimenticabile: lasciarsi accarezzare il viso dalle delicatissime ali delle farfalle.