Potessi nascondermi in quel violino.
Potessi giocare a nascondino.
Come un filo di seta in un cielo di lana.
Potessi nascondermi,
come un numero dietro una lancetta.
Scoperto poi dal tempo che passa in fretta.
Potessi vivere in un diario.
Fuggirei via da un giorno ordinario.
Per poi buttarmi giù da uno scoglio,
per immergermi nella vita.
Per donare luce a chi vuol farla finita.
Oziare negli orti guardando la pace.
Per poi volare nell’arte, se ne fossi capace.
Se solo fossi un rapace.
Guarderei più lontano.
Come un’aquila di mare.
Oltre gli scogli saprei scrutare.
Sarebbe semplice perfino vedere,
in un nascondiglio uno spiraglio.
La nostra vita è da dimenticare.
Poiché non ci sarà nessuno a ricordarla, un giorno.
Tu dimentica e guarda.
Ma quell’onda sappi che non dimentica,
colpirà lei, sempre più testarda