Ore 04.50, la mia sveglia suona già da 5 minuti, è l’ora di alzarsi, vestirsi e mettersi in marcia con destinazione il ghiacciaio di Val Senales. Lì mi aspetta la squadra italiana di snowboard paraolimpico.
Sono ormai 2 anni, cioè da quando è stata creata la nazionale, che vengono ad allenarsi in questo luogo magico e suggestivo, incastonato tra le montagne altoatesine.
Quando esco fuori di casa è ancora notte e il silenzio è a dir poco assordante. Telecamera, cavalletto e macchina fotografica sono lì, accanto alla porta, come anche tutta l’attrezzatura necessaria per affrontare una lunga giornata a meno 10 sotto zero.
Mi resta solo caricare il furgone e partire. La tappa successiva è il parcheggio dell’area ex Zuffo, Trento, dove ho appuntamento con una amica, Stefania, che mi aiuterà nelle riprese e nelle interviste.
La voglia di rimettere la tavola sotto i piedi è tanta, ma non è lo scopo principale per cui ho organizzato questo incontro. Sì, è vero, lo snowboard è una vera passione per me e l’ occasione che mi si è presentata, è quella di condividere e documentare questo amore per la medesima disciplina con delle ragazze e ragazzi che l’hanno trasformata in occasione di riscatto. Un’ opportunità per vivere la loro disabilità nel migliore dei modi, continuando a fare ciò che amano e traendo pure grandi soddisfazioni.
La strada per raggiungere Maso Corto, località da dove parte la cabinovia per il ghiacciaio è lunga, ma sicuramente resa piacevole dalla vista del paesaggio mozzafiato che si staglia tutto intorno. Le vette sono innevate e il contrasto con i tipici colori dell’autunno e il cielo terso mi rendono partecipe di un’opera d’arte.
Riemergo dai miei pensieri e mi rendo conto che siamo praticamente giunti a destinazione anche se un po’ in anticipo. Poco male, c’è giusto il tempo di una bella tazza di the caldo. In ogni caso alle 08.00 l’appuntamento è rispettato e iniziamo a presentarci.
Il clima è disteso e subito facciamo conoscenza con i 2 giovani allenatori: Silvia Bresciani e Igor Confortin. Entrambi hanno dedicato la loro vita al mondo dello snowboard come maestri in molte località sciistiche. Leggo nei loro occhi una grande soddisfazione per il ruolo che ricoprono, non solo per una questione di prestigio: essere allenatori di una Nazionale non è cosa da poco. Sentono di contribuire a qualcosa che va oltre alla disciplina agonistica.-”Lavorare con questi ragazzi che giungono da esperienze di disabilità completamente diverse le une dalle altre, mi ha cambiato” (…) “Mi hanno insegnato ad apprezzare le piccole cose e dimostrano, ogni volta che ci alleniamo, una volontà d’animo difficile da riscontrare in una persona normodotata”-. Silvia Bresciani mi sintetizza in poche parole quello che ormai per lei è un sogno divenuto realtà.
Il gruppo non tarda a farsi riconoscere, non tanto per il fatto che si vedono protesi alle gambe o alle braccia, ma per l’esplosione di felicità e armonia che diffonde.
Sia io che Stefania siamo piacevolmente sorpresi che al primo contatto con i ragazzi della nazionale, ci sentiamo subito anche noi parte del gruppo.
Il momento della ascesa sul ghiacciao non tarda ad arrivare. In cima, le condizioni meteo sono ottime, a parte la temperatura di meno tredici gradi che mi limita un po’ nelle riprese.
La nazionale è in fermento e dopo un po’ di riscaldamento a terra si prepara per l’allenamento vero e proprio. È questo il momento per regolare l’attrezzatura, non solo allacciare le tavole, ma anche controllare le protesi agli arti inferiori per assicurarsi che non tradiscano all’atterraggio da un salto o mentre si effettua una curva.-” Spesso le protesi non resistono alle sollecitazioni e semplicemente “esplodono”, la ricerca in questo campo è ancora tanta da fare, anche se ogni anno si migliora sempre qualcosa”-; queste le parole di Marco, che mi permetterei di rinominare “l’uomo dei test”. E’il primo componente che riusciamo ad intervistare e la sua determinazione e voglia di superare i limiti ci cattura immediatamente. Ci racconta che ha perso entrambe le gambe in un incidente sul lavoro e da quel momento cupo, ha saputo trarre il meglio non perdendosi d’animo e provando anche cose nuove, come appunto lo snowboard.-”Per me è una sfida continua, ogni volta che raggiungo un buon livello con una determinata attrezzatura, la cambiamo per vedere quale è la combinazione migliore tra tavola attacchi e protesi”. In questa continua sfida, Marco è seguito da Silvia Bresciani che ormai ha accumulato una notevole esperienza nel percepire le difficoltà e nel trovare insieme ai suoi atleti le giuste soluzioni.
Lasciamo Silvia e Marco fare i loro test e decidiamo di raggiungere tutto il resto del gruppo allo Snowpark. A seguirli c’è Igor Confortin che tra una spiegazione e l’altra mostra agli atleti come si affrontano i salti.
Mentre filmo le loro evoluzioni sono colto da un impulso di felicità nel vedere alla base dei loro sforzi e della loro concentrazione tanto sano e puro divertimento per quello che stanno facendo…
La giornata è stata intensa, ma quello che mi porto a casa dopo un’esperienza del genere, è la voglia di non arrendersi alle varie difficoltà e lo spirito di apprezzare anche le cose più piccole e generalmente date per scontate.
Un ringraziamento speciale a tutti voi amici della nazionale per la disponibilità che avete dimostrato e per la positività che avete trasmesso.