Anno nuovo e grandi novità! Dal numero di aprile nascerà un nuovo spazio sul nostro giornale dedicato al rispetto di sé e degli altri, alle relazioni e ai sentimenti. Sarà uno spazio dedicato a tutti noi dove trovare informazioni e consigli per essere più socievoli e stare meglio con se stessi e con gli altri. Nasce finalmente una rubrica tanto attesa, fortissimamente voluta e dedicata a tutti noi che desideriamo un mondo in cui la gentilezza ed il quieto vivere sia un modo di essere oltre che di pensare e si chiamerà NOI ALLO SPECCHIO. Dopo una lunga ricerca finalmente abbiamo trovato la persona giusta a cui affidare questo importante spazio e siamo molto felici che il dr. Richard Unterrichter (psicologo e sociologo) abbia accettato, insieme alla associazione A.P.B.P.S. PSICOLOGI DI BASE, di costruire uno spazio psicologico sul nostro giornale.
- Dr. Unterrichter, ci vuole presentare la vostra rubrica Noi allo specchio?
- Molto volentieri. Intanto vi ringrazio per avermi concesso la fiducia di dirigere una rubrica che considero essere una grande e bellissima sfida per il 2011. Nella mia attività professionale e nella quotidianità, le persone mi avvicinano sempre più spesso con una domanda “vorrei essere felice, ma non riesco”. Io tra me e me penso che vorrei avere la bacchetta magica ed esaudire subito il desiderio di tutte queste persone, ma purtroppo non l’ho ancora. Penso sempre però a come potrei fare di più e questa rubrica mi sembra un’ottima occasione. Così ho proposto ai miei colleghi psicologi ed amici di PSICOLOGI DI BASE di creare uno spazio utile di informazione e confronto per le persone che nel quotidiano ricercano maggiore serenità. Per questo abbiamo pensato di chiamarla “Noi allo specchio” perché parlerà proprio dei bisogni, dei dubbi e delle difficoltà del quotidiano di tutti noi, persone comuni. Infatti credo che oggi ci sia il bisogno di una psicologia sentita dalla gente più vicina e calata più nel quotidiano, insomma una psicologia più sociale. Credo che oggi, più che mai siano necessari strumenti e interventi che abbiano una natura multidisciplinare in grado di cogliere, oltre i funzionamenti dei singoli e dei gruppi, anche quelli delle comunità e della società. Credo ci sia il bisogno di definire nuovi obiettivi ed essere più concreti ponendosi come obiettivo quello di costruire nuove strade e modalità per aiutare le persone a migliorare la propria vita e comprendere i piccoli grandi dubbi quotidiani.
- Ci può dare qualche anticipazione, sulla struttura e i temi che si tratteranno?
- Certamente i temi saranno quelli di interesse per tutti avremo uno spazio dedicato alle donne, uno dedicato ai consigli per aiutarci a relazionarci meglio con gli altri, e un nuovo spazio di neuropsicologia che sarà curato dal dott. Alan Masala (vicepresidente di A.P.B.P.S.) ed uno spazio dove risponderò direttamente alle domande dei nostri lettori cercando di aiutare a risolvere dubbi e problemi che mi verranno inviati direttamente per lo spazio all’indirizzo di posta elettronica dedicata info@apbpspsicologidibase.it.
- Molto interessante, vorrebbe spiegare anche ai nostri lettori cosa intende Lei per psicologia-sociale?
- Quando ero uno studente in psicologia a Padova, mi sono presto reso conto che ognuno di noi è quello che io chiamo “un sistema aperto”, mi spiego meglio. È risaputo che nessuno può stare bene se vive in un ambiente rapace, ma allo stesso tempo ho iniziato ad intuire che nessuno intorno a noi può essere felice se prima non impariamo ad esserlo noi. Ne consegue che la coppia individuo – comunità/ società è inscindibile, sono le due facce della stessa medaglia: senza l’uno non esiste l’altra e vicendevolmente.
La nostra vita, ogni nostra esperienza ed azione sono un continuo interagire con gli altri e tra noi e gli altri, tra sentimenti e vissuti reciproci che si influenzano reciprocamente. Su questo credo la psicologia-sociale contemporanea dovrebbe concentrarsi e cercare di dare il suo contributo. La psicologia sociale la intendo quindi come scienza che si occupa della quotidianità utilizzando gli strumenti giusti ed efficaci per una vita migliore e del benessere dell’individuo e della sua comunità, nella sua quotidianità. Per questo ho ritenuto importante laurearmi oltre che in psicologia anche in sociologia, per avere più strumenti per capire il mondo e le persone e per intervenire per cercare di migliorare la vita quotidiana. Penso ad una psicologia – sociale che si configuri come scienza con interventi psicologici per la gente che non è portatrice di psicopatologie e che si occupi di altro rispetto alla psicologia sanitaria e psichiatrica (di cui certamente c’è necessità e che già da decenni offre i suoi fondamentali e necessari servizi in ambito psicopatologico e psichiatrico alla società) e che non ha alcun obiettivo a sostituirsi ad essa ponendosi obiettivi e metodologie di intervento del tutto diversi.
Ringraziamo allora il Presidente dr. Unterrichter e l’Associazione psicologi di base per la loro collaborazione che crediamo sarà di utilità per tutti e speriamo sarà di vostro gradimento.