«Noi allo specchio»

Autori:Redazione

Data: 01/02/11

Rivista: febbraio 2011

Anno nuovo e grandi novità! Dal numero di aprile nascerà un nuovo spazio sul nostro giornale dedicato al rispetto di sé e degli altri, alle relazioni e ai sentimenti. Sarà uno spazio dedicato a tutti noi dove trovare informazioni e consigli per essere più socievoli e stare meglio con se stessi e con gli altri. Nasce finalmente una rubrica tanto attesa, fortissimamente voluta e dedicata a tutti noi che desideriamo un mondo in cui la gentilezza ed il quieto vivere sia un modo di essere oltre che di pensare e si chiamerà NOI ALLO SPECCHIO. Dopo una lunga ricerca finalmente abbiamo trovato la persona giusta a cui affidare questo importante spazio e siamo molto felici che il dr. Richard Unterrichter (psicologo e sociologo) abbia accettato, insieme alla associazione A.P.B.P.S. PSICOLOGI DI BASE, di costruire uno spazio psicologico sul nostro giornale.

Dr. Unterrichter, ci vuole presentare la vostra rubrica Noi allo specchio?

Molto volentieri. Intanto vi ringrazio per avermi concesso la fiducia di dirigere una rubrica che considero essere una grande e bellissima sfida per il 2011. Nella mia attività professionale e nella quotidianità, le persone mi avvicinano sempre più spesso con una domanda “vorrei essere felice, ma non riesco”. Io tra me e me penso che vorrei avere la bacchetta magica ed esaudire subito il desiderio di tutte queste persone, ma purtroppo non l’ho ancora. Penso sempre però a come potrei fare di più e questa rubrica mi sembra un’ottima occasione. Così ho proposto ai miei colleghi psicologi ed amici di PSICOLOGI DI BASE di creare uno spazio utile di informazione e confronto per le persone che nel quotidiano ricercano maggiore serenità. Per questo abbiamo pensato di chiamarla “Noi allo specchio” perché parlerà proprio dei bisogni, dei dubbi e delle difficoltà del quotidiano di tutti noi, persone comuni. Infatti credo che oggi ci sia il bisogno di una psicologia sentita dalla gente più vicina e calata più nel quotidiano, insomma una psicologia più sociale. Credo che oggi, più che mai siano necessari strumenti e interventi che abbiano una natura multidisciplinare in grado di cogliere, oltre i funzionamenti dei singoli e dei gruppi, anche quelli delle comunità e della società. Credo ci sia il bisogno di definire nuovi obiettivi ed essere più concreti ponendosi come obiettivo quello di costruire nuove strade e modalità per aiutare le persone a migliorare la propria vita e comprendere i piccoli grandi dubbi quotidiani.

Ci può dare qualche anticipazione, sulla struttura e i temi che si tratteranno?

Certamente i temi saranno quelli di interesse per tutti avremo uno spazio dedicato alle donne, uno dedicato ai consigli per aiutarci a relazionarci meglio con gli altri, e un nuovo spazio di neuropsicologia che sarà curato dal dott. Alan Masala (vicepresidente di A.P.B.P.S.) ed uno spazio dove risponderò direttamente alle domande dei nostri lettori cercando di aiutare a risolvere dubbi e problemi che mi verranno inviati direttamente per lo spazio all’indirizzo di posta elettronica dedicata info@apbpspsicologidibase.it.

Molto interessante, vorrebbe spiegare anche ai nostri lettori cosa intende Lei per psicologia-sociale?

Quando ero uno studente in psicologia a Padova, mi sono presto reso conto che ognuno di noi è quello che io chiamo “un sistema aperto”, mi spiego meglio. È risaputo che nessuno può stare bene se vive in un ambiente rapace, ma allo stesso tempo ho iniziato ad intuire che nessuno intorno a noi può essere felice se prima non impariamo ad esserlo noi. Ne consegue che la coppia individuo – comunità/ società è inscindibile, sono le due facce della stessa medaglia: senza l’uno non esiste l’altra e vicendevolmente.
La nostra vita, ogni nostra esperienza ed azione sono un continuo interagire con gli altri e tra noi e gli altri, tra sentimenti e vissuti reciproci che si influenzano reciprocamente. Su questo credo la psicologia-sociale contemporanea dovrebbe concentrarsi e cercare di dare il suo contributo. La psicologia sociale la intendo quindi come scienza che si occupa della quotidianità utilizzando gli strumenti giusti ed efficaci per una vita migliore e del benessere dell’individuo e della sua comunità, nella sua quotidianità. Per questo ho ritenuto importante laurearmi oltre che in psicologia anche in sociologia, per avere più strumenti per capire il mondo e le persone e per intervenire per cercare di migliorare la vita quotidiana. Penso ad una psicologia – sociale che si configuri come scienza con interventi psicologici per la gente che non è portatrice di psicopatologie e che si occupi di altro rispetto alla psicologia sanitaria e psichiatrica (di cui certamente c’è necessità e che già da decenni offre i suoi fondamentali e necessari servizi in ambito psicopatologico e psichiatrico alla società) e che non ha alcun obiettivo a sostituirsi ad essa ponendosi obiettivi e metodologie di intervento del tutto diversi.

Ringraziamo allora il Presidente dr. Unterrichter e l’Associazione psicologi di base per la loro collaborazione che crediamo sarà di utilità per tutti e speriamo sarà di vostro gradimento.

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