Nello scorso numero di Prodigio avevamo riportato un articoletto scritto da padre Giuliano, da 40 anni missionario in Africa: racconta di come riesce a convincere i bambini di laggiù a venire a scuola in cambio di una scodella di mosa ossia un po’ di latte e farina gialla bollite in acqua. Sembra una storia incredibile eppure, ancora oggi, nel mondo quasi 900 milioni di persone non hanno abbastanza cibo o sono prive di un lavoro che consenta loro di comperarlo. Cifre comunicate dal direttore generale della Fao, Jacques Diouf a Roma, in occasione della 61esima “Giornata mondiale dell’alimentazione 2006”, celebrata in 150 Paesi. il problema della fame è ancora ben vivo in molti paesi, specie africani. Costringere la gente a scappare nelle nazioni più qui ricche impoverendo ulteriormente i propri paesi. La fame dunque è un problema mondiale. Negli ultimi anni, in verità, vi sono stati i finanziamenti al settore agricolo dei paesi del terzo mondo povero ma questo non è stato ancora abbastanza. La FAO aveva stimato quattro anni fa la necessità di vestire molte decine di miliardi per risolvere il problema alla radice. Per dar da mangiare a tanti affamati di tutto un mondo è stata predisposta una “Piattaforma globale dei donatori” per lo sviluppo rurale, un consorzio di 26 agenzie per lo sviluppo. Secondo il segretario Diouf si deve puntare sulla cooperazione per far crescere i piccoli e medi agricoltori. Va ricordato che tutte le nazioni del mondo si erano prese l’impegno di dimezzare gli affamati entro il 2015. Prossimo obiettivo della Fao sarà quindi quello di attrarre investitori privati. I governi nazionali dovranno fornire accesso al credito a condizioni fiscali, almeno temporali. L’agenzia Onu si propone come intermediario imparziale fra i grandi investitori, come le banche di sviluppo e i governi, per sviluppare associazioni d’impresa pubbliche – private. Dal 1964, ben 165 Paesi membri hanno ottenuto finanziamenti per sostenere 1600 progetti per programmi agricoli per un totale di 800 miliardi di dollari.
Donne con diritto alla maternità
Per la prima volta in Spagna una coppia di lesbiche sposate e con un bambino ottenuto tramite inseminazione artificiale, ha ottenuto dallo stato di riconoscimento di essere per diritto madri. Le associazioni omosessuali spagnole avevano criticato più volte legge spagnola che regola la riproduzione assistita per la “disparità di trattamento” e perché fonte di “disgusto e discriminazione”. La normativa precedente prevedeva che il marito diventasse automaticamente padre nel caso di coppie eterosessuali e,in caso di coppie lesbiche, la madre non biologica dovesse ricorre all’adozione per acquisire dei diritti sul figlio. ora, una sentenza del tribunale supremo ha cambiato tutto e le due donne, di 30 e 40 anni, sono felici perché il bambino va considerato figlio di entrambe.
Immigrati
Secondo il rapporto annuale dell’ISTAT, il numero di immigrati regolarmente residenti in Italia continua a crescere ma più lentamente rispetto agli ultimi anni: al primo gennaio 2006 ne erano presenti 2.670.514 (1.350.588 maschi e 1.319.926 femmine). La crescita della popolazione straniera residente nel nostro paese è dovuta anche all’aumento dei nati di cittadinanza straniera (figli di genitori entrambi stranieri residenti in Italia) che nel 2005 si traduce in un saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) in attivo di 48.838 unità. Complessivamente gli immigrati incidono sulla popolazione per il 4,5%, con un incremento dello 0,4% rispetto a un anno prima. Un valore ancora basso rispetto ad altri paese europei: in Germania, a gennaio 2006, i residenti di cittadinanza straniera sono l’8,8%, in Spagna e nel Regno Unito (già nel 2004) rispettivamente il 6,6% ed il 4,7%, mentre in Francia nel lontano 1999 (data dell’ultimo censimento), la quota degli stranieri era pari al 5,9%. A partire dal 1996, ben 180mila stranieri hanno ottenuto la cittadinanza italiana, per la maggior parte in seguito a matrimonio, soprattutto tra uomini italiani e donne straniere. Durante il 2005, sono nati in Italia da genitori stranieri 51.971, pari al 9,4% del totale dei nati in Italia (+6,2% rispetto all’anno precedente, in cui erano 48.925). Nord e Centro ospitano quasi il 90% degli immigrati, il Sud soltanto il 12%.
Stretta su chi guida senza casco
La percentuali di morti in strada per incidenti con il motorino rispetto a quelli in auto vede i primi in continuo aumento. Il governo ha così deciso di adottare, con una norma inserita nel decreto legge collegato alla Finanziaria una stretta al fermo amministrativo per chi guida moto e motorini senza protezione sistemi drastici: ora si rischia il sequestro del proprio motorino per due mesi. Esenti dall’obbligo sono i conducenti dei veicoli a tre ruote, purché dotati di cellula di sicurezza a prova di crash o altri dispositivi atti a garantire l’utilizzo del veicolo in condizioni di sicurezza.
Cannabis nella terapia antidolore
Via libera dal ministro della Salute, Livia Turco alla cura antidolore anche a base di cannaboidi. Naturalmente non hanno nulla da spartire con gli spinelli. L’Italia è agli ultimi posti in Europa per le prescrizioni di farmaci oppiacei utilizzati per combattere il dolore e le sofferenze associate a molte patologie, dal cancro alle malattie croniche. Il disegno di legge, inoltre, apre a due nuovi farmaci a base di cannabis già in uso in America e in alcune nazioni europee. Lo stesso ministro ha emanato un decreto ministeriale con il quale viene innalzato da 500 a 1000 milligrammi il quantitativo massimo di cannabis, espresso in principio attivo, detenibile a uso esclusivamente personale. Nelle intenzioni dovrebbe risparmiare un procedimento penale o il carcere a migliaia di giovani per fumato uno spinello. Non è la liberalizzazione dell’uso della cannabis bensì tentativo di far rientrare tali comportamenti, nocivi per la salute, tra gli atti da prevenire e non da reprimere con durezza. Secondo l’attuale legge sulla droga, per “dose media singola” si intende la “quantità di principio attivo per singola assunzione, idonea a produrre, in un soggetto tollerante e dipendente, un effetto stupefacente e psicotropo. D’ora in poi i cittadini che saranno trovati in possesso di quantitativi al di sotto del nuovo limite, potranno essere oggetto solo di sanzioni amministrative: non incorreranno, cioè, nella presunzione di spaccio e nei provvedimenti punitivi.
Troppi psicofarmaci ai ragazzi
In cinque anni, la prescrizione di psicofarmaci ai più piccoli è aumentata del 280% mentre negli Usa, dove i bambini in terapia sono più di 11 milioni, l’aumento è stato del 150%. L’allarme è stato lanciato da un cartello di associazioni tra le quali «Giù le mani dai bambini» con altre 100 organizzazioni e 230 mila addetti ai lavori del settore salute. Tutti insieme gli esperti hanno denunciato come gli psicofarmaci siano somministrati con troppa leggerezza ai minori e hanno lanciato un appello al ministro della Salute Livia Turco affinché intervenga subito istituendo, anche, un tavolo di confronto al ministero. Altro elemento allarmante: l’agenzia europea per i farmaci (Emea) ha autorizzato la somministrazione del Prozac, ribattezzata come «la pillola della felicità», ai bambini già da 8 anni dopo appena 4-6 sedute di psicoterapia senza risultati. E la situazione è grave anche nelle scuole perché non ci sono risorse per affrontare il problema dei bambini super vivaci e così si sono già registrati i primi casi di alunni allontanati dalle scuole. In Italia, hanno sottolineato gli esperti, sono 30 mila i piccoli che già assumono psicofarmaci secondo uno studio dell’Istituto Mario Negri, un dato fortemente sottostimato. Inoltre, secondo dati del ministero della salute, sono 700 mila i bambini affetti da disturbi psichici ossia per ogni 100 bimbi ci sono 9 sono candidati ad assumere psicofarmaci.