Inaugurato il complesso della Rsa di Povo con una piccola manifestazione di protesta organizzata dall’associazione dei familiari degli ospiti. Protestavano contro il mancato adeguamento dei finanziamenti provinciali alle Rsa che causano carenza di personale e aumento della retta alberghiera a carico dei degenti e dei loro famigliari. La Rsa di Povo ed un’altra struttura della provincia sarà destinata ad ospitare sei posti per giovani che hanno subito gravi lesioni cerebrali e sono in stato di coma permanente. Una patologia sempre più diffusa in considerazione dei tantissimi incidenti automobilistici che possono comportare anche queste conseguenze. Un soggetto colpito da ictus ed in stato vegetativo è già stato trasferito da Villa Rosa. Si tratta di pazienti che, superata la fase acuta, hanno bisogno di cure e assistenza di base continua, come la mobilizzazione, l’alimentazione, la prevenzione di piaghe ecc.
Sempre più giovani e progetti per far crescere il servizio civile
Come sapete, prodigio senza l’appoggio dei giovani impegnati nel Servizio Civile Nazionale avrebbe molte difficoltà a sopravvivere. Benvenuto dunque ogni ragazzo che intende iscriversi a questo servizio! Quest’anno la presenza di un finanziamento stanziato dalla Giunta Provinciale ha permesso la nascita di 39 nuovi posti. Il 54% dei posti disponibili riguarda l’assistenza, il 30% dei progetti riguarda il settore dell’educazione e della promozione culturale, il 16%, infine, è dedicato alle attività legate al patrimonio artistico e culturale. Il servizio civile vuol essere prima di tutto un’esperienza utile ai giovani per valorizzare le proprie potenzialità ed energie. I progetti durano 12 mesi e prevedono un impegno di almeno 1400 ore. Il compenso mensile è di 433,80 euro, lo stesso da tre anni a questa parte. Tutti i progetti sono consultabili on-line alla pagina www.serviziocivile.provincia.it
Il matrimonio finisce a quarant’anni
In provincia di Trento, nel 2005, il tasso di separazioni e divorzi è superiore di poco alla media italiana, 6 e 3,7 ogni mille coppie coniugate contro 5,6 e 3,2. I procedimenti di separazione sono stati 735, di cui 695 consensuali e 40 giudiziali. 579 i minori coinvolti in queste vicende. Mediamente un procedimento consensuale si è concluso in 3 mesi e mezzo mentre quello giudiziale in 518 giorni. La durata media del matrimonio è stata di 13 anni (Italia 14). Ad abbassare la media i 36 coniugi che hanno chiesto la separazione dopo appena un anno di matrimonio e 6 ancor prima! Anni critici per i fallimenti coniugali il quarto, il sesto ed il dodicesimo anno. Età media alla separazione, 42 anni per i mariti e 39 mogli. Più della metà delle separazioni ha coinvolto donne sposatesi prima dei 25 anni. Rispetto al resto d’Italia il Trentino vanta una percentuale minore di separazioni per colpa di uno dei coniugi: le separazioni addebitate al marito sono state il 7,2% contro il 14,6 della media nazionale, nessuna alle mogli contro il 3,5% nazionale. Nel 2005 le sentenze di divorzio in Trentino sono state 454 con una durata media del procedimento di 93 giorni per le 406 domande congiunte (consensuali) e di 456 giorni per i 48 procedimenti giudiziali (ordinari). I figli in affidamento sono stati 238, nel 90 per cento affidati alla madre, nel 3% al padre. In ossequio ad una legge del ‘06, il 9% è in affidamento congiunto o alternato. La casa coniugale è stata assegnata alla madre, specie con l’affidamento dei figli. L’assegno di mantenimento per i figli nel 21% dei casi è arrivato a 150 euro mensili, nel 23% a 250 euro e in un altro 23% a 400 euro mensili.