Notizie dai palazzi, aprile 2003

Autori:Redazione

Data: 01/04/03

Rivista: aprile 2003

Bar senza fumatori
Dal primo luglio sigarette vietate nei bar. Dal primo luglio stop al fumo nei bar, nei pub e nelle discoteche. Salvo improbabili sorprese entrerà in vigore per quella data l’emendamento che estende il divieto, già previsto per i ristoranti, anche agli altri esercizi pubblici. Il provvedimento ieri ha ottenuto un chiaro lasciapassare in commissione con un solo voto contrario.
L’emendamento permette al Trentino di rimanere all’avanguardia nel campo della prevenzione della salute ed a “costo zero” come ha sintetizzato Andreolli. Sino ad ora il divieto di fumo era imposto a quei bar ove venivano serviti i pasti rapidi ed in determinate fasce di orario. Con l’emendamento, a firma degli assessori Andreolli e Pinter e dei consiglieri Passerini e Fontana, il divieto viene ora esteso a tutti bar, ai pub e alle discoteche. In questi locali potranno comunque essere attrezzate sale, separate e destinate ai fumatori. Favorevole anche la consigliera Wanda Chiodi, tenace fumatrice che si è detta in sintonia con lo spirito del provvedimento: “Occorre prendere atto e rispettare la volontà della gente che ha dimostrato di non gradire il fumo nei ristoranti e nei bar. Fumerò in strada e a casa mia”.
Tredicesima anche per gli invalidi civili
Tredicesima mensilità anche per le indennità erogate agli invalidi civili e messa disposizione alle associazioni del volontariato delle strutture necessarie per lo svolgimento di attività sociali. Questi i due emendamenti approvati dalla quarta commissione del Consiglio provinciale. Gli emendamenti sono stati proposti dai consiglieri Pino Morandini e Marta Dalmaso in occasione della discussione all’articolo 59 della legge di adeguamento. Respinto invece un emendamento, presentato dall’assessore, che voleva introdurre alcune semplificazioni nell’accertamento dell’invalidità civile. Una proposta giudicata pericolosa da Paola Vicini Conci, Claudio Taverna e Piergiorgio Plotegher: C’è il rischio di creare una invalidopoli. Pienamente d’accordo anche noi di pro.di.gio.!
Una bambola ad ogni neonato
Il Comune regala ad ogni nuovo bambino una bambola di pezza: Un aiuto all’Unicef per la vaccinazione dei bambini dei paesi poveri. Il Comune di Trento verserà all’Unicef per ogni bambola un contributo di 20 euro con il quale l’Unicef garantirà la vaccinazione completa di un bambino di un paese in via di sviluppo contro le sei malattie principali: morbillo, difterite, pertosse, tetano, tubercolosi e poliomielite. Quello di Trento è il primo comune italiano a far propria l’ iniziativa lanciata dall’Unicef e intitolata “Adotta una Pigotta”. Il Sindaco di Trento, Alberto Pacher, ha invitato tutte le Circoscrizioni a sensibilizzare le varie associazioni locali, soprattutto circoli anziani, affinchè realizzino le varie Pigotte secondo la loro fantasia e con materiali forniti gratuitamente da ditte cittadine. Quando i genitori si recheranno in Comune a dichiarare la nascita del loro figlio, riceveranno in dono una Pigotta, dotata di una propria carta d’identità e accompagnata da una cartolina, su cui figura il nome e l’indirizzo della persona che l’ha realizzata. I genitori potranno così scrivere a chi ha creato la bambola informando che la Pigotta ha trovato una casa, cioè è stata adottata dal bambino appena nato, e che quindi un bambino di un paese povero sarà vaccinato. Materialmente l’iniziativa partirà da sabato 1 marzo, ma i genitori di bambini nati dal 1 gennaio ad oggi potranno richiedere la Pigotta al Comune, che li inviterà a ritirarla.
Bandi per l’assistenza sociale
Assistenza sociale: Vietate le gare al massimo ribasso, possibilità di accordi fra Comuni. Nell’ambito dei lavori della quarta Commissione permanente, sono stati approvati alcuni emendamenti che introducono modifiche alla legge in materia di attività socio-assistenziali. In particolare il primo prevede che, per quanto riguarda le attività socio-assistenziali, i comuni con popolazione tra i 10. 000 e i 20. 000 abitanti possano esercitare le loro funzioni in forma associata, tramite il Comprensorio, ma possano anche, qualora lo ritengano opportuno, farlo direttamente; il secondo indica come modalità privilegiata di affidamento dei servizi, le procedure ristrette e negoziate, in quanto le stesse permettono di valorizzare meglio l’apporto dei soggetti del terzo settore e la loro capacità progettuale. Viene fatto divieto dell’uso di procedure al massimo ribasso. Si prevede poi che con regolamento d’esecuzione della legge siano definiti i requisiti per la partecipazione alle gare e i criteri per la valutazione delle offerte. Il terzo emendamento definisce lo strumento delle istruttorie pubbliche per la co-progettazione di interventi innovativi e sperimentali, valorizzando e coinvolgendo attivamente i soggetti del terzo settore.
Attenzione ai limiti di velocità
Collocati un centinaio di cartelli segnalatori: ora arriveranno le multe! Allarme multe per gli automobilisti dal piede pesante. Da alcuni giorni sono comparsi sulle strade trentine i primi cartelli che avvisano dell’imminente comparsa degli autovelox. Questa volta le forze dell’ordine potranno piazzarsi anche in punti più “coperti”: dal primo agosto infatti non c’è più l’obbligo della contestazione immediata. Il trasgressore non sarà fermato: basta una foto. Sono nove – fra statali e provinciali – le strade interessate, per un totale di 60 chilometri e 600 metri. Merito del decreto numero 168, che dà campo libero agli autovelox imponendo come unica condizione l’”avviso” degli automobilisti tramite idonea segnaletica.
Il risvolto che risulterà meno gradito, soprattutto ai pendolari, riguarda il rischio di essere fotografati quasi ovunque. La pattuglia rilevatrice infatti, consapevole di non dovere ricercare spazi idonei alla fermata come rettilinei dotati di piazzole, potrà scegliere a proprio piacimento i punti “sensibili”, in cui si ritiene che le velocità raggiunte siano più elevate. Non ci saranno più zone franche dove uno potrà correre liberamente e gli appostamenti, naturalmente, saranno compiuti a sorpresa. Il decreto 168, convertito in legge il primo di agosto, si riferisce alle autostrade (dove il limite di velocità è di 130 chilometri orari) e alle strade extraurbane principali (limite di 110). Ai primi di novembre il commissario del governo Alberto De Muro con un proprio decreto aveva esteso il provvedimento alle strade extraurbane secondarie come le tangenziali (limite 90) e urbane di scorrimento (70). I cartelli collocati dal servizio Gestione strade sono stati un centinaio: cinque o sei per ogni segmento interessato e con la dicitura: “Strada con dispositivi di controllo velocità e di sorpasso”.
Invalidi, adeguamento Inail
E’ arrivato l’adeguamento Inail per gli invalidi del lavoro. Ne dà notizia il presidente provinciale dell’Associazione nazionale mutilati ed invalidi sul lavoro Vincenzo Loss: «Grazie alle costanti pressioni dell’associazione mutilati sono stati finalmente pubblicati sulla Gazzetta ufficiale i decreti di rivalutazione delle prestazioni economiche erogate dall’Inail; ciò significa che seppur con grande ritardo sui tempi fissati dalla legge, a 1.200.000 invalidi del lavoro verrà riconosciuto l’adeguamento delle rendite Inail». Agli invalidi del lavoro saranno corrisposti anche gli arretrati maturati dal primo luglio del 2002.
Un sorriso per i malati
Con la nuova campagna chiamata «Adotta un clown per regalare migliaia di sorrisi» la Lysoform riconferma anche quest’anno l’aiuto alla Fondazione Aldo Garavaglia Dottor Sorriso, coordinatrice degli operatori vestiti da clown che ogni giorno incontrano i bambini nelle corsie degli ospedali per regalare loro un sorriso. L’impegno di Lysoform a favore del Dottor Sorriso nasce nel 2002 quando, in occasione del suo centenario, decide di sostenere la Fondazione Aldo Garavaglia. Quest’anno i clown di Dottor Sorriso sono entrati in un nuovo ospedale e in tre nuovi istituti di riabilitazione regalando 1. 600 sorrisi a 1. 600 bambini.
Che fine ha fatto la legge sui trapianti?
“Dove avete messo la legge sui trapianti? E intanto la gente muore”. Non è un appello lanciato da medici e operatori sociali in un convegno o in una tavola rotonda, ma uno striscione che si poteva leggere a febbraio nella curva sud dello Stadio Olimpico, durante la partita di calcio Roma-Brescia. Il fatto è che il principio del silenzio assenso informato non è stato ancora attuato perché manca una banca dati informatica nazionale nella quale siano iscritti i nominativi di tutti i cittadini italiani, oltre alla carta d’identità elettronica su cui inserire la scelta relativa alla donazione.
Per quanto riguarda i tempi tecnici di attuazione definitiva della carta d’identità informatica si prevede ancora almeno un biennio. Per abituare i cittadini al silenzio assenso informato è consigliabile privilegiare un’informazione finalizzata ad indicare, ai cittadini stessi, di recarsi presso le Asl di appartenenza per dichiarare il sì o il no, anche se è possibile portare con sé un’autodichiarazione, firmata e datata, in cui si esprime una chiara scelta.
In Italia, fino al 31/8/02, sono state raccolte 32.049 dichiarazioni, di cui 24.688 (77%) sì, e 7.361 (23%) no. Lo scarso numero di dichiarazioni di volontà, depositate presso le Asl di tutta Italia, è attribuibile alla mancanza di informazione verso i cittadini sulla volontà in ordine alla donazione post mortem dei propri organi semplicemente recandosi presso l’azienda sanitaria locale. Le associazioni di volontariato sono praticamente lasciate sole sul versante informativo e i loro sforzi sono troppo spesso vanificati dall’incuria degli amministratori sanitari i quali, non divulgando come dovrebbero tali opportunità, non solo non fanno il loro dovere, ma ledono il diritto dei cittadini ad una scelta consapevole.
Medicine buttate per 650 milioni l’anno
L’importante è averle tutte nell’armadietto di casa, non importa se poi scadono e vanno buttate. La pensa così più di un milione e mezzo di italiani che si fa prescrivere le medicine, le compra e poi non le usa o le usa solo in minima parte. E così ogni anno l’Italia butta nella spazzatura un miliardo di pillole: uno spreco che costa allo Stato 650 milioni di euro. Lo dice uno studio del Dipartimento economico dell’Osservatorio sulla terza età “Ageing Society”, che ha intervistato circa 300 famiglie concludendo che l’atteggiamento degli italiani verso l’uso e l’abuso dei farmaci è decisamente orientato allo spreco più superficiale”.
E se l’Istat ha calcolato che la spesa farmaceutica gravante sul bilancio del Sistema sanitario nazionale ammonta a circa 9 miliardi di euro per anno, pari a 14 miliardi di compresse dispensate fra farmacie e ospedali, la ricerca conclude che si butta un miliardo di compresse del costo medio di 0. 65 euro l’una, pari a 650 milioni di euro che potrebbero essere utilizzate per altri scopi, ad esempio la ricerca scientifica.
Roma, ministero della salute
Per il ministro Sirchia, “l’ospedale non è una fabbrica ma oggi curiamo più i bilanci che i pazienti. Il ministro, specificando di aver creduto nell’aziendalismo, conclude che «la ricetta che ci è stata proposta era solo in parte quella giusta, visto che in parte è stata snaturata la missione degli ospedali». La sanità italiana, aggiunge il ministro, «forse non è ottima, ma è sufficiente. E se il 40% dei cittadini Usa ritiene che il sistema sanitario americano sia totalmente da rifare, da noi le percentuali dicono che secondo i cittadini occorre migliorarlo».
Il ministro sottolinea poi la necessità di recuperare sorgenti di finanziamento fino ad oggi trascurate. «Solo dalla lotta a fumo, alimentazione scorretta e incidenti stradali potremmo raccogliere 120 mila miliardi di vecchie lire. Forse non riusciremo a recuperarli tutti, ma si tratterebbe di un’operazione portata avanti esclusivamente con l’arma della prevenzione». Il ministro Sirchia ha annunciato l’approvazione del Piano sanitario nazionale 2002-2004 per fine marzo.

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