Quattro nuovi casi di Aids in provincia di Trento nel 2004, la metà rispetto all’anno precedente. Dal 1982, primi casi, ad oggi sono 310. Nella vicina provincia di Bolzano, invece, 10 i nuovi casi, due in più rispetto all’anno precedente, per un totale di 233 dall’82. Per incidenza sulla popolazione, il Trentino Alto Adige è all’11° posto in Italia con 1,8 casi ogni centomila abitanti.
Sanità 2005: 827 milioni
827.000.000 di euro dalla Giunta provinciale all’Azienda sanitaria per i costi del servizio sanitario provinciale. Principali voci di spesa: prodotti sanitari e non sanitari 96.600.000, servizi in appalto 68.800.000, farmaceutica 79.800.000, ospedaliera convenzionata 49.000.000, RSA 93.000.000, personale 328.500.000, altri oneri 145.000, per il totale sopra accennato. Approvato anche il bilancio pluriennale con 843.000 per il 2006 ed euro 860.000 per il 2007. Per il 2005, l’Azienda punterà al miglioramento dell’assistenza, all’attivazione delle nuove funzioni di neurochirurgia e reumatologia, presso il S. Chiara di Trento, e di odontostomatologia a Rovereto, oltre al potenziamento di ortopedia. Previsto l’avvio, per ora limitato alla popolazione a rischio familiare-personale, dello screening (con colonscopia) per la prevenzione delle neoplasie maligne del colon-retto. Al fine di ridurre le liste di attesa per l’assistenza specialistica ambulatoriale e per gli interventi chirurgici verrà autorizzata ai medici, in due presidi ospedalieri, la libera professione. Programmati il consolidamento dell’attività di day surgery ortopedica presso l’ospedale di Arco, l’orientamento delle risorse anestesiologiche, infermieristiche e radiologiche a supporto dell’incremento dell’attività, nonché l’adeguamento degli accordi contrattuali con il privato accreditato oltre all’inserimento nel Cup (centro unico prenotazione) aziendale delle agende di prenotazione dei principali interventi ortopedici. Previsti consultori a Cavalese, Primiero, Borgo, Mezzolombardo e Malé nonché l’estensione delle «cure palliative» nel distretto Giudicarie e Rendena, oltre alla riorganizzazione dell’attività di prelievo e Laboratorio.
Telethon a Trento
Il comitato Telethon ha avviato la seconda fase della campagna di reclutamento di coordinatori provinciali capaci di promuovere, a titolo gratuito, azioni di sensibilizzazione e di raccolta fondi a sostegno della ricerca sulle malattie genetiche. Requisiti: residenza in provincia di Trento, disponibilità di tempo, conoscenze informatiche, competenze professionali e manageriali. Invitiamo i lettori a tenere in considerazione la richiesta: www.telethon.it.
Droga e alcol
La Giunta provinciale ha deliberato due iniziative destinate a disincentivare l’abuso di tabacco e alcol nei giovani. Ha dato, infatti, incarico all’Azienda provinciale per i servizi sanitari, di predisporre un rapporto annuale sulle dipendenze in provincia di Trento nonché di una campagna contro il consumo di alcol (vedere anche l’impegno profuso di Prodigio in prima pagina) e per la prevenzione delle gravi e invalidanti patologie correlate. I dati saranno raccolti annualmente in un «Rapporto annuale sulle dipendenze” dalle singole strutture dell’Azienda sanitaria, già impegnata nella prevenzione di danni alla salute, degli interventi sanitari per i tossicodipendenti e alcoldipendenti. Fornirà informazioni relative alla dipendenza, ai pazienti in cura ed alle prestazioni erogate. Se ne ricaverà anche un’interpretazione dei dati che permetterà un raffronto di più anni nonché dei dati della province vicine, le strategie integrate possibili per migliorare prevenzione, cura e riabilitazione. Novantamila gli euro messi a disposizione dalla provincia all’Azienda provinciale per i prossimi tre anni. Il Servizio Innovazione e Formazione per la Salute è stato incaricato di mettere a punto specifici progetti di comunicazione e informazione per ridurre il consumo di alcol in particolare tra i giovani. Per la campagna resi disponibili 337.000 euro.
Alcol al volante: accade nel 56% dei casi
Alcuni numeri e annotazioni sull’alcol forniti da Stefano Bertoldi durante lo spettacolo – party organizzato da Prodigio e AMA al Santa Chiara lo scorso marzo. I dati provengono da un’indagine svolta da volontari su 1.707 persone: minori di 16 anni (2%); ragazzi tra 16 e 23 (53%); tra i 24 e i 28 (21%); dai 29 ai 40 (14 %) e oltre i 40 anni (7%). Emergono osservazioni curiose: il 27% dei ragazzi, ad esempio, si dice convinto che, dopo avere assunto sostanze alcoliche, il proprio comportamento migliori e il 51% che sia normale! Per esperienza diretta dei volontari AMA, il bevitore, anche occasionale, non avverte l’effetto dell’alcol sul proprio fisico nè sulle capacità cognitive e di reazione, fondamentali per una guida sicura. Il 43% degli intervistati sostiene di essere in grado di guidare in modo normale, il 7% addirittura meglio. Questa presunzione di sobrietà è tipica anche di chi, dopo un passaggio al bar o in un pub, ritorna a casa a piedi: il 9%, è convinto di essere nel pieno controllo delle proprie capacità e il 50% di essere come sempre. Secondo Bertoldi, il pericolo di danni alcol-correlati è sottovalutato: sotto lo 0,5g/l (limite di sicurezza) il bevitore non considera affatto il problema. Chi, dopo l’alcoltest dimostrativo proposto dai volontari, si trovava con valori tra 0,5g/l e 1,5g/l, nel 56% dei casi si rimetteva comunque alla guida. Tra quanti che, prima del test, avevano dichiarato che poi avrebbero dovuto guidare e che all’etilometro hanno registrato valori oltre lo 0,5g/l, ben il 59% ha detto che guiderà ugualmente (136 su 231)».
Gratis il vaccino anti-meningite
Abbiamo seguito con inquietudine l’escalation di giovani colpiti dalla meningite in tutta Italia (un caso mortale anche a Matterello). L’anno scorso più di 40 bambini sono morti per questa malattia, soprattutto nelle Regioni del Nord, un numero in linea con quelli degli anni precedenti. Parlando di meningite si deve mettere in conto, oltre la morte nei casi estremi, una serie di gravissimi handicap: cecità, sordità, epilessia, ritardo nello sviluppo mentale e psicomotorio. Da qui la proposta di legge per garantire ai più piccoli la vaccinazione anti meningite obbligatoria e gratuita. I vaccini, l’antipneumococcico e l’antimeningococcico sono, per ora, separati e andrebbero fatti con lo stesso schema dell’esavalente (che contiene le quattro vaccinazioni obbligatorie, difterite, tetano, epatite B e poliomielite, ndr). Sono sicuri e non danno problemi particolari, se non una modesta reazione locale e qualche linea di febbre. Il ciclo vaccinale, lo stesso delle tre vaccinazioni di base, a 3 mesi, 5 mesi e intorno al primo anno di età, permette il completamento della risposta immunitaria. Non ci sono cifre ufficiali per tutti i Paesi, ma si stima che lo pneumococco alberghi nella gola del 25 per cento della popolazione generale. Nella maggior parte dei casi è innocuo, in alcuni individui causa gravi infezioni, quali meningiti e polmoniti.
Eutanasia, troppe morti decise dai medici
Troppe morti per eutanasia decise senza il consenso degli interessati: questo emerge dalla lettura di un volume del Consiglio d’Europa, in via di pubblicazione. Secondo i dati ripresi su «Eutanasia, diritto e prassi in Italia, Europa, Stati Uniti», nel ‘98 le interruzioni attive della vita in Belgio riguardavano il 4,4% dei decessi. Soltanto l’1,1% erano corredate dal consenso esplicito del diretto interessato. Il 3,2%, erano i cosiddetti «Lawer» (life terminating acts without explicit request of patient), un termine coniato per indicare le situazioni in cui non si rintraccia la volontà del paziente. Parliamo degli anni antecedenti l’entrata in vigore della legge che ha regolamentato l’eutanasia. Già nel 2001 le percentuali cambiano. Secondo una ricerca su un migliaio di fiamminghi, le morti attribuibili a interventi di eutanasia sono l’1,8%, quindi più che dimezzati. Ma solo la minoranza, lo 0,3%, sono volontari. Migliore il quadro in Olanda. Nel 2001 i decessi per eutanasia erano il 3,4% del totale: lo 0,7% erano avvenuti senza consenso esplicito, quindi su iniziativa del medico o dei familiari.
New York. Malaria, l’Oms sottostima l’epidemia
L’organizzazione Mondiale per la Sanità (Oms) avrebbe sottostimato la reale diffusione della malaria nel mondo, non programmando, di conseguenza, adeguati piani di contrasto alla malattia. La denuncia arriva da una ricerca pubblicata di recente su “Nature”. Secondo i curatori dello studio, i ricercatori del Kenya Medical Research Institute di Nairobi, l’Oms avrebbe sbagliato le proprie stime del cinquanta per cento: 515 milioni di nuovi casi di malaria solo nel 2002 contro i 273 milioni di casi previsti dall’Organizzazione dell’ONU. L’OMS sostiene che la stima di 273 milioni risale al 1999, e già negli anni seguenti le stime si avvicinano a quella dei ricercatori di Nairobi. Di fatto mezzo miliardo di persone, poco meno del dieci per cento della popolazione mondiale, non è messo in condizione di difendersi da una malattia altrimenti ben contrastabile impiegando mezzi adeguati.
Farmaci: la ricetta elettronica
La ricetta elettronica, il nuovo modulario del Servizio sanitario nazionale a disposizione del medico di base per esami e farmaci, è entrato in funzione in tutta Italia dal primo di aprile. La “schedatura computerizzata” delle ricette doveva essere operativa dal primo gennaio ma, su richiesta di medici e regioni, il ministero dell’Economia, ha prorogato due volte il regime “misto” (vecchio e nuovo modulo) a tutto il 31 marzo. Un modulo computerizzato, apparentemente simile al precedente, andrà a integrarsi con la Tessera sanitaria europea che entro il 2005 dovrebbe essere distribuita a tutti i cittadini (per ora lo è in alcune regioni pilota). La nuova ricetta riporta il codice fiscale del paziente (che ora ridiventa centrale nei controlli) e, a quanto risulta dai dati emersi nella sperimentazione abruzzese, permette di individuare le anomalie di spesa (non per questo automaticamente da considerare illeciti o truffe).
Latte per bambini
L’UE ha imposto limiti precisi per le aflatossine, sia negli alimenti per animali che per uso umano. Per l’aflatossina B1 il limite vigente nella UE è di 2 microgr/kg. Il limite per l’aflatossina M1 nel latte è di 0,05 microgrammi/chilo. Se il latte è destinato alla prima infanzia, il limite è dimezzato a 0,025 microgrammi. Per la fumonisina B1 non vi è ancora limite, ma quello che entrerà in vigore nel 2007 sarà forse di 1000 microgrammi/chilo per le farine di mais, 400 per alimenti a base di mais destinati al consumo e 150 per il baby food.
Campagna mondiale: prevenire la cecità
Nel mondo ogni cinque secondi una persona diventa cieca e ogni minuto un bambino perde la vista. Eppure l’80% dei circa 50 milioni di persone cieche e dei 135 milioni con menomazioni visive potrebbe vedere con adeguati trattamenti preventivi e curativi.. L’allarmante manifesto di “VISION 2020, The Right To Sight”, campagna internazionale OMS contro la cecità evitabile, parla chiaro: si può e si deve fare ciò che serve per sottrarsi all’incubo del buio. Per la prima volta, però, c’è una flessione della cecità nel mondo (8%) con i primi risultati di Vision2020 partita nel ‘99, ma l’ipovisione (55%) resta un problema crescente e non c’è spazio per dormire sugli allori. Nei paesi africani e asiatici si punta a creare scuole e centri per formare in loco dei futuri formatori. Nei paesi poveri non ci sono oculisti e occhiali, ma stregoni: in tutta l’Etiopia c’è un solo oculista e neanche un optometrista. L’80% della cecità evitabile di origine patologica è dovuta a cataratta, tracoma, oncocercosi, cecità infantile: patologie prevenibili e risolvibili se adeguatamente trattate.