Notizie dai palazzi, dicembre 2006

Autori:Redazione

Data: 01/12/05

Rivista: dicembre 2005

Disabile e assistenza

La vicenda della bolognese Cristina Magrini, in coma da 24 anni in seguito a un incidente stradale di cui fu vittima a 15 anni, è stata portata all’attenzione del consiglio regionale dell’Emilia-Romagna. La donna, prima seguita da entrambi i genitori e poi, dalla morte della madre, solo dal padre, Romano. Ora l’uomo, alla soglia dei 75 anni di età, ha chiesto che la figlia sia trasferita in un centro specializzato: «Chiedo una mano amica perché Cristina possa avere un letto, qualche cura e una carezza», afferma il padre. I consiglieri che hanno svelato la situazione, chiedono alla Giunta di dare massima priorità alla soluzione di questa angosciante e drammatica vicenda e di assumere iniziative per recuperare il tempo fino ad oggi sprecato, prevedendo una dignitosa soluzione del caso. I consiglieri sottolineano nell’interrogazione che Cristina «è in buone condizioni, ha il fisico curato, è pulita e il suo stato di coma non lascia trasparire alcuna trascuratezza, e questo va a totale riconoscimento dell’impegno del padre, che con amorevole cura ha dedicato oltre un ventennio a curare la propria figlia». Inoltre, dicono, «non è pensabile che la situazione non trovi soluzione in Regione, in quanto il padre ha sempre manifestato l’intenzione di voler tornare quanto meno a Bologna, la sua città. Non si capiscono i motivi in ordine ai quali fino ad oggi le richieste avanzate dalla famiglia hanno sempre avuto risposte evasive, e mai esaustive per l’accoglimento di questa ragazza in una struttura idonea».

Disabili e MuoverSi

Si chiama MuoverSi, servizio attivato nell’ottobre 2004 dall’Assessorato alle Politiche Sociali, il progetto volto a garantire ai disabili la mobilità. Rivolto a persone dall’infermità certificata al 100%, disabili non in grado di compiere atti quotidiani della vita, di deambulare senza accompagnatori, ciechi ed ipovedenti gravi, viene garantito 365 giorni all’anno da cinque vettori. I costi, però,stanno assumendo di anno in anno, contorni insopportabili sicché si è mostrata inevitabile una nuova politica tariffaria. La quota d’iscrizione salirà da 70 ad 80 euro e prevedrà la concessione di buoni pari ad un totale di 200 km di viaggio. L’aumento derivante permetterà di passare, con le sole iscrizioni, dal tre al quindici per cento di copertura del costo del servizio. Mediamente, 200 km coprono le necessità del 25% dell’utenza cresciuta da 600 a 840 soggetti (+35%). Chi richiederà un numero superiore di chilometri, sarà chiamato a compartecipare in base alle sue condizioni economiche personali (indice ICEF). Ad esempio, una persona con un ICEF basso, percorrendo 6.500 km (e oltre) pagherà una quota di mille euro, una con ICEF maggiore arriverà a 2.500 euro pari a cinquemila chilometri.
La Provincia, dal canto suo, erogherà 2 milioni di euro ai vettori. Sono previsti sconti rispettivamente del 20 e del 40% per quanti acconsentano a viaggi multipli.
Chi intendesse giovarsi di MuoverSi può presentare domanda presso i Caf Acli, il Ces Cgil ed il Centro servizi Cisl accreditati.

Colletta alimentare

Anche quest’anno l’iniziativa di raccogliere le eccedenze di derrate agricole e di prodotti alimentari da distribuire a chi ne ha bisogno ha avuto un grande successo. Ben 1.500 volontari si sono alternati nei 137 punti vendita della regione per raccogliere il cibo donato dai generosi clienti. La gente ha risposto davvero calorosamente all’iniziativa lasciando, all’uscita dei negozi, una parte della spesa nelle mani dei volontari.
Sono ben 11 mila in Trentino Alto Adige gli individui al di sotto della soglia di povertà. L’anno scorso, grazie alla raccolta, sono stati distribuiti 210 tonnellate di prodotti di ogni genere a ben 4.500 persone indigenti. La Colletta alimentare potrebbe apparire una goccia d’acqua in un grande mare ma non è così: oltre a riempire la pancia a molti che l’hanno quasi tutti i giorni vuota, insegna a tutti noi che mangiare tutti i giorni per molti non è tanto facile. L’iniziativa, portata avanti a livello nazionale, è giunta alla nona edizione con il record delle donazioni: ben 8.100 tonnellate: il 17% in più rispetto al 2004!

Aborti volontari1.316 in un anno

L’Azienda Sanitaria ha fornito alcuni dati sugli aborti in provincia proprio mentre a livello nazionale mantiene sempre altri toni la polemica sulla pillola abortiva, la RU 486. Nel 2004 gli aborti volontari praticati in strutture trentine sono stati 1316 (vedi tabella). Ma emerge un dato che distingue il Trentino da buona parte delle altre Regioni. Da noi gli interventi di interruzione di gravidanza vengono eseguiti soprattutto in una clinica convenzionata, la Casa di cura Villa Bianca di Trento, con 840 aborti nel 2004 contro i 252 dell’ospedale S. Chiara e i 224 dell’ospedale di Rovereto.
Questo dato viene spiegato soprattutto con il fatto che nei due ospedali pubblici trentini autorizzati ad effettuare le interruzioni di gravidanza molti medici sono obiettori di coscienza. Il rapporto del ministero della salute, per il 2003, accertava la presenza in queste strutture di 11 ginecologi obiettori, pari al 42,1%. Nelle altre regioni gli aborti volontari vengono eseguiti quasi tutti negli ospedali pubblici, salvo la Puglia e la Sardegna, con rispettivamente il 53,3% e il 35,5% di interventi in clinica convenzionata (dati sempre riferiti al 2003).
L’Azienda sanitaria provinciale, analizzando l’andamento delle interruzioni di gravidanza in Trentino, rileva che «nel 2004 si è notato un lieve aumento nel numero assoluto di interventi, rispetto all’andamento di sostanziale stabilizzazione registrato negli anni precedenti e dopo il progressivo calo avvenuto negli anni ‘90». Si registra nel 2004 anche un aumento delle donne trentine accanto alla presenza di donne straniere, soprattutto romene, moldave, albanesi e marocchine, che negli ultimi anni hanno inciso in modo sempre più rilevante sul numero totale degli aborti.

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