Notizie dai palazzi, febbraio 2007

Data: 01/02/07

Rivista: febbraio 2007

Boom di viaggi all’estero

A tre anni dalla legge 40 sulla Procreazione Assistita, le coppie italiane dirette all’estero per superare problemi di fertilità sono cresciute di quattro volte. Secondo l’Osservatorio sul turismo procreativo in 27 centri specialistici tra Europa e Stati Uniti, le coppie italiane trattate negli ultimi 12 mesi sono state 4.173. Prima della legge 40 erano soltanto 1066: un vero a fare per queste strutture!
Le coppie in trasferta in Spagna sono passate da 60, prima della legge, alle 1.364 attuali: nei centri spagnoli considerati nell’indagine, dove si fanno mediamente 900 cicli di fecondazione all’anno, i pazienti italiani variano dal 10 al 50 per cento del totale. Una delle tecniche più richieste dalle coppie è l’ovodonazione, consentita a tutti: single, coppie conviventi o dello stesso sesso. Per le italiane si tratta di donne over 40 anni.
In Svizzera, invece, dove è vietata l’ovodonazione, si recano perlopiù coppie lombarde decise a congelare gli embrioni per gravidanze successive. A Bruxelles, dove operano molti medici italiani, l’11 per cento delle 3.500 coppie in cerca di aiuto provengono dall’Italia.
Ci sono poi la Grecia, a Salonicco le coppie italiane, prima assenti, sono arrivate al 12-15 per cento e la Turchia. Molte strutture italiane, inoltre, si sono collegate ad altre, in paesi diversi (Austria, Repubblica Ceca e Svizzera), dirottando le pazienti da un paese all’altro a seconda del tipo di intervento. Sembra decisamente necessario un intervento del Parlamento per una modifica della legge, apparsa subito troppo limitativa.

Quattordici milioni di euro

Li ha messi in bilancio la Giunta provinciale per il 2007 a copertura del passivo della mobilità sanitaria. Insomma, la fuga di pazienti trentini in cerca di cure in altre province non si arresta fin dal ‘99. Eppure la nostra sanità è ritenuta ottima anche a livello nazionale. La Giunta cercherà di ridurre il fenomeno, peraltro molto gravoso per le tasche pubbliche. In totale, nel 2007 il fabbisogno per la sanità sarà di 885 milioni di euro, con un incremento dell’1,1% rispetto al 2006. Ora è stata predisposta un’integrazione di circa 35 milioni. Se da una parte vi sarà un aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, che garantirà ai pazienti l’offerta di nuovi servizi a carico del servizio pubblico, tra cui ad esempio il parto indolore e la terapia del dolore, dall’altra sono in arrivo i ticket sul pronto soccorso (limitatamente ai «codici bianchi», cioè i casi al limite del superfluo) e, probabilmente, sulla specialistica (previsti 10 euro a ricetta). La Provincia prevede di incassare circa 10 milioni di euro.

Patologie neoplastiche

L’Osservatorio epidemiologico provinciale ha diffuso gli ultimi dati sulle patologie neoplastiche in Trentino. La nostra provincia detiene un pessimo primato, quella del maggior numero di casi di tumori del cavo orale, faringe e laringe. Fumo ed alcol, magari combinati, un’alimentazione errata e ridotta attività fisica i maggiori sospettati di questa incidenza. In tutto il territorio provinciale vengono diagnosticati mediamente ogni anno circa 3000 nuovi casi di tumore, 1600 per le donne e 1500 per gli uomini. I decessi sono circa 650/670 l’anno per le donne, 700/750 per gli uomini. I maschi hanno una probabilità su tre di ammalarsi di tumore nel corso della propria vita, le femmine una su quattro.
Le sedi più frequenti d’insorgenza di un tumore, più della metà dei casi, sono per i maschi il polmone, la prostata, la vescica, il colon e lo stomaco. Per le femmine, la mammella, il colon, lo stomaco, il corpo dell’utero e l’ovaio. L’intensa attività di screening promossa dall’assessorato alla sanità ha portato a risultati importanti: la diagnosi precoce del cancro al seno fa registrare la più elevata adesione d’Italia, quasi il 90% ed ha consentito di contrarre nettamente numero dei tumori al collo dell’utero con il controllo preventivo: quasi il 70 per cento delle donne tra 24 e 65 anni è sottoposta al pap test. Da ricordare che, nella prossima primavera, prenderà il via una campagna di vaccinazioni su ragazze di 12-13 anni contro il tumore all’utero.

Autismo

L’associazione genitori soggetti autistici del Trentino, AGSAR, potrà continuare la propria attività. L’Ufficio programmazione sanitaria dell’assessorato provinciale, ha infatti garantito la copertura finanziaria per le spese dell’anno in corso. Si tratta dei contributi necessari per tutte le terapie riabilitative, assicurate finora dal centro di Trento e da quello di Rovereto a cinquanta bambini e ragazzi autistici. In tutto 90.000 euro: 10.000 in più rispetto allo scorso anno, 40.000 in meno di quanto prospettato all’ente pubblico per un buon funzionamento del centro. Una notizia che allontana le nubi che siano addensate nelle scorse settimane sul centro. La situazione era degenerata al punto da far balenare la sospensione del servizio agli autistici.

Il «buco» dei pazienti in fuga

Le casse provinciali ogni anno devono tirar fuori troppi soldi per tappare il buco provocato dalla fuga dei pazienti che preferiscono rivolgersi a strutture sanitarie fuori provincia e regione. Nel 1999 furono spesi per questi interventi 3 milioni e 493 mila euro saliti, nel 2000, primo anno della direzione Favaretti, a 6 milioni. Il trend non ha mai smesso di impennarsi crescendo fino a toccare i 15,4 milioni nel 2004 nonostante l’Assessorato alla salute abbia fatto pressioni per contenere questa emorragia di almeno il 20 per cento. Data la buona rinomanza delle nostre strutture sanitarie, non è ben preciso il motivo per cui così tanti trentini scelgano di farsi curare lontano da Trento.

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