Notizie dai Palazzi, giugno 2002

Autori:Redazione

Data: 01/06/02

Rivista: giugno 2002

dai palazzi trentini

Trento, maggio

In un convegno dal titolo “Equità, solidarietà e tutela dei soggetti deboli nei servizi socio sanitari” tenuto a Trento lo scorso maggio si è parlato della necessità di responsabilizzare la società civile (ognuno di noi) e la comunità ecclesiale sui temi della salute e dell’assistenza a favore dei così definiti “soggetti deboli”.

Questo alla luce dello straordinario allungamento della vita media registrato in questi ultimi decenni (dai 40 – 50 del ‘800 ai 70 – 80 e più di oggi).

Questo allungarsi ha comportato da un lato l’incremento del numero di persone che vivono l’ultima parte della propria vita condizioni di non autosufficienza, dall’altro il dilatarsi della durata di questo stesso periodo, oggi circa sei anni. Da qui la necessità di tutelarli dal rischio di soffrire troppo per il peso della propria non autosufficienza.

Tiziano Vecchiato, relatore al convegno e direttore della fondazione Zancan, ha suggerito di costruire delle mappe di disuguaglianza, di verificare l’efficacia dei servizi, di accertare se il welfare locale riesca a soddisfare ogni cittadino oppure soltanto quanti hanno contratto un’assicurazione privata.

Altre soluzioni praticabili sono i “Piani integrati di salute” attualmente in via di perfezionamento in alcune regioni e le “Carte per la cittadinanza”, specie di clausole dirette ad assicurare a tutti servizi e standard di qualità.

Vecchiato ha poi suggerito la predisposizione di progetti personalizzati mirati sul malato, sulla sua famiglia ed sul contesto superando la semplice fornitura di una prestazione professionale. Tre i criteri necessari a definire i livelli di assistenza adeguati:

  1. sapere quanto si è disposti a spendere;
  2. cosa si intende far corrispondere alla spesa sostenuta;
  3. quali risultati di salute si garantiscono.

Bolzano, maggio: Giunta Regionale

Il Presidente della Giunta Regionale, Carlo Andreotti, ha riproposto il vecchio progetto di affidare alla Regione la gestione del fondo obbligatorio per l’assistenza ai lungo degenti.

Il progetto era stato lanciato già alcuni anni fa ma non se n’era fatto nulla per le immancabili divergenze di tipo politico ed economico, in particolare era rimasto sempre nel vago chi dovesse tirar fuori concretamente i soldi e gestirli. Vedremo anche stavolta!!

Trento, maggio: Azienda Sanitaria

Il bilancio consuntivo dell’azienda sanitaria provinciale di Trento si è chiuso per l’anno scorso in sostanziale equilibrio pur senza ricorrere all’immancabile prelievo di altri soldi dalle tasche del contribuente (leggi: incremento IRPEF) per evitare un buco delle dimensioni di quelle dell’anno precedente. La cifra totale è stata di 1.406,6 miliardi di lire (la moneta ancora in uso l’anno scorso) a sostanziale pareggio tra entrate ed uscite nonostante un incremento dei costi di gestione 192 miliardi. Ben il 10% di questo aumento è stato assorbito dalle case di riposo, segno che il problema finanziaria di garantire assistenza agli anziani diventa sempre più impellente.

Per l’anno prossimo è prevista un ulteriore incremento di quaranta miliardi (20 milioni di Euro) ma fatta eccezione della spesa farmaceutica (per contenere la quale è prevista l’introduzione del ticket) non vi sono particolari preoccupazioni.

Trento, maggio: Assemblea Consolida

Il Consolida, il consorzio di secondo grado della cooperazione sociale trentina (La Ruota, Sad, La Strada, Delfino ecc..) ha tenuto a Volano la propria assemblea annuale.

Preoccupazione di fondo la sempre più dilagante diffusione di un modello economico di impresa profit rispetto a quella non profit. Precisa l’accusa del presidente Michele Odorizzi: Si sta passando da un sistema di finanziamento dell’offerta ad un sistema di finanziamento della domanda.

Ciò significa in altre parole, che l’ente pubblico, anziché erogare in prima persona risorse ai soggetti privati (cooperative sociali) per farli operare a richiesta sul territorio, le elargisce indirettamente ai cittadini tramite la deducibilità fiscale dei servizi assistenziali ed educativi ed in forma diretta anche attraverso buoni acquisto (voucher).

Nel suo intervento di risposta l’assessore alla Sanità, Magnani, oltre a dirsi favorevole ai buoni acquisto purché orientati e finalizzati, ha confermato che la Provincia limiterà nel tempo il suo ruolo nell’assistenza a quello di indirizzo incrementando l’esternalizzazione (cessione ai privati).

Non abbandonerà comunque totalmente il campo ma porterà avanti la sperimentazione di nuove forme di assistenza e supporto al bisogno.

dai palazzi romani

Roma, aprile

Risparmi sui farmaci, diminuzione del loro prezzo del 5 per cento e una maggiore diffusione di quelli generici per contenere la spesa sanitaria. Sono parte delle misure previste dal decreto legge “Frena deficit” approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Per l’opposizione non si tratta altro che di una “ministangata”.

Roma, aprile

Ripristinare la “dose media giornaliera” di droga superata la quale si incorre nel reato di spaccio. Lo prevede il disegno di legge presentato da Alleanza Nazionale al Senato (primo firmatario Riccardo Pedrizzi), che vorrebbe tornare alla normativa abolita con il referendum del 1993.

La determinazione della dose media giornaliera è affidata al ministero della Salute. In pratica chiunque avesse droga in quantità superiore a tale dose non potrebbe invocare il “consumo personale” e sarebbe punito con la reclusione da otto a venti anni.

Roma, aprile

Per la prima volta il Garante per la privacy ha disposto un divieto specifico di pubblicare notizie personali. Riguarda il caso della ragazza siciliana colpita da demenza lo scorso anno a causa del morbo della mucca pazza (Creutzfeldt Jakob).

Per il Garante, pubblicare un’informazione di grande interesse generale come quella del primo caso della malattia nel nostro Paese, non rendeva necessario, come invece è avvenuto, accompagnarla con riferimenti tali da rendere identificabile la ragazza.

L’Autorità perciò constatate le numerose violazioni delle norme sulla privacy e del codice deontologico dell’attività dei giornalisti ha vietato il trattamento dei dati da parte dei mezzi di informazione. Nel provvedimento il Garante ha denunciato anche la collaterale violazione degli obblighi di segretezza sui dati personali dei degenti da parte del personale medico e sanitario.

L’ordine dei giornalisti ha diramato un comunicato in cui si legge: È la prima volta che il Garante, per proteggere la dignità e il diritto alla riservatezza, giunge a proibire ai giornalisti la diffusione dei dati.

Milano, maggio

Il Consiglio regionale lombardo ha approvato a larga maggioranza una mozione con la quale chiede al Governo e al Parlamento di regolamentare l’uso medico della canapa indiana e dei suoi derivati.

Una decisione storica con la quale i promotori intendono difendere la libertà di cura del paziente e la libertà di scelta terapeutica del medico.

Il Consiglio regionale ha anche approvato nella stessa seduta una mozione contro qualsiasi legalizzazione in risposta al dilagare delle nuove droghe sintetiche.

Roma, maggio

Solo tre italiani al volante su 10 allacciano la cintura di sicurezza e gli automobilisti meno attenti sono nelle regioni meridionali, dove la media scende al 18%, contro il 40% delle regioni settentrionali e il 25% di quelle centrali.

Più amato il casco, indossato in media dall’80% dei motociclisti. Sono i risultati dell’Osservatorio nazionale sull’uso dei dispositivi di sicurezza, elaborati dal laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e presentati ieri a Roma presso il ministero della Salute in occasione delle Giornate della sicurezza stradale.

A 10 anni dall’approvazione del nuovo codice della strada, si rileva nel rapporto, l’uso delle cinture di sicurezza appare cementato attorno a valori decisamente insufficienti. Eppure è ormai accertato che cinture e casco contribuiscono fortemente a limitare morti e feriti con gravi lesioni.

Roma, maggio

Chi scrive non ha pagato alcunché per quattro confezioni di medicinale classificato “generico” che, se di marca, gli sarebbero costate invece 58 euro: dunque occhio!!!

Perché questa abissale differenza? Primo perché: i generici non sono più coperti da brevetto (scade dopo un certo numero di anni) e qualsiasi azienda farmaceutica può produrli senza spendere un solo soldo in costose ricerche.

Secondo perché: a parità di principio attivo (la sostanza con capacità curative), efficacia terapeutica e forma farmaceutica (ad esempio fiale o compresse), i farmaci generici sono interamente rimborsati dal Servizio sanitario nazionale mentre i griffati no: per non pagare di tasca propria, bisognerà fare attenzione a quale medicinale si richiederà al farmacista. Su 9.000 confezioni disponibili in farmacia, 653 sono di farmaci generici. Lo Stato conta di risparmiare 100 miliardi.

Roma, maggio

La Corte di Cassazione, sezione Lavoro, ha concesso la pensione di invalidità ad una donna incapace di svolgere un lavoro causa l’anoressia. Questa sentenza, la 6.500, ravvisa la gravità dei disturbi alimentari, anoressia e bulimia, riconoscendo il diritto ai sofferenti ad avere un sostegno dallo Stato. Gli psicologi impegnati in terapie ammoniscono però sulla possibilità che il sussidio diventi un alibi al malato per non guarire e ricevere un comodo vitalizio. La Cassazione ha assunto come criteri l’età, l’altezza ed il peso minimo raggiunto dell’anoressica: 37 chili a 53 anni.

Le persone anoressiche sono in Italia circa 500 mila, per il 95 – 98% dei casi donne. La Cassazione ha ordinato al ministero dell’Interno di non attenersi rigidamente ai parametri tabellari di inabilità quando valuta la situazione di persone colpite dalla sindrome della magrezza o della bulimia.

Dai palazzi europei

Strassburgo, maggio

La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha respinto il ricorso di una donna inglese di 43 anni affetta da un male incurabile: aveva chiesto la non perseguibilità legale per il marito Brian se egli l’avesse aiutata a togliersi la vita. Nella sua sentenza, la Corte di Strasburgo ha affrontato ciascuna delle cinque presunte violazioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo postulati dalla signora nel suo ricorso contro il governo del Regno Unito.

In particolare, rispetto all’articolo 2 della Convenzione, ispirato alla salvaguardia del diritto alla vita, la Corte ha concluso che esso “non può essere interpretato come tale da conferire il diritto diametralmente opposto”, cioè quello a morire. La signora morirà pochi giorni dopo.

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