Notizie dai palazzi, giugno 2003

Autori:Redazione

Data: 01/06/03

Rivista: giugno 2003

Associazione Alzheimer trova finalmente una sede
L’associazione Alzheimer a cinque anni dalla costituzione ha finalmente a Trento una sede tutta sua, in Largo Nazario Sauro, dove si è trasferita alla fine del mese di aprile. All’associazione Alzheimer sono iscritte un centinaio di persone, soprattutto familiari che convivono con la malattia dei congiunti, alle quale l’associazione intende fornire sostegno, soprattutto di tipo psicologico. Parlare di Alzhaimer, ancora oggi, vuol dire parlare di una patologia neurologica di cui sono sconosciute le cause e che colpisce l’1% della popolazione sino ai 65 anni ed il 3/4 per cento della popolazione nella fascia d’età compresa tra i 65 ed i 70 anni.
Cala dell’8,6% la spesa sanitaria in Trentino
Quasi 2.000 euro per ogni abitante di Bolzano, appena 1.397 in provincia di Trento. Sono i costi 2002 dal Sistema Sanitario Nazionale, così come ricavati dalla relazione generale sulla situazione economica del Paese illustrata dal governo. A Bolzano il costo sanitario per ogni cittadino è cresciuto quasi di un quinto (+19,3%) a 1.991 euro mentre a Trento la spesa si è ridotta dell’8,6% (1.397 euro il dato pro capite). Globalmente, è il Nord che ha speso di più per l’assistenza sanitaria, con 1.574 euro pro capite in Val d’Aosta, 1.477 euro in Friuli e 1.467 euro in Liguria. All’opposto, Pugliesi, Calabresi, Campani, Siciliani e Sardi sono costati nel 2002, tutti meno di 1.300 euro a testa.
Disabili, al via 17 progetti per superare le barriere
Prenderanno il via tra breve, per concludersi entro il primo trimestre del 2004, diciassette progetti promossi dalla Provincia in occasione dell’Anno europeo del disabile. Si tratta di progetti pilota ruotanti attorno all’analisi delle difficoltà che i portatori di handicap incontrano in città e nel rapporto con le istituzioni pubbliche: barriere architettoniche; sport e turismo; sanità. Allo studio anche l’avvicinamento del disabile alle attività culturali promosse dalla città, che vanno dalla musica alle mostre (che devono essere accessibili a tutti, anche ai non vedenti), passando per il cinema ed il teatro. Su tutto però il tema dell’integrazione, partendo dalla scuola.
Disabili, c’è un nuovo clima ma è ancora ostile
Al convegno organizzato dal Comune per fare il punto in Trentino su «Lavoro & diverse abilità», l’Agenzia del lavoro ha portato cifre e dati: gli iscritti al 31 dicembre del 2002 nelle categorie protette erano 915, (534 maschi e 381 femmine), soprattutto concentrati nella categoria degli invalidi civili (876), mentre gli invalidi del lavoro sono 17, quelli del servizio sono 3, i sordomuti 15 ed i minorati della vista 4. Nello stesso periodo, sempre secondo l’Agenzia del lavoro, i disabili avviati al lavoro sono stati in totale 710, dei quali 510 a tempo pieno e 190 a part – time. I lavori socialmente utili hanno assorbito 145 disabili. Cifre davvero incoraggianti che segnano il passaggio dal collocamento obbligatorio delle «categorie protette» e quindi poco accettato al concetto di «inserimento mirato» vale a dire: «Conforme alle esigenze ed aspirazioni dei lavoratori, oltre che compatibile con l’organizzazione del lavoro aziendale». Il tutto grazie alla legge 68 del 1999 appositamente predisposta. Tuttavia il clima sul posto di lavoro è ancora difficile se non ostile nei confronti dei disabili.
Strutture per pazienti con patologie psichiatriche
Al via la seconda fase del progetto di riorganizzazione dei servizi residenziali per pazienti affetti da patologie psichiatriche. Si tratta delle strutture socio-assistenziali predisposte per accogliere soggetti con problematiche psichiatriche e delle modalità di integrazione socio-sanitaria volte alla creazione di una rete complessiva di risposta residenziale. Lo prevede la delibera dall’assessore Mario Magnani approvata a fine maggio dalla giunta. L’esigenza di riorganizzare l’offerta di servizi per gli affetti da disturbi psichiatrici in modo da avviare il definitivo superamento del modello psichiatrico costrittivo, tipo l’ex manicomio di Pergine, è composta da una diversificata e flessibile gamma di soluzioni assistenziali, sulla base di quanto previsto a partire dalla legge 180 (la notissima Legge Basaglia) fino ai recenti progetti nazionali per la tutela della salute mentale, risale alla necessità di riordinare e razionalizzare l’attuale sistema di erogazione dei servizi.
Carlo Urbani, un medico, un eroe
Carlo Urbani passerà alla storia come la prima vittima italiana del virus della polmonite atipica e come primo scopritore della stessa ma sarà ricordato soprattutto come medico che si è sacrificato per salvare gli altri. Si è comportato con coraggio e valore per gran parte della sua esistenza, senza tirarsi indietro di fronte alle difficoltà ed ai rischi del proprio lavoro. A lui è stata giustamente attribuita la medaglia d’oro della salute pubblica, anche come riconoscimento alla persona morta “sul campo” (il virus porterà il suo nome). La sua decisione di fare esperienze dure, difficili, non è stata episodica. Da molti anni aveva rinunciato alle comodità occidentali, al benessere ed alla fama, per andarsene prima in Africa Centrale e poi in Estremo Oriente, ad aiutare la povera gente, i disperati della Terra, i senza nulla. Dal suo luogo privilegiato di osservazione nei paesi poveri aveva scorto e severamente criticato le storture del mercato mondiale della medicina: Urbani criticava le aziende che preferiscono produrre farmaci adatti soltanto ai paesi ricchi e lottava perché le popolazioni più povere venisse garantito l’accesso alla salute. Nel 1999, come rappresentante di “Medici senza frontiere” nel 1999, aveva ritirato il premio Nobel per la Pace attribuito all’associazione umanitaria che con dedizione testimonia l’impegno di tante persone verso chi nasce, cresce (e muore) nell’orrore della guerra e della miseria.
Eros center per disabili anche in Italia
La sessualità nel disabile viene spesso taciuta ed ignorata se non soppressa dall’esterno con farmaci antiandrogeni. La denuncia arriva dal congresso internazionale “Therapy in Andrology” di Pisa. Il problema della sessualità, se non è affrontato adeguatamente, può portare alle soluzioni più disparate, fino al dramma: La cosa più angosciante per noi medici, ha raccontato il sessuologo Maurizio Bossi, non è solo il paziente che ci chiede di sopprimergli la libido coi farmaci ma le madri, disperate, per la situazione. Il “problema”, talvolta, viene risolto con l’incesto oppure con l’autogratificazione ma spesso per le lesioni motorie questo non è possibile. Per tale motivo, hanno ricordato al congresso, in alcuni paesi nord europei sono stati istituiti eros center appositi.
Milano, terapia antidolore
Entro maggio sarà pronta una nuova ricetta per i farmaci oppiacei, quelli destinati alle terapie del dolore che vengono somministrati a domicilio. Il provvedimento è già stato messo a punto e l’iter ministeriale è in via di completamento. Lo ha annunciato, a Milano, il ministro della Salute Girolamo Sirchia durante un convegno di oncologia. Si tratta di una ricetta in doppia copia, normale, che poi, già con le fustelle standardizzate, quelle leggibili con lo strumento ottico, danno anche automaticamente il carico e scarico in farmacia. La terapia del dolore, in Italia, è ancora poco diffusa: solo tre malati oncologici su dieci ricevono terapia analgesica adatta. Ancora un dato (dell’Unione tecnica italiana farmacisti) per disegnare la situazione: i consumi di oppioidi nel controllo della sofferenza sono, nel nostro paese, 12 volte inferiori a quelli tedeschi, 32 a quelli francesi e addirittura 110 meno di quelli danesi. Una parte della terapia del dolore può essere fatta dal medico di famiglia, una parte dallo specialista.
Allarme “Big One”
Un altro virus denominato “Big One”, di origine influenzale e ben più contagioso della Sars potrebbe essere in arrivo dalla Cina. Lo riferisce il mensile Focus in edicola oggi, spiegando come questo virus si sia già manifestato più volte in Cina e un mese fa anche in Olanda, ma sia stato sempre contenuto grazie alla mattanza di milioni di volatili che ne sarebbero l’origine. Già pronti i vaccini per una variante del virus, denominata H5N1. Rino Rappuoli, responsabile della ricerca sui vaccini della Chiron, facendo riferimento alla polmonite atipica ha commentato: “la Sars è solo una prova generale per la Sanità Mondiale: ci stiamo preparando ad affrontare Big One”.
Guerra planetaria al tabacco
I 192 Stati membri dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno approvato a Ginevra il primo Trattato internazionale per la lotta al fumo. La Convenzione quadro contro il tabagismo è stata varata senza opposizioni dall’Assemblea annuale dell’Oms. La Convenzione, che entrerà in vigore dopo la ratifica da parte di 40 Paesi, è il primo accordo internazionale negoziato sotto gli auspici dell’Organizzazione. Anche gli Stati Uniti si sono schierati in favore del testo. Il Trattato, la cui stesura ha richiesto quasi quattro anni di trattative, chiede ai Paesi di vietare o severamente limitare la pubblicità sul tabacco e stabilisce che almeno il 30% della superficie dei pacchetti di sigarette dovrà essere occupata da una messa in guardia contro gli effetti nocivi del fumo. Il documento sprona, inoltre, alla lotta al contrabbando, incoraggia aumenti delle imposte sul tabacco e promuove il concetto di responsabilità legale dei produttori di tabacco per i danni provocati dalle sigarette. La Convenzione riconosce inoltre l’imposta sul tabacco quale mezzo per ridurre il tabagismo ed invita gli Stati Uniti ad attuare campagne anti-tabacco. Il documento è composto di 38 articoli. Ogni Paese, dovrà «instaurare un divieto totale di qualsiasi pubblicità, promozione e sponsorizzazione» del tabacco. Le informazioni sugli effetti nocivi del fumo dovranno essere «chiare, leggibili e visibili» sui pacchetti di sigarette (e tabacco): il monito deve coprire il 50% o più della superficie dei pacchetti e, se non è possibile, almeno il 30%. Al bando anche la fabbrica di dolci o giocattoli a forma di sigarette.
Il piercing e tatuaggi vietati ai minori
In Toscana, la Giunta regionale ha approvato la prima legge in Italia a disciplina delle cosiddette «attività di estetica»: i minori di 18 anni non possono più dal 23 maggio «decorare» il proprio corpo senza prima aver chiesto il permesso a mamma e papà. Ma anche i tanti «tatuatori» che hanno saputo fare di una moda un mestiere dovranno stare attenti a non violare alcune regole base: oltre a non tatuare i minori dovranno evitare tatuaggi o piercing in parti del corpo che possono avere difficoltà di cicatrizzazione o addirittura conseguenza invalidanti. E, trascorso l’anno di tempo concesso per adeguarsi alle nuove regole, per chi trasgredisce sono previste multe severe che vanno dai 2.000 ai 15.000 euro. Con questa decisione, l’assessore regionale alla sanità intende tutelare i cittadini e il loro diritto alla salute. La legge prevede infatti per i «tatuatori» un corso di formazione professionale e l’adeguamento a basilari requisiti igienici. Basti pensare infatti che se l’80% di loro dispone di una sterilizzatrice, soltanto la metà la usa correttamente. Dermatiti, reazioni allergiche, qualche volta anche epatiti e perfino decessi (uno in Lombardia qualche mese addietro) sono alcuni dei rischi legati alla pratica di tatuaggi e piercing. Rischi che fino ad oggi non hanno scoraggiato i tanti amanti del genere, soprattutto giovanissimi, che in Toscana da ora in poi saranno meno liberi ma più protetti. Sperando che non vi interessi nemmeno un po’, ecco alcune tariffe: In Toscana per un piercing si paga dai 20 ai 25 euro per il naso, 30 per lingua, sopracciglio e ombelico e 42 per il capezzolo. I tatuaggi possono invece arrivare a costare anche 100 euro. Una spesa che questa normativa rende più sicura ma meno «ribelle».

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