Notizie dai palazzi, ottobre 2004

Autori:Redazione

Data: 01/10/04

Rivista: ottobre 2004

La casa di riposo trasloca

Trento. Anziani, il Consiglio comunale discute delle case di riposo. Il consiglio comunale di Trento ha respinto ai primi di agosto la proposta di chiudere la RSA (residenza sanitaria assistenziale) di via S. Giovanni Bosco (la cosiddetta Civica) e di utilizzare l’ex Ospedalino di via della Collina per i malati non acuti, appena dimessi dall’ospedale e non ancora autosufficienti. La maggioranza, in un suo ordine del giorno, dopo avere definito “inadeguata e vecchia” la struttura della Civica di via S. Giovanni Bosco, ha affermato che, nei prossimi due anni, gli anziani ora ospiti alla Civica casa di riposo troveranno un’adeguata sistemazione in due nuove strutture, in via della Collina (2005) e nella zona di S. Bartolomeo (2006). Questo proposito è stato a lungo combattuto dalla minoranza e da molti familiari degli ospiti che ritengono troppo decentrata la struttura. Da parte sua la maggioranza ha ribadito che l’area ora occupata dalla casa di riposo manterrà, urbanisticamente, la destinazione di area di servizi e di residenzialità per anziani.

Asl bocciata dai consumatori

Trento. I cittadini bocciano Asl. L’Adoc, un sindacato dei consumatori del Trentino, ha fatto un’indagine per conoscere l’opinione dei cittadini sui servizi sanitari. Non sono mancate le sorprese! A esempio, per quanto riguarda la Carta dei Servizi, presentata come il tentativo di avvicinare l’Asl ai cittadini, più della metà degli intervistati ha ammesso di non ricordarsi di averla ricevuta o di non sapere dove sia. Inoltre solo il 20 per cento degli intervistati si dichiara soddisfatto della sanità e il 37% la giudica peggiorata negli ultimi 4 anni. L’idea di una ricerca era stata suggerita all’ADOC dalle sempre più frequenti lamentele degli utenti, soprattutto per i tempi di attesa e la inevitabilità di dover utilizzare le visite a pagamento per ottenere risposte in tempi accettabili. C’è anche chi lamenta cure e strutture inadeguate o procedure vessatorie di pagamento.

Bilancio in pareggio per l’azienda sanitaria

Trento. Azienda sanitaria. Sostanziale equilibrio nel bilancio 2003 dell’azienda sanitaria: costi pari a 810,9 milioni (766,9 milioni del 2002) e un piccolo utile di 51.984. I costi di gestione sono aumentati, rispetto al 2003, di 44 milioni, sono aumentate le assegnazioni provinciali (+ 43,5 milioni) e le entrate proprie sono accresciute di 0,5 milioni rispetto al 2002.

Nel 2003 l’aumento dei costi ha rispecchiato quello nazionale con una spesa pro capite di 1.630 euro contro i 1.462 della media nazionale: 168 euro, pari all’11,51% in più giustificato dalla situazione geografica del Trentino. L’incremento è conseguente all’aumento del costo del lavoro (+15,6 milioni), delle prestazioni sanitarie in convenzione (+13,8 milioni), della spesa per beni e servizi (+4,9 milioni) e degli acquisti di materia prime (+4,9 milioni) nonché i costi per l’appalto dei servizi, manutenzioni informatiche, cucina e lavanderia, oltre agli incrementi per le partecipazioni libero-professionali (+4,7 milioni).

Un rapporto sulle pari opportunità. La Giunta provinciale ha incaricato il CENSIS di realizzazione un rapporto sulle pari opportunità in Provincia. L’idea di tale rapporto è stata suggerita da una Legge Provinciale, la 41 del 1993, intitolata «Interventi per la realizzazione delle pari opportunità fra uomo e donna». Grande spazio sarà dato allo studio dei nuclei familiari con un solo genitore. Una prima parte del lavoro sarà pronta entro la fine di questo mese mentre il resto lo sarà entro fine anno.

Nuovo reparto per curare l’ictus

Trento. Stroke Unit. Il reparto di neurologia dell’ospedale S. Chiara si arricchisce di un’unità semi-intensiva per il trattamento dei pazienti colpiti da ictus. La nuova «Stroke Unit», 6 posti letto, in tre stanze comunicanti, dotati di monitoraggio delle funzioni vitali e presenza costante di personale dedicato, è stata inaugurata lo scorso settembre ed è divenuta subito pienamente operativa. In Ialia l’ictus cerebrale rappresenta la prima causa di invalidità permanente (ad un anno dall’ictus 15% di invalidità grave, 40% di invalidità lieve) ed è la terza causa di morte, essendo responsabile del 10 -15% di tutti i decessi. Ogni anno in Italia ci sono 185.000 nuovi ictus e l’incidenza è destinata da aumentare con il progressivo invecchiamento della popolazione. La «Stroke Unit» è il tentativo di dare un’organizzazione più efficace alla diagnosi e al trattamento acuto dell’ictus, attualmente dispersi tra la neurologia, la medicina 1 e 2, la geriatria e la chirurgia vascolare. La creazione della “Stroke Unit” è un modo per riunire tutte le risorse di cui possono giovarsi questi pazienti. Nel nuovo centro il paziente sarà collegato ad un monitor sul quale, 24 ore su 24, verranno registrate le sue funzioni vitali, il monitor a sua volta sarà collegato ad una centralina di rilevamento. Questo controllo costante permetterà di prevenire e andare a verificare una serie di possibili complicazioni. Inoltre, la presenza di un fisioterapista consentirà al paziente di giovarsi di una riabilitazione precoce.

Legionella,
radoppiati i casi

Sono raddoppiati, rispetto all’anno scorso, i casi di persone che hanno contratto il morbo del legionario fuori dall’ambiente ospedaliero. L’ultimo caso di contagio riguarda un uomo di 65 anni che avrebbe contratto l’infezione nella sua abitazione di Pergine. I sintomi della broncopolmite da legionella si sono manifestati in maniera pesante, tanto che l’uomo ha fatto ricorso al pronto soccorso dell’ospedale S.Chiara, ed è tuttora ricoverato nel reparto infettivi, dove sta reagendo bene alla terapia antibiotica.

I casi di legionellosi segnalati alla direzione igiene pubblica dell’Azienda sanitaria, per la notifica all’Istituto superiore di sanità, quest’anno in Trentino sono stati dieci, di cui quattro ospedalieri e, purtroppo, anche uno mortale. La maggior concentrazione si è avuta tra luglio e settembre. In tutti i casi segnali sono scattate le procedure di controllo, con l’analisi dell’acqua e le conseguenti misure di bonifica.

Un 2003 pieno di nati

Record di nascite da dieci anni a questa parte, con il Trentino che registra uno dei migliori saldi naturali positivi (l’unico al nord assieme a quello del Veneto): +1.766 e col numero dei nati nettamente superiore a quello dei morti. A rilevarlo è l’Istat nel bilancio demografico relativo al 2003.
Nel dettaglio lo scorso anno in Italia sono nati 544.063 neonati (+5.865 rispetto al 2002), un valore eccezionale in termini assoluti, che però su scala nazionale non incide su saldo naturale dell’andamento demografico sempre di segno negativo (-42.405) come ormai si registra con regolarità negli ultimi dieci anni.
Nessun saldo naturale positivo tra le regioni del nord-ovest mentre, nel nord-est, il Trentino – Alto Adige e il Veneto hanno valori positivi rispettivamente pari di +1.766 e +124. Ricordiamo che l’anno scorso sono nati in provincia di Trento ben 440 bambini con almeno un genitore extracomunitario. Le regioni del Mezzogiorno, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia presentano un saldo naturale positivo, al contrario di Abruzzo, Molise, Basilicata e Sardegna. Rispetto ad una media nazionale di 9,4 per mille, il tasso di natalità varia da 7,3 nati per mille abitanti in Liguria a 11,5 nella provincia autonoma di Bolzano. Superiore alla media anche il tasso in Trentino, con 10,2 nati per mille abitanti.
Il tasso di mortalità nazionale è di 10,2 morti per mille abitanti; variano poi da 8,3 morti ogni mille abitanti in Puglia, ai 14,6 in Liguria. Nei periodi estivi nel 2003 si è verificato un incremento del numero dei decessi dell’11,6% contro il 2,4% del resto dell’anno, con un massimo del 23,7% nel mese d’agosto.

Eutanasia olandese anche per i più piccoli

Ai minori di 12 anni, sofferenti di mali incurabili si potrà in Olanda praticare l’eutanasia, la “buona morte”. Questo Paese, da sempre all’avanguardia in Europa in fatto di legislazione sull’eutanasia, ha infatti autorizzato una clinica universitaria ad attuare, nel rispetto di un severissimo protocollo, l’interruzione della vita a bambini affetti da malattie incurabili associate a sofferenze intollerabili.
Il protocollo è stato scritto in parte sulla base della legislazione già esistente nei Paesi Bassi sull’eutanasia e stabilisce, passo dopo passo, in modo preciso e rigoroso, la procedura da rispettare di fronte a casi di questo tipo, cioè a bambini così piccoli malati di patologie incurabili.

Una delle norme fondamentali prevede che un secondo medico indipendente si pronunci sulle condizioni del bambino. Il parlamento olandese è stato il primo al mondo ad approvare la legalizzazione vera e propria dell’eutanasia. La legge attualmente in vigore è stata promulgata nell’aprile 2002. L’eutanasia, già depenalizzata dal 1994, è applicabile a tutti i malati incurabili a partire dai 12 anni di età, con l’obbligo dell’autorizzazione dei genitori fino ai 16 anni.

Staminali contro l’infarto

L’Unione europea ha finanziato con quasi 2 milioni di Euro un progetto sulle cellule staminali da utilizzare per nuovi metodi di cura dell’infarto del miocardio. L’Italia aderisce alla ricerca clinica e di base con il maggior numero di centri a Milano, Roma e Monterotondo. L’obiettivo è duplice: sviluppare le potenzialità racchiuse nelle cellule staminali come possibile intervento terapeutico nell’infarto cardiaco e capire i meccanismi biomolecolari che possono indurre la staminale, cellula indifferenziata, a trasformarsi in cellula muscolare cardiaca. Saranno impiegate sia le staminali ematopoietiche sia quelle mesenchimali, entrambe del midollo osseo, per valutare alla fine di uno studio di tre anni, gli effetti delle une e delle altre. Le cellule prelevate da ogni paziente per evitare eventuali fenomeni di rigetto, dopo trattamento vengono reinoculate nel muscolo cardiaco o durante l’intervento di by-pass o reintrodotte per via coronarica attraverso un cateterismo cardiaco o dall’esterno una fonte governativa vietnamita attraverso il muscolo diaframma. Si spera di capire perché le staminali diventano cardiomiociti e se sono in grado, una volta trasformate, di comportarsi come cellule cardiache. Infine i ricercatori grazie a studi di genomica avanzata andranno a caccia dei geni capaci di promuovere la differenziazione da cellula staminale a cardiomiocita.

Allarme virus dei polli

Oms. Il Vietnam ha annunciato a metà settembre che un bimbo di quattordici mesi sarebbe stato ucciso dal virus dell’influenza dei polli. L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) in Vietnam ha detto di non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale del decesso. Per ora le analisi iniziali non hanno confermato per certo che si tratti del virus H5N1, responsabile della temuta influenza dei polli.
La situazione, come l’Oms ha ribadito più volte in passato, deve essere sorvegliata da vicino: sussistono infatti tutti gli elementi per lo scoppio di una pandemia influenzale». Ventitré persone erano decedute nei primi mesi dell’anno scorso in Vietnam (15) e Thailandia (8) a causa del virus dei polli diffusa da una vastissima ondata della malattia tra i volatili. La stessa Organizzazione mondiale della Sanità è preoccupata che il virus H5N1, altamente patogeno e mortale, possa mescolarsi con il virus dell’influenza umana e dotarsi dei requisiti necessari per passare facilmente da essere umano all’altro.

Lotta all’Aids

Roma. Entro fine mese l’Italia dovrà versare 100 milioni di euro al Fondo Globale per la lotta ad Aids, TBC e malaria, se vorrà mantenere gli impegni assunti nel recente passato a livello internazionale. Il Global Fund è uno strumento innovativo nel panorama delle Nazioni Unite ed è assai meno burocratizzato delle agenzie tradizionali. Unica sua pecca: mancano i finanziamenti dei Paesi donatori. Bene, per far tornare i conti nel giugno scorso, sono stati fatti sparire pure i 100 milioni promessi al Fondo globale ma, dopo le polemiche susseguenti ai tagli in bilancio che avevano “annullato” la promessa fatta dal governo al G8 di Genova, il ministro della Salute è intervenuto per rassicurare: Sono sicuro che troveremo una soluzione. La volontà politica c’è, si tratta solo di individuare la strada migliore.

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