Oriente Occidente

Da anni Oriente Occidente è in prima linea sui temi dell’accessibilità e dell’inclusione. Anche nell’ultima edizione l’incontro tra l’arte della danza e la disabilità è stato uno dei filoni conduttori. Una relazione che racconteremo attraverso tre linee: una panoramica dei progetti europei in corso, il metodo di lavoro della Stopgap Dance Company, il libro Altri corpi / nuove danze

Nel primo tema è Anna Consolati, responsabile dei progetti europei di danza e disabilità, a guidarci. Quattro i percorsi attualmente attivi; ci soffermeremo qui sul maggiore: Europe Beyond Access. Un piano quadriennale che intende abbattere l’isolamento degli artisti con disabilità e dare loro possibilità performative attraverso scambi, laboratori internazionali, residenze creative e altre modalità ancora. “Soprattutto in Italia – commenta Consolati – c’è necessità che il settore abbia voce e prenda forma: artisti ne abbiamo, alcuni anche molto affermati (come Chiara Bersani), c’è però da fare un lavoro capillare di cambiamento culturale, affinché una persona con disabilità possa pensare che se ha talento può essere un’artista, e come tale avere una propria autodeterminazione”. 

In questa logica rientra il lavoro della Stopgap Dance Company. La compagnia inglese, come si può dedurre dal nome, intende far crollare le barriere della diversità, proponendo – usando le parole di Consolati – “un modo di proporre la pratica della danza contemporanea attraverso la trascrizione di un linguaggio nuovo che permetta l’inclusione delle diversità nel processo creativo senza abbassarne la qualità”. Oltre ad offrire in prima nazionale il debutto di Frock, Stopgap ha tenuto – dall’1 al 4 settembre, e il 5 esito finale in piazza Urban City – un workshop (Frippery) aperto ad amatori abili e disabili del territorio. Il laboratorio è stato un successo di partecipazione e un’occasione unica di prendere parte ad un approccio all’insegnamento e alla creazione davvero inclusivo, innovativo e di alto livello artistico. 

Il dialogo tra danza e disabilità, infine, è al centro di Altri corpi / nuove danze, volume a più voci curato da Andrea Porcheddu ed edito da Cue Press. Ci racconta il curatore: “Il libro nasce da due motivi. Primo: la mia ricerca di critico teatrale. Tra le creazioni più belle ed interessanti del teatro danza, c’è quel che nasce dall’incontro tra gli artisti e condizioni di disagio. Secondo: la sollecitazione di Oriente Occidente, tra gli appuntamenti di teatro danza più importanti in Italia e in Europa. È stato un lavoro di coinvolgimento di artisti (sempre più avanti, con il loro sguardo acuto), critici, studiosi, operatori. Il libro non vuole dare risposte, ma aprire una riflessione su ciò che sta accadendo tra arte e disagio. C’è un fermento ampio e diverso nella diversità. Per gli artisti con disabilità si può parlare finalmente di teatro contemporaneo e di grande qualità”.

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