Gentile Direttore, ho 35 anni, sono affetto dalla nascita da atrofia muscolare, una patologia che indebolisce progressivamente i muscoli. Da piccolo facevo qualche passo, non sono mai riuscito a correre, a giocare a pallone o a salire le scale. All’età di 14 anni ho dovuto iniziare a usare una sedia a rotelle. Con l’aiuto di una carrozzina elettronica riesco a muovermi in città ma non sono in grado di compiere da solo gli atti quotidiani della vita come ad esempio alzarmi dal letto, vestirmi o cucinare. Vengo pertanto seguito in forma di assistenza domiciliare da parte del Comune di Trento attraverso l’ottima Cooperativa Sad che mi permette di vivere dignitosamente da solo e non dover essere ricoverato in strutture apposite. Mi sono laureato in economia e commercio nel 1998.
Con soddisfazione ho avuto varie esperienze come libero professionista in ambito informatico. Nel 2007 sono però stato costretto a chiudere l’attività lavorativa a causa degli altissimi costi dei servizi sociali che vengono calcolati in base al reddito. La seguente tabella esemplifica quanto sono costretto a versare in funzione di alcuni livelli di reddito (la prima cifra è il reddito netto annuo, la seconda la quota da versare al Comune): 5.000 euro – 2.549 euro; 10.000 euro – 6.049 euro; 20.000 euro – 13.049 euro; 40.000 euro – 26.880 euro. Come si vede l’incidenza è pesantissima già a partire da redditi bassi: 51% con 5.000 euro di reddito netto annuo.
Posso comprendere il principio secondo il quale il beneficiario del servizio è tenuto alla compartecipazione in base al reddito, ma non riesco a considerare «sociali» le regole vigenti, regole che rappresentano un totale blocco dell’attività lavorativa.
Il sistema vigente premia chi non fa niente (o fa il furbo) e penalizza fortemente chi vuole essere una risorsa attiva e non solo un peso per la società. Attualmente il servizio di assistenza è per me gratuito e non verso un solo euro di imposte. Lei non pensa che il sistema dovrebbe incentivare invece di bloccare le persone nella mia difficile situazione che decidono di impegnarsi a lavorare? In data 23 febbraio 2008 ho già fatto presente l’assurdità delle regole attuali al Servizio Politiche Sociali e Abitative della Provincia. Da allora non ho avuto alcun riscontro.