La vicenda narrata si svolge negli ultimi tre decenni del secolo scorso. Gli anni ’70 in Italia furono attraversati da movimenti di contestazione. Con entusiasmo, a volte con igenuità, si credeva possibile liberare il mondo da autoritarismo e sfruttamento; la convinzione era che idee di giustizia sociale sarebbero divenute presto le basi di un mondo migliore. Nel fervore di rivolte, in una facoltà di Matematica s’incontrano due ragazzi e una ragazza. Sono guidati da un’istintiva avversione per quanto c’è di finto e di costruito nel mondo e da un’irrequitezza che fa sembrare loro esigua e misera la vita imposta dalle generazioni precedenti con le sue regole ferree, a volte abituarie, e, in alcuni casi, segnati da ipocrisie. I tre amici trascorrono i pomeriggi cercando di decifrare le complesse teorie di algebra e geometria. L’irrequitezza all’inizio è una compagna eccitante. E se il bandolo della matassa di ragionamenti infinitamente complessi all’inizio sfugge, affrontandolo assieme i problemi divengono meno complicati; dove la mente si perdeva da sola, ora il nodo da disbrogliare è a portata di mano. Tra scoperte, nuove esperienze, la ragazza è divisa fra i due amici. L’intelligenza, l’ironia, l’amicizia consentono a ciascuno di acuire al meglio le proprie qualità.
A poco a poco tuttavia le vie dei tre si dividono. Sentimenti, pensieri vengono pervasi da dissonanze ed emozioni che oscurano i principi e scelte. il dialogo fra loro si perde, si confonde, e quasi in una “geometria paradossale del destino” la sorte sembra prendersi gioco di ciascuno quando la vita si dirige verso approdi diversi da quelli immaginati e desiderati. Il punto d’arrivo rovescia le aspettative , delinea un piano discorde da quello che sembrava prevedibile, immaginabile.
Renato Caccioppoli, un estroso professore di Analisi Matematica dell’Università di Napoli, nella ricerca di un senso nella vita indicò tre cose per cui vale la pena vivere. Quelle stesse attraversano la storia e l’anima dei tre protagonisti del romanzo di Paolo Borsoni.
Il testo, quando era ancora inedito, ha vinto premi letterari.
La giuria del Premio ‘Liberali’ nell’assegnarli il primo premio ha scritto: “Un romanzo bello e intrigante. Il contenuto offre più spunti validi e avvincenti. L’autore presenta un’interessante panoramica del genere umano attraverso la narrazione di una storia dalle ambientazioni e situazioni inconsuete con uno sguardo dolce-amaro. L’opera molto originale nel contenuto, articolata dalla psicologia, è espressa in modo chiaro e scorrevole. Il lettore si sente trasportato nella trama, preso amichevolemnte per mano dall’espressione diretta e colloquiale. Lo scrittore dimostra sensibilità e senso poetico, di cui affiora pathos, talvolta più leggero, talvolta più inquitente e mistico. La capacità descrittiva dei personaggi e dei luoghi è ottima come l’organizzazione e lo sviluppo della trama. Nel suo insieme l’opera è una rappresentazione graffiante della precarietà dell’uomo contemporaneo”.