Perchè siamo svogliati ?

Data: 01/02/12

Rivista: febbraio 2012

Vi è mai capitato di sentirvi con poche energie, svogliati, con un senso di impotenza?

Certo non siete gli unici e nella mia esperienza molte sono le persone che perdono l’energie e talvolta la voglia di reagire fino ad arrivare a chiudersi completamente in se stessi quasi a rinunciare a vivere. Di questi tempi poi gli effetti della crisi del lavoro, dei legami familiari insomma delle certezze di base sembrano minare in modo potente anche la nostra motivazione.

La motivazione tuttavia è qualcosa che dobbiamo difendere con tutte le nostre forze perché ha a che vedere con il nostro benessere; è uno strumento importante per poter soddisfare i nostri bisogni, quelli per noi basilari che ci danno il vigore per affrontare meglio la quotidianità.

Questo è bene tenerlo in mente perché spesso incontro persone che mi chiedono le ragioni del loro stato di immobilità.

Questo spesso è uno dei motivi per cui questi stati di insoddisfazione possono costarci molto in termini di benessere e di relazioni interpersonali.

Come possiamo fare allora? Prima di tutto sarà importante comprendere che le ragioni sono ben diverse dai motivi che guidano la nostra vita. Infatti comprendere le ragioni della nostra insoddisfazione può aiutarci a comprendere un piccolo pezzetto del nostro sentire, ma non a risolvere il nostro malessere.

Ecco perché spesso affronto insieme a chi mi chiede aiuto la domanda “Perché continuo a sentirmi svogliato? Le ho provate tutte: uscire con gli amici, fare sport, cambiare lavoro. Niente è servito”.

Spesso capita infatti di trovarci a costruire grandi teorie intorno ai perché della nostra condizione: è colpa del partner che ci ha lasciati, dei trattamenti iniqui sul lavoro, dell’indifferenza degli altri…

Tutte ragioni che possono avere una parte nella nostra poca voglia a vivere, ma che spesso non sono la radice del nostro soffrire. Il risultato allora è che la sofferenza non si allevia, ma si acuisce perché si aggiunge il senso di frustrazione.

Ho in mente invece molte persone che, in poco tempo, hanno colto i significati nascosti che condizionavano il loro modo di percepire il mondo, essere e relazionarsi con gli altri partendo dai loro obiettivi consapevolmente voluti e volutamente perseguiti (lavorando quindi sul presente in una prospettiva futura, senza scavare nel passato). Questo permette di individuare i bisogni che sono alla base della nostra felicità.

Credo la felicità sia un diritto di tutti e un dovere anche nei confronti delle persone che ci stanno vicine: se siamo più felici stiamo meglio noi, ma soprattutto possiamo aiutare e far star meglio le persone che ci circondano.

E la buona notizia credo sia quella che è possibile trovarla partendo dal qui ed ora.

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