Potere normodotato?

Data: 01/10/15

Rivista: ottobre 2015

La legge 20 maggio 1970, n. 300 – meglio conosciuta come statuto dei lavoratori – è una delle norme della Repubblica Italiana in tema di diritto del lavoro. Introdusse importanti e notevoli modifiche sia sul piano delle condizioni di lavoro che su quello dei rapporti fra i datori di lavoro, i lavoratori con alcune disposizioni a tutela di questi ultimi e nel campo delle rappresentanze sindacali; ad oggi di fatto costituisce, a seguito di minori integrazioni e modifiche, l’ossatura e la base di molte previsioni ordinamentali in materia di diritto del lavoro in Italia. L’esigenza di una regolazione precisa ed equitativa dei meccanismi del mondo del lavoro crebbe di importanza nella seconda metà del xx secolo, ed in particolare a partire dal secondo dopoguerra italiano quando, dovendosi ripensare la strutturazione dello stato post- fascista, la revisione dei rapporti sociali dovette tener conto dell’accresciuta rilevanza del mondo del lavoro fra i temi importanti nel nuovo regime di democrazia. Nel dopoguerra, perciò, con la nascita della Repubblica Italiana la costituzione italiana al primo articolo conteneva riferimento al lavoro come punto fondante dell’ordinamento repubblicano, diede un ulteriormente corroborante valore simbolico alle tensioni politiche che già dalla fine dell’Ottocento propugnavano forme di “civilizzazione” del lavoro dipendente e subordinato e che miravano ad equilibrare in senso democratico la relazione fra padronato e lavoratori. La normativa italiana di allora in tema era piuttosto scarna presentando invero alcuni istituti come la fissazione di limiti minimi di età per il lavoro minorile in cave e miniere, la riduzione della durata della giornata lavorativa ad 11 ore per i minori ed a 12 per le donne, il diritto di associazione sindacale e quello di sciopero, le prime normative antinfortunistiche e l’obbligo di forme assicurative (1920), il divieto di mediazione e di lavoro (caporalato) – ma tuttavia la normativa fondamentale era contenuta principalmente nel codice civile italiano. Ho volutamente fatto una lunga disamina nel mondo della normativa italiana, prima di parlare di tutela dei disabili, dei minori, degli anziani e dato il contesto in cui viviamo anche dei più disagiati, migranti compresi, ma non solo. Le lotte per ottenere i propri diritti da sempre il genere umano cosiddetto “civile” le ha sempre condotte a vantaggio di molti contro il potere di pochi. Non sempre però appartenere ad una minoranza significa avere del potere. Guardate il mondo disabile. Siamo pochi rispetto ai normodotati e siamo completamente privi di poteri. Il mondo del lavoro ci etichetta come assunzioni obbligatorie, Cioè siamo un obbligo non un piacere del mondo lavorativo di ricevere anche il nostro contributo? Siamo inseriti in” speciali liste” speciali per cosa? Abbiamo forse tre gambe ed otto occhi? Abbiamo quale tipo di specialità? Quella di sopportare senza mai ribellarci? Direi che se questo significasse “Liste speciali” allora sarebbe ora di cambiarne la dicitura. Mi sembra che in questa fase epocale le cose siano peggiorate a ritmi vertiginosi. Tutto viene distrutto. La stessa natura ha presentato il conto agli esseri umani. Alluvioni, Tsunami, trombe d’aria, uragani e poi ancora, odi razziali e violenze, guerre di religioni nel nome di assurdi ideali, governi dittatoriali ed eccidi organizzati. I normodotati che non vengono inseriti in liste speciali sanno fare questo? Hanno saputo creare, permettetemi: hanno saputo distruggere, questo bellissimo mondo che è diventato la vergogna della galassia. La terra umiliata nei suoi polmoni naturali con la deforestazione praticata sistematicamente e senza programmazione dai biechi interessi dei “ bipedi umani”, i blocchi politici levati ai dittatori per guerre di interessi hanno permesso si riversassero in giro per l’Europa una marea di migranti che scappano dalla guerra, iniziative quali Mare Nostrum, hanno alimentato il mercato della schiavitù moderna che arricchisce scafisti senza scrupoli, contrabbandieri di organi e sfruttatori della prostituzione. Ora ditemi voi chi deve difendere chi? Forse se i governanti si mettessero da parte e lasciassero a chi come noi disabili, sa bene cosa significhi soffrire quotidianamente anche solo per poter accedere a dei bagni non a norma, il mondo sarebbe più equo e senza finti equilibri. Difendere se stessi, difendere il mondo, difendere tutto ciò in cui si crede, compresi i veri ideali di Amor Patrio, difendere gli anziani, i minori,le donne, i più sfortunati, questo sarebbe ciò che noi faremmo veramente ma, così non è, anche se non ci pare.

 

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