«Prendersi cura di una persona che, a causa di un deficit cognitivo ha perso la mente, è un compito difficile e faticoso, senza sosta né risparmio» ne è convinta la direttrice dell’Azienda pubblica di servizi alla persona S. Giuseppe di Primiero Federica Taufer, che continua: «La demenza è una palestra che mette a dura prova i legami».
Per conservarli il più possibile, perciò – assieme ai suoi colleghi – ha messo in piedi un innovativo giardino che, attraverso i sensi, stimoli la memoria dei malati di Alzheimer.
L’idea affonda le radici nel 2010, quando – durante i lavori di ampliamento della casa di soggiorno – venne realizzato uno spazio interno vetrato con fiori, piante e una fontana, al secondo piano, in collegamento con la terrazza esterna. Successivamente, il progetto è stato affinato per dar vita a un nucleo dedicato in maniera esclusiva ai pazienti con demenza, al fine di seguirli meglio grazie ad attività specifiche e di ridurre il wandering e il conseguente rischio di fuga.
«Il nucleo Alzheimer – spiega Taufer – che stiamo ultimando proprio in questo periodo, è pensato per ospitare dieci pazienti, restituendo loro una dimensione domestica, caratterizzata da un’atmosfera rassicurante, di tranquillità e riservatezza». A corredo del nucleo, tramite il Servizio per il Sostegno Occupazionale e la Valorizzazione Ambientale della provincia di Trento, è stato invece già ultimato – su una superficie adiacente di circa 650 metri quadrati – il giardino dei sensi.
Lo spazio verde, inaugurato ad agosto, è delimitato sui lati da una recinzione completamente mascherata da una siepe di carpino bianco e collegato al nucleo Alzheimer tramite una pedana antiscivolo. Organizzare un luogo di questo tipo, infatti, è sì questione di gusto estetico, ma anche di sicurezza e praticità. «I residenti devono potersi muovere liberamente, ma al contempo il personale deve poter controllare i loro movimenti in modo da intervenire tempestivamente laddove necessario».
Ecco, quindi, che sono stati progetti percorsi ellittici, larghi e pianeggianti, nelle tonalità del rosso mattone e dell’ocra chiaro. Lungo il loro sviluppo, poi, sono stati inseriti degli slarghi che ospitano pergolati, sedute e fioriere. In queste ultime crescono essenze odorose come salvia, timo, rosmarino, menta, santoreggia e origano. Ciò al fine di organizzare programmi di animazione mirati, volti al recupero dei ricordi passati, legati alla cultura contadina e, in particolare, alla cura dell’orto. Le piante, inoltre, sono collocate a un’altezza che permette di toccarle, per favorire le sensazioni tattiche. Il percorso è arricchito da una fontana, perché proprio come il profumo delle erbe aromatiche, anche lo zampillio dell’acqua è un rumore familiare che stimola la memoria attraverso l’udito. Anche la vista viene solleticata dal fatto che le specie piantate presentano diverse varietà cromatiche, scalari nel corso delle stagioni, e sono raggruppate per tonalità. I colori dei percorsi e il corrimano continuo sono infine di sostegno al senso dell’orientamento e danno al malato la sicurezza necessaria per muoversi in autonomia. Ad oggi, il giardino è destinato ai residenti con demenza che sono ospiti dell’Apsp e per i quali, conclude Taufer: «Siamo fiduciosi che la realizzazione di un nucleo dedicato ci aiuterà a migliorare l’assistenza», perché, come è stato ricordato all’inaugurazione citando il grande scrittore Jorge Luis Borges: «Non sai bene se la vita è viaggio, / se è sogno, se è attesa, se è un piano che si svolge giorno/ dopo giorno e non te ne accorgi / se non guardando all’indietro. Non sai se ha senso. / In certi momenti il senso non conta. /Contano i legami».