Quando mobilità fa rima con libertà

Data: 01/02/11

Rivista: febbraio 2011

È già buio e piove quando arrivo al mio appuntamento. L’enorme edificio delle Berliner Verkehrsbetriebe, l’azienda dei trasporti di Berlino, si confonde con il paesaggio urbano che lo circonda. Se non fosse per la grande scritta luminosa “BVG”, acronimo e nome d’uso dell’azienda, non potrei immaginare che dietro quella facciata grigia si nasconde il mondo dinamico di questa fondamentale realtà berlinese, che occupa circa 11.500 persone e ne trasporta 2,5 milioni al giorno.

Oltrepassato il pesante portone d’ingresso, ci vorrà ancora un po’ perché il mondo dei treni e autobus gialli mi si dischiuda. Comunico il mio appuntamento alla reception, vengo condotta in una saletta d’attesa, dove poco dopo mi raggiunge Christine Albrecht, il mio appuntamento. È una donna dall’aspetto severo, che, dopo una stretta di mano e un apparentemente interminabile viaggio in ascensore, mi conduce nel suo ufficio. Non ci metto molto a capire che i modi formali della Responsabile Anziani e Passeggeri con Handicap (Beauftragte fuer Senioren und Fahrgaeste mit Behinderungen) nascondono molta disponibilità e un grande interesse per il colloquio che sta per iniziare. Ricopre quella posizione da circa quattro anni e il suo lavoro consiste nel coordinare le misure intraprese dall’azienda dei trasporti a superamento delle barriere architettoniche e nell’informare l’opinione pubblica a riguardo. Si tratta, in effetti, di un lavoro di mediazione tra le esigenze degli utenti e gli interessi dell’azienda. Christine raccoglie i bisogni e gli umori delle persone e li riporta all’interno; è fondamentale, dice, che il tema della Barrierefreiheit, ottimo termine tedesco che lascia nelle orecchie la dolce eco della parola Freiheit (libertà), rimanga costantemente attuale. La sig.ra Albrecht ci tiene subito a precisare come le misure intraprese dalla BVG per il superamento di tali barriere favoriscano in realtà tutta l’utenza. Con un sorriso racconta delle chiamate ricevute da neopapà riconoscenti, trasformatisi nel tempo di un vagito da baldi giovani, abituati a correre per le scale per prendere il treno al volo, a goffi spingitori di carrozzine, dipendenti come mai prima dalla presenza di ascensori. Per questo i costi elevati della libertà da barriere vengono ripagati da un comfort di cui tutta la popolazione può usufruire e che l’uomo d’oggi si aspetta.

La politica dei trasporti della città di Berlino si ispira all’accessibilità dei mezzi pubblici da parte di tutti. Christine Albrecht cita la politica perché è il Senato cittadino a finanziare le misure per rendere la città libera da barriere. La stessa iniziativa per nuove misure è spesso frutto di una sinergia tra BVG e politica. Albrecht sottolinea la necessità del sostegno da parte della politica per un settore che nel futuro diventerà sempre più importante per tutti. Ma il mondo della politica non è l’unico partner della BVG in questo lavoro: fondamentale è la stretta collaborazione con i Behindertenverbaende, le associazioni dei portatori di handicap. Nuove proposte, dice la Responsabile, trovano sempre presso la BVG un orecchio disposto ad ascoltarle. E in effetti, rientrando il suo lavoro nella definizione di marketing, il riscontro che le misure intraprese ottengono presso il pubblico riveste un valore decisivo per Christine: non nega le inevitabili critiche, ma precisa che la risonanza è per la maggior parte positiva e rispecchia la qualità superiore alla media del servizio offerto dall’azienda dei trasporti berlinese. Questo è dimostrato dal numero elevato di persone portatrici di handicap o con ridotte capacità motorie che quotidianamente usano il trasporto pubblico. Se citare cifre complessive esatte è impossibile, ne basti una per rendere merito alle dimensioni dell’utenza: si calcola che ogni giorno siano circa 1.500 le persone in sedia a rotelle che utilizzano i servizi della BVG. In questo sono aiutate da personale competente. Esso viene costantemente formato dall’azienda e preparato a sostenere gli utenti, le cui esigenze non vengono studiate sui libri, tutt’altro: gli autisti, ad esempio, possono provare ad utilizzare gli ausili tipici dei portatori di handicap o ad infilarsi una tuta speciale che ne rende difficoltosi i movimenti, per simulare i limiti motori di un anziano. Non solo: anche ai portatori di handicap viene data la possibilità di mettersi nei panni del personale dell’azienda, occasione volta a soddisfare più di una mera curiosità, dato lo stress cui gli autisti, soprattutto di autobus, sono sottoposti nel traffico. Questo avviene ad esempio durante i training. Si tratta di una decina di appuntamenti l’anno, distribuiti tra fine aprile e fine settembre, che hanno luogo nei piazzali dell’azienda in tutta la città e vengono dedicati di volta in volta a un tipo di mezzo diverso. Essi sono pensati ad esempio per chi ha una nuova sedia a rotelle e vuole esercitarsi nell’utilizzo dei mezzi pubblici in una situazione che è priva dello stress dettato dai tempi stretti del percorso urbano. I training riscuotono grande successo e sono molto apprezzati dagli utenti: ne è la prova il fatto che alcune persone, spesso con gravi difficoltà motorie, percorrono molta strada per raggiungere il luogo dell’appuntamento. E non sono solo i più giovani ad abbracciare con entusiasmo l’iniziativa. Uno degli strumenti impiegati al training è il rollator, il classico deambulatore con cui le persone anziane possono riacquisire una certa sicurezza nei loro spostamenti, ma il cui utilizzo richiede un grande sforzo soprattutto in situazioni quali la salita o discesa dai mezzi: essendo uno strumento che deve offrire stabilità, l’inclinarlo diventa un’operazione quasi impossibile e l’allenamento, quindi, necessario. Il grande successo non è dovuto solo all’ottima organizzazione, ma anche al fattore di aggregazione che il training rappresenta: la possibilità di confrontarsi con persone che hanno difficoltà simili alle proprie e di darsi vicendevoli consigli, infatti, arricchisce ulteriormente questa bella opportunità. Non solo i portatori di handicap traggono profitto dai training, ma la stessa BVG ne ha dei vantaggi notevoli: più persone sono in grado di utilizzare il trasporto pubblico in relativa autonomia, più facile diventa il compito degli autisti e migliore il servizio dell’azienda. Autonomia è la parola chiave di questi training: per l’azienda dei trasporti berlinese è fondamentale che ognuno dei suoi utenti possa utilizzarne i servizi senza limitazioni. Tuttavia, ai training prendono parte anche gli accompagnatori dei Mobilitaetshilfedienste (Servizi di aiuto alla mobilità) e del Verkehrsverbund Berlin-Brandenburg (Unione del Traffico di Berlino e del Brandeburgo), quest’ultimo un servizio offerto a chiunque viaggi con i mezzi pubblici e abbia bisogno di sostegno fisico, accompagnamento (è possibile “prenotare” un accompagnatore), ma anche semplicemente di informazioni; il personale è altamente motivato, trattandosi di disoccupati di lungo periodo che vengono impiegati in questo settore per un paio d’anni, al fine di essere reintrodotti nel mercato del lavoro.

È un’attività complessa, quella di Christine Albrecht, che lei svolge con passione perché consiste nel dare risposte a problemi vecchi e nuovi, osservandoli dai punti di vista più diversi e con un’attenzione costante alle esigenze delle persone. E di strada ne è stata fatta tanta da quel lontano 1987, in cui un gruppo di berlinesi in sedia a rotelle ha dato inizio alla Barrierefreiheit scendendo sul Kurfuerstendamm, lo storico viale dei negozi chic di Berlino, e bloccando gli autobus ha chiesto “trasporto pubblico per tutti”. Ma Christine guarda al futuro e, come dice lei, l’importante è che il tema della libertà da barriere architettoniche rimanga sempre in primo piano.

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