Trent’anni fa Natale Marzari sfoderava il suo prodigioso “mazzòt” per smantellare o smussare, in vece delle autorità competenti, gradini, rampe e marciapiedi e mettere, al di là delle misericordiose buone intenzioni da più pulpiti declamate, “ogni” cittadino di Trento in grado di usufruire dell’intera città!
La battaglia, estremamente dura, fu determinante per imporre all’opinione pubblica il problema dei disabili e per dar loro l’opportunità di diventare cittadini ordinari! Se oggi a Trento è normale incrociare persone in carrozzina oppure vederle a scuola o al lavoro o semplicemente, come direbbe il Vasco, “persi per i fatti loro” lo si deve proprio a lui e alla sua innovativa terapia “d’urto”!
ll punto però non è questo e, ribadito il grazie a Natale, volevo fare qualche considerazione. Mi capita spesso di conoscere persone di fuori provincia che, dopo qualche momento, non essendo la mia carrozzina altrimenti occultabile, mi fanno notare come in giro per città ne abbiano viste tante altre! Quasi inevitabile l’esclamazione: Ma quanti in carrozzina qui a Trento… ne avrò incontrati almeno cinque!!
Segue uno sguardo di indulgenza, quasi a dirti che, con una tale concentrazione di sfigati in città, se è capitato anche a me di finire su una sedia a rotelle non deve destare sorpresa.
Il loro compatimento però sbiadisce presto allorquando faccio presente a questi “foresti” che non è Trento ad avere tantissima gente in carrozzina ma sono, purtroppo, una buona parte delle altre città d’Italia a non averne abbastanza: la percentuale di disabili motori è più o meno uguale dalle Alpi all’Etna. Dunque, dove sono i vostri?
Ricordo ai foresti che qui tutti i marciapiedi sono arrotondati, che scivoli e montascale sono ovunque ci sia un dislivello da superare, che gli edifici pubblici sono tutti sbarrierati ecc.. ecc.. in modo da rendere accessibile ogni spazio possibile. Li invito poi ad andare con la mente ai loro marciapiedi ecc.. ecc.. e la precedente espressione di indulgenza lascia posto ad una di stupore con l’emissione di un “è vero, non ci avevamo pensato!”
Balbettano qualche attenuante per la mancanza di gente in carrozzina per le vie della loro città: lavori in ritardo, cambiamento di maggioranza, mancanza di fondi, qui avete l’autonomia ecc.. accompagnata da un elogio riparatore alla nostra città, seguito da un momento di smarrimento quando ricordo le numerose leggi della Repubblica messe a punto per il superamento delle barriere e sul reinserimento di disabili nella società.
Più nello specifico, ricordo, la nostra Costituzione già nel 1947 dichiarava: “Tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge” e più avanti: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli d’ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (art. 3).
A tutti i cittadini, compresi dunque quelli disabili, rimane “il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” (art. 4, comma 2).
Se la Costituzione non viene rispettata dalle amministrazioni locali, la responsabilità è dei cittadini (voi/noi!!) che continuano ad eleggere le persone sbagliate!
L’indulgenza iniziale, a questo punto, si trasforma in mortificazione, e, prima dei saluti, quasi quasi mi chiedono scusa per l’osservazione fatta!
Morale della storia: se nella vostra città non incontrate persone in carrozzina, ciò non è dovuto al fatto che lì sia più complicato e raro che qui perdere l’uso delle gambe o peggio, ma che, sfortunatamente per chi incappa in una tal malasorte, le difficoltà per circolare, andare al lavoro e anche scuola, al bar sono troppe e non resta che consolarsi in casa davanti alla TV!!