La RAccatuM Band è un progetto musicale di strada che dà voce ai senza fissa dimora. Davide Caceffo, che si occupa del progetto nella sede de Il Punto d’Incontro in via Travai a Trento, ha fondato il gruppo nel 2012 assieme a Michele Boso e da allora la band ha vissuto “di alti e bassi”, «ma – spiega Davide – considerato tutto più di alti». Quando sono andato a trovarlo, oltre a lui ho conosciuto Tiziano, uno dei musicisti di strada che si esibisce con la band. La RAccatuM Band non è un posto per le persone con la cravatta e mi ci sono trovato subito bene anche per questo. Durante la nostra chiacchierata mi hanno fatto ascoltare alcune delle loro canzoni. Siamo dalle parti dei vecchi cantautori degli anni Settanta. Mi è venuto subito in mente Guccini per la sua capacità di raccontare spesso le storie degli ultimi, dei reietti dimenticati e abbandonati dalla società. «Io – dice Tiziano, che sicuramente è il membro più loquace della band – sono arrivato nel 2012 e loro avevano già iniziato. Un pomeriggio passando di qui, sento questa musica, apro la porta e Michele mi fa di andare dentro. Inizio ad ascoltare questa musica e penso che sia una figata».
Sandor, che in questa occasione ci ha raggiunto per via telefonica, aggiunge: «La band è tutto quello in cui credo. Affetti, musica, fratellanza e soprattutto un modo per stare insieme ad altre persone. Quando Davide mi parlò di questo suo progetto, io gli chiesi subito dove si firmava. La musica è sempre stata una mia passione, ma è grazie a Davide se sono riuscito ad imparare uno strumento musicale. Fino a ventindue anni fa non suonavo. Ho iniziato quando ero piccolo. Suonavo assieme a lui perché era il mio padrino». Il cofondatore aggiunge: «Inizialmente eravamo io e Sandor. Poi si è aggiunto Michele. Poi Tiziano. E ci siamo espansi».
La musica della RAccatuM Band è molto semplice e gli arrangiamenti cambiano in base ai componenti della band presenti in quel momento. A volte si tratta solo di un paio di persone. Altre si aggiunge qualcun altro con un flauto, una percussione o quel che c’è. Anche la composizione dei brani è simile. Non c’è molto spazio per le cose raffinate della musica che passa per le radio. «Le canzoni sono spesso un colpo di fortuna. Alcune vengono fuori in maniera spontanea» dice Davide.
Ma cosa significa suonare in strada con persone che non hanno una casa?
Per Sandor «è uno stile di vita. Si impara molto. Sono del parere che quando suoni con una persona impari tanto del suo vissuto, del suo malessere ma anche dei suoi pregi e difetti. Una delle cose per cui mi piace suonare coi senza fissa dimora è proprio questa. Conoscere le persone. Non sentirsi soli. Il senza fissa dimora, che lo ammetta oppure no, è sempre una persona che soffre della solitudine. Noi facciamo in modo che ciò non accada. Noi gli diamo una voce».Tiziano aggiunge: «A me piace l’allegria, Davide sa come sono fatto. Non lo facciamo per scopo di lucro. Io mi diverto un casino, ma anche gli altri si divertono». La band si esibisce per le strade di Trento, ma anche in altre città, come Bergamo, Pavia e Brescia. In dieci anni, ha suonato in circa 125 concerti. La musica di strada ti impone di suonare davanti a palchi poco convenzionali, ma ti concede anche molte libertà artistiche. I testi della RAccatuM Band, che sono scritti un po’ da Davide, un po’ da tutti assieme, raccontano proprio di cosa significa vivere ai margini di una società. «Non ho mai voluto cercare la lacrima facile – dice Davide – non ho mai vissuto in strada, ma non ho mai voluto neanche fare qualcosa di simile alle pubblicità strappalacrime che si vedono ogni tanto in tv. Quando scrivo una canzone e la propongo alla band, chiedo sempre se è valida oppure no, se riesce a ricalcare davvero quello che significa trovarsi in questa situazione». Il lockdown ha influito sulla composizione della band. Molti elementi hanno dovuto abbandonare per le più svariate ragioni. Igor Pivotto, ad esempio, si occupa della gestione di una radio. Anche i concerti sono diminuiti, per ovvi motivi.
Da pochissimo la RaccatuM Band collabora anche con Piazza Grande, la rivista bolognese che si occupa della tematica dei senza fissa dimora, ospitando anche diversi di loro fra le proprie pagine. Attualmente, Piazza Grande viene venduta anche a Trento, grazie alla collaborazione di Libera La Parola, Gioco degli Specchi, ATAS Onlus e Punto d’Incontro. L’idea è quella di permettere a due persone incaricate di vendere i giornali per strada, con una piccola possibilità di guadagno.