Il film è tratto dal romanzo autobiografico di Susanna Kaysen. Nel libro, in forma di diario, l’autrice americana parla della sua esperienza di paziente in un ospedale psichiatrico nell’età adolescenziale. L’opera cinematografica, del regista James Mangold, è ambientata nel biennio 1967-1969, nell’ospedale psichiatrico Claymoor Hospital.
Nella prima parte del film assistiamo a dei flash-back mentali in cui Susanna si distacca completamente dal mondo che la circonda lasciandosi sommergere dai ricordi, confondendo la realtà con la fantasia ed il presente col passato; inoltre, la presenza delle voci fuori campo, ci fanno comprendere più profondamente la personalità della ragazza.
Questa pellicola di Mangold coinvolge intensamente lo spettatore, che si trova faccia a faccia con una storia realmente accaduta: faccia a faccia con un disturbo della personalità (borderline, linea di confine) molto presente nella nostra società, diffuso tra gli adolescenti d’oggi, soprattutto tra le ragazze.
Il film racconta la storia della diciottenne Susanna Kaysen, interpretata da Winona Ryder, che all’apparenza si presenta come una ragazza abbastanza normale, piena di dubbi e incertezze come molte sue coetanee. Il rapporto con i suoi genitori non è dei migliori. Un giorno la ragazza partecipa alla festa di compleanno di suo padre. Nonostante avesse preso molte pastiglie per il mal di testa, viene indotta ad assumere alcolici, si sente quindi male e viene portata all’ospedale.
I genitori decidono di farla visitare da un medico per il tentato suicidio. Lui le diagnostica un disturbo marginale della personalità, ovvero la sindrome da “borderline”, una forma di instabilità che compromette il comportamento, l’umore, la fiducia in sé stessi e le relazioni interpersonali.
La madre ha una reazione quasi isterica, è disgustata all’idea di avere una figlia con tali disturbi. La ragazza, a questo punto, accetta il ricovero all’ospedale psichiatrico. Qui Susanna conosce Daisy, ricca e viziata fissata dai polli allo spiedo e lassativi; Georgina, perenne bugiarda che diventerà la sua compagna di stanza; Polly, con il viso sfigurato da ustioni e Lisa, attraente sociopatica.
Susanna è affascinata, e allo stesso tempo inquietata, dalla personalità magnetica e disturbata di Lisa (Angelina Jolie), con la quale stringerà un legame forte.
All’interno dell’ospedale le pazienti sono guidate dalla dottoressa Wick e da Valerie (Whoopy Goldberg), un’infermiera di colore, l’unica forse capace di ascoltarle a fondo.
Le ragazze cercano di affrontare le incertezze restando unite, ma i veri problemi nascono quando si parla del mondo esterno.
Poco tempo dopo Lisa e Susanna scappano dall’ospedale, vanno da Daisy, che intanto era stata dimessa, e vengono a conoscenza di una realtà sconcertante: Daisy era costretta ad avere rapporti sessuali col padre. La mattina dopo, le due fuggitive la trovano impiccata nella sua abitazione. Susanna, sconvolta da questo fatto, torna volontariamente in ospedale, mentre Lisa decide di non seguirla.
In questo periodo la protagonista si trova a dover affrontare faccia a faccia il suo problema, impara ad accettare il fatto di soffrire di disturbi e continua a scrivere sul proprio diario quello che prova. Riuscirà a conoscere pian piano sé stessa per poi raggiungere un traguardo, quale ottenere le dimissioni perché ritenuta guarita dai dottori. Tempo dopo Lisa torna, perché incapace di ritrovarsi nella vita fuori dalle mura dell’ospedale. La notte trova il diario di Susanna, e per punirla dell’abbandono nella fuga precedente, lo legge ad alta voce alle altre ragazze. Susanna trova il coraggio di rinfacciarle la sua nevrosi negativa, assistendo al crollo morale di Lisa. La mattina seguente lascia Claymoor.
Si ritroverà davanti a quel mondo “al di fuori dell’ospedale” che aveva lasciato per due anni, affrontandolo con più responsabilità e con la consapevolezza “di essere sé stessa”. Il ricordo delle ragazze, che ormai erano diventate sue amiche, non la lascerà mai.