Notizie curiose, allegre, serie e no, verità, mezze verità, mezze falsità e false verità, pettegolezzi, insinuazioni, maldicenze, dubbi, allusioni, illusioni, fregature, critiche, malignità, inchini, riverenze, ossequi, slecchinate e salamelecchi spigolati qui e là, in edicola oppure on line, dalla stampa locale e nazionale e commentati in redazione.
La Padania, 4 febbraio. Titolo: Donna danneggia 60 Alfa. In due mesi una donna ha preso di mira a forbiciate i pneumatici e la carrozzerie di una sessantina di Alfa Romeo di rovereto, solo perché quel tipo di auto le ricordava l’uomo da cui era stata lasciata. Protagonista è una giovane impiegata di 28 anni, residente ad Ala. Dopo diversi tentativi andati a vuoto, i carabinieri coordinati dal pm Marco Gallina della Procura di Rovereto hanno iniziato a condurre una serie di pazienti appostamenti premiati l’altra notte. La donna, sorpresa con le forbici in mano, ha reagito scagliandosi contro i militari e li ha colpiti di striscio. Poi, bloccata e portata in caserma e messa di fronte alle sue responsabilità, è crollata confessando tutto fra le lacrime. Alla base del gesto la volontà di vendicarsi sull’ex fidanzato, alfista doc, che l’aveva lasciata. La donna si trova ora agli arresti domiciliari.
La Repubblica, 6 febbraio. Titolo: Curano cancro con bicarbonato: rinviati a giudizio 2 medici. Due fratelli medici romani sono stati rinviati a giudizio perché accusati di aver curato malati di cancro con semplice bicarbonato. I reati loro contestati sono truffa e omicidio colposo perché, secondo quanto accertato nel corso delle indagini compiute dagli uomini del commissariato Aurelio diretti da Marcello Cardona, almeno due persone sarebbero morte nel 2002 dopo aver fatto ricorso alle cure prescritte dai due medici. Nei confronti dei due medici è stata anche disposta l’interdizione dall’attività sanitaria. I due medici pubblicizzavano la loro terapia anche attraverso siti Internet che sono stati sequestrati dalla polizia.
Corriere, 21 febbraio. Titolo: Bimbi troppo grassi: basta con lo scuolabus!
I bambini sono troppo grassi, mangiano tante merendine, non camminano mai. Perciò presto in classe ci andranno a piedi. Basta scuolabus. Aboliti. Gambe in spalla e pedalare. È per il loro bene e lo ha deciso il sindaco di questo paese a pochi chilometri da Milano: “Muovetevi, camminate, correte perché quasi tutti avete il colesterolo alto e siete a rischio infarto”. L’abolizione dei due pulmini azzurri degli scuolabus che attualmente trasportano i 344 ragazzi in età della scuola dell’obbligo e un centinaio dei 374 bimbi in età prescolare alla scuola materna, sarà il punto culminante di una strategia salutista a tappe, iniziata aprendo al jogging, alle corse di atletica e ai giochi il parco della grande villa del primo ‘900 che ospita il municipio. Un posto dove prima non andava mai nessuno e dove adesso vanno a correre i bimbi e i vecchietti. Trentino, 21 febbraio. Titolo: Rinuncia agli agi dei domiciliari: almeno in carcere nessuno toccherà le mie sigarette.
Questo ha pensato un tunisino di 32 anni condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione (pena ormai passata in giudicato) con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti il quale ha deciso di rinunciare ad una comoda accoglienza in una comunità di recupero a Vigevano per un motivo semplice e – per certi diversi – disarmante: lì dentro non si poteva fumare. E quindi ha chiesto e ottenuto di fare ritorno dietro le sbarre a Rovereto dove, tra una sigaretta e l’altra – sta scontando la pena definitiva a tre anni e sei mesi di reclusione.
IL Messaggero, 22 febbraio. La dieta? Solo uno su cento ce la fa. Gli europei che tentano la dieta? Sono spendaccioni e inconcludenti e appena una su cento delle persone che iniziano una dieta riescono a portarla a termine con successo. Lo rivela impietosamente un’indagine che ha coinvolto 600 persone in 7 paesi europei, Italia compresa. Evidentemente gli europei pensano che sia facile diventare e mantenersi magri con le diete e quando la delusione arriva, provoca un abbandono di massa della pratica salutista. Di chi la colpa? Secondo la Datamonitor, una grossa responsabilità l’avrebbero anche le industrie di prodotti dietetici “colpevoli” di alimentare false speranze nei consumatori. In tutta Europa sono 100 i miliardi di euro spesi ogni anno in questi prodotti dei quali quasi 20 sono spesi dai tedeschi (salsiccia e birra). Seguono gli inglesi, con quasi 16 miliardi (fritti, bacon e birra). Gli italiani infine, con 14,1 miliardi (pane, pasta e buona tavola) precedono i francesi con 13,8 (champagne e fois gras).
LatinoAmerica on Line, 25 febbraio. Titolo: Violentata a nove anni: potrà abortire? Il drammatico caso di una bambina di nove anni, violentata da un giovane di 23 e rimasta incinta, sta dividendo il Nicaragua, dove l’aborto terapeutico è previsto solo in caso di pericolo di vita per la madre. I genitori della bimba hanno dichiarato subito di essere favorevoli all’interruzione della gravidanza, ma nella vicenda è intervenuta pesantemente la Chiesa, nella persona del cardinale Obando y Bravo contrario a qualsiasi ipotesi di aborto. Dopo aver esaminato la bambina, che a causa dello stupro ha contratto anche una malattia venerea, una commissione medica ha concluso: “La niña corre el riesgo potencial de sufrir daño severo, incluso la muerte en cualquiera de las dos alternativas” (aborto o prosecuzione della gravidanza). Il violentatore è stato arrestato in Costa Rica, paese di cui è cittadino.
Il mattino, 27 febbraio. Titolo: «Troppe multe, niente messa» I fedeli prendono troppe multe, stop alle messe. L’insolita decisione arriva da un sacerdote di Parma che, preoccupato per le tante multe per parcheggio in divieto di sosta ai parrocchiani, ha deciso di non dire più messa. «Non è accettabile – spiega don Sergio Nadotti, parroco della chiesa di San Tommaso – che chi viene alla funzione, magari da fuori città, si ritrovi a pagare contravvenzioni salate, ci vuole una soluzione». I parrocchiani ogni domenica trovano la multa: e molti fedeli per non incorrere in contravvenzioni disertano le messe.
Il giornale nuovo, 27 febbraio. Titolo: Tricolore più bianco e più rosso. Il vecchio Tricolore va in pensione. Agli inizi di marzo cominceranno infatti a sventolare le prime bandiere con i “ritocchi” apportati ai colori già da lunedì.
Ad anticipare i cambiamenti disposti da una normativa Cee, i titolari della “Mib bandiere”, l’azienda che rifornisce ufficialmente il Quirinale del Tricolore. «Ancora oggi la nostra bandiera ha una diversa gamma di sfumature di bianco, di verde e di rosso – spiega Angelo Celi, tra i titolari della Mib – Sicchè ogni tricolore era per così dire diverso dall’altro». È per questo che la Comunità europea ha disposto il “ritocco” attraverso una circolare estesa a tutti i paesi della Ue chiamati a codificare i colori della bandiera.gli Come diventerà quindi la “nuova” bandiera?
«In base al nuovo codice di colori stabilito, il Tricolore assumerà i colori che in gergo tecnico si definiscono “pantone”». Tradotto nella pratica il bianco della vecchia bandiera, come spiega lo stesso dirigente della Mib, non sarà più un «bianco luminoso ma avrà una leggera sfumatura verso il giallo. Insomma sarà un bianco avorio».
Stesso discorso per il verde e il rosso pantone: il verde, per effetto dei ritocchi, assumerà una sfumatura più intensa e il rosso sarà tendente al rubino. I ritocchi apportati al vecchio tricolore preoccupano non poco colui che si battè per la festa del Tricolore, Otello Montanari, presidente del Comitato Primo Tricolore sorto a Reggio Emilia, la città che ha dato i natali alla bandiera il 7 gennaio 1797. «Per carità, mi inchino alle disposizioni della Cee ma non vorrei che i colori fossero diventati troppo spenti. Il nostro Tricolore – lo difende con fierezza Montanari – è quello che decanta il Carducci quando parla del rosso dei vulcani, del verde dei campi, del bianco dei ghiacciai».
Il Sole 24 Ore. Titolo: La doppia elica compie 50 anni (e non li dimostra). Il 28 febbraio 1953 James Watson e Francis Crick, due ricercatori freschi di laurea, intuirono quale fosse la struttura del Dna. Era il 28 febbraio del 1953 quando Francis Crick, giovane ricercatore di 25 anni, entrò nell’Eagle pub di Cambridge, in Inghilterra, e annunciò a tutti i presenti che lui e James Watson “avevano trovato il segreto della vita”.Quel mattino i due scienziati, freschi di laurea e pressoché sconosciuti, avevano trovato la soluzione a un problema di cui l’intera comunità scientifica si stava occupando. Ed erano riusciti a costruire, sulla carta e nella realtà, un modello che spiegasse la struttura “fisica” dell’acido desossiribonucleico (deoxyribonucleic acid).
L’Unità, 28 febbraio. Titolo: L’Australia denuncia: tanti, troppi videogames incitano alla violenza razzista.
L’autorità australiana di vigilanza sui diritti umani lancia l’allarme: sempre più videogiochi venduti o diffusi via Internet comprendono omicidi “virtuali” di persone di altre razze, e si preannunciano provvedimenti. Secondo un rapporto della “Human Rights and Equal Opportunity Commission”, ci sono ben venti videogames – quasi tutti pubblicizzati su siti statunitensi -con contenuto razzista. Un fenomeno nuovo, e considerato particolarmente preoccupante, spiega il commissario Bill Jonas, secondo cui questi giochi trasformano in “divertimento” la violenza razziale; Jonas invita chiunque trovi questi “giochi” a denunciarli alla Commissione, e chiede di mettere allo studio misure per bloccarne la diffusione. In uno di questi videogames, i giocatori possono scegliere se abbigliare il loro personaggio da militante del Ku Klux Klan o da skinhead per tentare di uccidere neri, latinoamericani o ebrei. Uno dei problemi che impediscono un’azione più efficace è la mancanza di leggi in grado di colpire un prodotto “immateriale” come un gioco presente su Internet, e i suoi anonimi autori e distributori. Lo scorso ottobre una Corte federale aveva condannato un sito negazionista dell’Olocausto.
La Repubblica, 25 marzo. Titolo: Neonato ucciso: arrestate madre, nonna e bisnonna. A Ravenna, i carabinieri hanno arrestato la donna di 32 anni che ieri ha gettato nel cassonetto dei rifiuti vicino a casa il proprio neonato appena partorito. Insieme a lei sono state arrestate la nonna di 55 anni e la bisnonna di 73 (agli arresti domiciliari presso l’abitazione di un figlio), tutte tre con l’accusa di concorso in omicidio e occultamento di cadavere. La mamma è piantonata in ospedale a Lugo mentre la nonna è stata rinchiusa nella sezione femminile del carcere di Forlì. La donna, pare sofferente di problemi psichici, si era presentata ieri mattina al pronto soccorso dell’ospedale di Lugo con una forte emorragia. I medici, dopo gli accertamenti, si erano accorti del parto di poche ore prima ed avevano informato i carabinieri. Questi, recatisi presso l’abitazione della donna, avevano trovato il cadavere del neonato nel cassonetto dei rifiuti organici a 30 metri dall’abitazione dove vive con la madre. Il piccolo era in mezzo ai resti di cibo avvolto nei pantaloni del pigiama della mamma inzuppati di sangue.
Il messaggero, 25 marzo. Titolo: Rischia il carcere chi spia le telefonate della moglie. Non importa se le intercettazioni servono per provare l’infedeltà del (la) congiunto (a), spiare è comunque un reato per il quale si risponde con il carcere!! La decisione è della Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso di un cinquantatreenne calabrese, condannato a 8 mesi di reclusione con la condizionale, per aver installato in casa un apparecchio di registrazione delle conversazioni telefoniche della moglie Maria. Quello che l’uomo ha fatto, per i giudici supremi, è un atto censurabile che rientra nella «fraudolenta intercettazione delle altrui conversazioni», non meritevole di attenuanti nemmeno se lei ha ritirato la querela.
Il marito di Lamezia Terme in via di separazione dalla moglie, aveva pensato bene di controllare le telefonate della donna cercando di scoprirne l’infedeltà. È stato smascherato, querelato e il Tribunale della provincia calabrese, con sentenza emessa il 20 marzo del 2001, lo ha condannato a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) contestandogli la violazione dell’articolo 617 bis del Codice penale (installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire conversazioni telefoniche). La condanna gli è stata, comunque, condonata ma Francesco ha cercato una soluzione presentando ricorso in Cassazione sostenendo che la moglie gli aveva dato il suo benestare, visto che poi aveva deciso di ritirare la querela.
La Quinta sezione penale, però, ha motivato punto per punto le ragioni della sua decisione: il marito avendo «preso cognizione delle telefonate della moglie» e avendola «intercettata» è passibile di condanna perché mosso «dall’intenzione di indagare surretiziamente, in costanza del giudizio di separazione, su possibili infedeltà del coniuge». Movente non sufficiente a costituire elemento di «legittima difesa». Conclusione? Tenetevi le corna!
Il Messaggero, 6 aprile. Titolo: Bimbo esce dal coma ascoltando i compagni di scuola. In coma da un mese e mezzo per un incidente stradale, un bimbo di 9 anni, Marco, ha iniziato a dare segnali di miglioramento da quando gli è fatto ascoltare il racconto di Pinocchio, registrato appositamente per lui su radiocassetta da compagni di scuola. Ha riaperto gli occhi, poi ha cominciato a respirare da solo e ora lentamente muove una gamba e le braccia. Non appena ha sentito le voci dei suoi amici – ha raccontato la madre – Marco ha avuto una reazione che non ci aspettavamo: è stata una sorpresa vedere come su di lui facesse presa il racconto dei suoi compagni. La speranza è che ora il bambino si risvegli del tutto dal suo lungo sonno, anche se è ancora presto per dire se tornerà a una vita normale. Auguri piccolo!!!
La Repubblica, 7 aprile. Titolo: Offida, ruba 70 galline per sfamare i 13 figli. Ruba settanta galline, vino e prosciutti per sfamare la moglie e i tredici figli. Sembra una storia d’altri tempi quella scoperta dai carabinieri del NOR di San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, che hanno denunciato per furto AD, un abruzzese di Alba Adriatica. Tutto è nato dalla denuncia di un imprenditore agricolo di Offida che nello spazio di pochi giorni aveva visto sparire dalla cantina alcuni prosciutti e del vino. Dapprima l’uomo aveva lasciato correre ma, dopo l’ultimo furto, con la scomparsa di 70 galline in un colpo solo, si è rivolto alla Caserma dei Carabinieri. Con una serie di indagini, la Benemerita è risalita ad AD e, nella perquisizione della sua casa di Alba Adriatica è saltata fuori l’intera refurtiva. D’accordo per il prosciutto, le galline ecc.. per sfamare la numerosa prole ma il vino chi se lo ciucciava?
Il Trentino, 7 aprile. Titolo: Auto in fiamme subito dopo aver fatto il pieno di benzina. E’ accaduto ieri sera attorno alle 19,30 presso il distributore di benzina “Q8” di via al Lago (Pergine) dove una signora del posto, SB, si era fermata per fare rifornimento alla sua vecchia Peugeot 205. Conclusa l’operazione la donna è risalita sulla vettura per ripartire ma, percorsi solo pochi metri, ha notato una nuvola di fumo salire dal vano motore. Così ha fermato l’auto in una posizione defilata e si è allontanata chiamando i vigili del fuoco.
Sul posto sono intervenuti in pochi minuti i volontari di Pergine, presenti proprio in quel momento in caserma, che in poco tempo hanno spento il principio d’incendio. La Peugeot ha riportato danni al motore ed è stata portata via con un carro attrezzi. L’incendio è stato provocato probabilmente da un guasto: auguriamo alla signora di recuperare almeno il pieno di carburante… coi tempi che corrono!!!!