Rassegna stampa, febbraio 2003

Autori:Redazione

Data: 01/02/03

Rivista: febbraio 2003

Uccide il figlio affetto da sclerosi multipla

La Repubblica, 2 dicembre. Titolo: Uccide il figlio gravemente malato e si costituisce. Un uomo ha ucciso a Milano il figlio sofferente di una grave malattia e poi si è costituito con la pistola scarica ai carabinieri di S. Donato Milanese (MI). L’uomo, Alfredo Capponi, 33 anni, soffriva di sclerosi multipla e il padre tutte le mattine andava a casa del figlio per occuparsi di lui. L’omicidio è avvenuto in un appartamento di una traversa di corso Lodi. I carabinieri, dopo che l’uomo si e presentato in caserma ancora con la pistola in mano, sono corsi all’indirizzo da lui fornito e lì hanno trovato il corpo della vittima.

Aumentano i pirati

L’Adige, 4 dicembre. Titolo: Sempre più omissioni di soccorso. Sempre più pirati della strada, anche in Trentino Alto Adige. Indagando sul periodo 1990-2000, una ricerca dell’ISTAT pone in evidenza un dato allarmante: a livello nazionale gli episodi di mancato soccorso sono passati in media da 2,1 su 1000 incidenti nel 1990 a 37 nel 2000. Per quanto riguarda la nostra regione si è passati da 1,3 a 17,4 (ne è rimasto vittima anche lo scrivente…). Commenta Ernesto Savona, docente di criminologia all’Università di Trento: Anche da noi si registra un calo della solidarietà e della legalità: mentre la curva degli incidenti stradali è rimasta sostanzialmente invariata, c’è stato un incremento dei mancati soccorsi, di persone cioè che, dopo uno scontro con feriti, invece di fermarsi e prestare aiuto, hanno preferito dileguarsi. In un’intervista a Panorama, il professore ha disegnato l’identikit del «pirata»: maschio, tra i 26 e i 35 anni, operaio, impiegato ma anche imprenditore o studente. Solo il 18 per cento dei pirati individuati ha precedenti penali. Beve poco e non si droga. Oltre l’80 per cento non era sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti.

Il Duomo per non vedenti

L’Aldige, 8 dicembre. Titolo: Il vescovo ieri in cattedrale con i ciechi. Da ieri anche le persone non vedenti possono contemplare la maestosità architettonica della cattedrale di Trento. È, infatti, stato sistemato in duomo un modellino in bronzo che lo riproduce fedelmente – senza alcuna divagazione artistica – in scala 1 a 100. Realizzato dall’istituto d’arte Vittoria è un dono del Lions Club Trento Host a favore dei non vedenti. Gli stessi partner (Lions Club committente e Vittoria esecutore) avevano realizzato l’urna dei martiri Sisinio, Martirio e Alessandro collocata da anni in cattedrale. La consegna ufficiale è avvenuta il 7 dicembre presieduta in cattedrale dall’arcivescovo monsignor Luigi Bressan. La messa è stata animata da alcuni non vedenti che si sono avvicendati al microfono per la prima lettura, il salmo, la preghiera dei fedeli e un ringraziamento finale per la celebrazione e il dono.
«Grazie – hanno detto – perché con questo modellino possiamo esplorare con gli occhi delle nostre mani la cattedrale».

Nascere per donare gli organi

La Repubblica, 10 dicembre. Titolo: Faranno nascere gemelli per donare gli organi. Una coppia di coniugi di Pompei (Napoli), in attesa di due gemelli con gravi malformazioni e senza alcuna speranza di sopravvivenza, ha deciso di rinunciare all’aborto terapeutico e di far nascere i figli per donare i loro organi. “I nostri bimbi salveranno altri neonati in attesa di trapianto”, spiegano i genitori, Michela Ingenito, un’impiegata di 26 anni, al sesto mese di gravidanza, e Andrea Abagnale, un autotrasportatore di 34 anni. I gemelli, omozigoti, sono affetti da acrania, cioè assenza della volta cranica. Per loro non c’è nessuna possibilità di salvezza. Sono destinati alla morte alla nascita o entro poche ore dal parto. Nella scelta la coppia sottolinea di essere stata sostenuta dalla fede cattolica “nostro saldo punto di riferimento. La vita dei nostri gemelli, seppur breve – raccontano Michela e Andrea a Metropolis – non sarà inutile, il nostro sacrificio, le sofferenze contribuiranno a dare speranza e felicità ad altre famiglie che potranno stringere tra le braccia i loro piccoli”.

Libertà causa matrimonio

L’Adige, 12 dicembre. Titolo: «Liberatemi, devo fare il corso matrimoniale». «Giudice la prego, fra pochi mesi mi devo sposare e frequentare il corso prematrimoniale. Inoltre avrò molte pratiche da sbrigare che richiedono tempo e soprattutto libertà».
Questa la motivazione che ha spinto Paolo Robles, 23 anni di Bitonto, in provincia di Bari ma in carcere a Trento, a chiedere al giudice Marco La Ganga di essere rimesso in libertà. Dalla fine di settembre, insieme ad un gruppo di baresi, il ragazzo è agli arresti domiciliari accusato di far parte di una banda che svaligiava TIR lungo la A22. Ora chiede ai giudici trentini di mettersi una mano sul cuore in vista delle sue imminenti nozze. Il pm Giuseppe De Benedetto ha già dato il suo parere negativo. Secondo lui il corso prematrimoniale non è un motivo sufficiente per mettere in libertà il ragazzo. Ora la parola definitiva spetta al gip.
Proprio nei giorni scorsi un altro protagonista della banda era tornato agli onori della cronaca: evaso dai domiciliari, era stato arrestato. I carabinieri hanno fatto sapere che durante una delle sue uscite aveva accompagnato due amici a pestare un automobilista che si era scontrato con la moglie.

Più sequestri meno feriti

La Padania, 2 gennaio 2003. Titolo: Botti, meno vittime coi maxisequestri. Numero delle vittime dei botti di Capodanno sostanzialmente invariato rispetto allo scorso anno ma in calo rispetto al 2001 grazie al lavoro di Polizia e Guardia di finanza: un morto e 568 feriti, di cui 28 gravi, secondo il bilancio tracciato dal dipartimento di pubblica sicurezza dopo i festeggiamenti per l’arrivo del 2003. Nei giorni precedenti San Silvestro sono state infatti sequestrate 447 tonnellate di materiale pirotecnico (contro le 104 tonnellate dell’anno scorso), 300 mila i pezzi già confezionati con 89 lanciarazzi, 397 le persone denunciate.
A perdere la vita mentre confezionava una bomba “Saddam” per festeggiare l’arrivo del 2003 è stato un ragazzo di 24 anni, a Taranto. Lo scoppio di petardi ha causato la perdita di un occhio a tre persone, altre quattro (tra cui una bambina di 6 anni) rischiano di perderne l’uso; a due ragazzi, uno di 13 anni e uno di 23 anni, è invece stata amputata una mano. [..] In Puglia, per l’esplosione di un petardo, è stata amputata una mano ad un ragazzo di 13 anni di Molfetta, mentre una giovane di 22 di Andria rischia di perdere un occhio. Un altro ragazzo di 23 anni, della provincia di Vibo Valentia, ma che lavora a Cantù (Como), ha perso la mano destra. In provincia di Brescia, i botti di San Silvestro hanno fatto cinque feriti: tra questi, un ragazzo di 16 anni che ha perso due dita della mano e un operaio di 33 anni che ha perso un occhio. Un altro ragazzo di 20 anni, nelle Marche, ha perso un occhio e si è ferito ad una mano mentre maneggiava un petardo. Anche un 51enne di Alcamo (Trapani) ha perso un occhio per lo scoppio di un petardo.

Morti dal gelo

La Repubblica, 8 gennaio. Titolo: Gelo nella capitale russa, sei morti nelle ultime 24 ore. Almeno sei persone sono morte nelle ultime 24 ore per il freddo estremo a Mosca, dove il termometro è sceso nella prima settimana di gennaio a 28 gradi sotto lo zero e sono cadute intense nevicate. Dall’inizio d’autunno, quando si è registrato il primo caso di morte per ipotermia, sono 239 le persone che hanno perso la vita a causa del freddo estremo a Mosca, dove ogni inverno muoiono in media 400 persone a causa delle basse temperature.

Aumenta il consumo di alcol

Il Giornale, 13 gennaio. Titolo: Sempre vino, ma anche più birra e liquori. Vino stabile, ma cresce il consumo di birra: gli ultimi dati dell’Istat confermano che fra le abitudini nazionali, quella del consumo di alcool resiste alle mode ai nuovi stili di vita. Beve vino almeno qualche volta l’anno il 59% delle persone di oltre 14 anni, percentuale che si mantiene piuttosto stabile nel tempo (58% nel 1993), il 5% ne consuma piu’ di mezzo litro al giorno.
Continua poi ad aumentare dal 1993 la percentuale di coloro che consumano birra almeno una volta l’anno (da 42% al 48%): nel 2001 si tratta del 63% degli uomini e del 34% delle donne. Ma sono pochi quelli a berla quotidianamente (5,4%). Aumenta anche il consumo di altri alcolici fuori pasto, prodotti che pero’ non offrono gli stessi vantaggi salutistici di vino e birra. Dal 1993 al 2001 degli questi alcolici fuori pasto passa dal 21% al 25%. Per gli uomini si passa dal 32% al 37%, mentre per le donne dal 10% a 13%. Il 70% di chi beve fuori pasto lo fa soltanto occasionalmente. Preferiti gli aperitivi e gli amari: il 29% di chi ha 14 anni o più beve almeno qualche volta l’anno aperitivi alcolici, il 31% amari e il 26% liquori.
Ma questo consumo aumenta in particolare per tutti gli adolescenti e soprattutto per le ragazze: tra il 1995 e il 2001 per la classe dei 14-17enni si passa per maschi dal 14 al 17 % e per le femmine dal 7 al 13%.

Calciatori strapagati

La Repubblica 14 gennaio. Titolo: Van Nistelrooy: ci pagano troppo. I calciatori guadagnano “in maniera oscena”, ovvero troppo, specialmente chi gioca nel Manchester United. A dirlo è uno di loro, l’attaccante olandese Ruud Van Nistelrooy: “Le cifre che guadagniamo allo United sono oscene, ci pagano cifre astronomiche e, onestamente, quanto guadagniamo non è soltanto troppo rispetto ai normali standard di vita olandesi, ma proprio troppo in senso assoluto, una cifra assurda specie se paragonata a quanto si paga nel resto d’Europa. Come calciatore uno sceglie il club dove giocare e il paese ideale dove vivere, però devo ammettere che gioca un ruolo determinante la cifra che ci offrono. E quelle dello United sono veramente alte”. I giocatori più pagati nel Manchester sono il capitano Roy Keane e l’astro David Beckham, che guadagnerebbero 90 mila sterline (circa 140 mila euro = 280 milioni) a settimana.

Taglia sugli autisti ubriachi

Il Messaggero, 16 gennaio. Titolo: GB: denunciano per soldi familiari e amici ubriachi. La proposta era appetibile: fino a 500 sterline a chiunque segnalasse un automobilista ubriaco durante le festività natalizie. Detto – fatto: in ben 1.700 hanno denunciato mariti, mogli, vicini e colleghi sorpresi ad alzare il gomito. Era stata Crimestoppers, un’organizzazione che incoraggia la denuncia di crimini tramite soffiate telefoniche, a lanciare l’idea di pagare chiunque segnalasse un automobilista alticcio. Qualcuno per far prima e senza scomodarsi troppo è giunto a denunciare propri familiari: L’idea di questa associazione non ci sembra tanto brillante: trasformare il prossimo in delatori per catturare qualcuno che alza il gomito è davvero un fatto incivile!

A morte per 0,70 euro

La Repubblica. 21 gennaio. Titolo: Kenya, ruba 70 centesimi di euro: condannato a morte. La rapina a mano armata o comunque con violenza è punita in Kenya con la condanna a morte mediante impiccagione. E non si transige.
Così, un tale di Molo si è visto infliggere l’impiccagione per aver sottratto 50 scellini (circa 70 centesimi di euro) al suo vicino di casa minacciandolo con un coltello. In Kenia le sentenze capitali vengono eseguite in tempi brevissimi. Poco più a sud di Molo, a Nyakoe, riferisce sempre oggi la stampa, un ladro è stato bruciato vivo. Ma non subito. Con altri sei aveva assaltato un negozio nel locale mercato all’ora di apertura. Il padrone aveva dato l’allarme facendo accorrere una grande folla inferocita: i sei si sono dati alla fuga, il settimo è stato preso. Un sacco di botte per fargli dire i nomi dei complici, che ha detto, quindi lo hanno bruciato vivo.

Resuscita dopo 12 ore

La Repubblica, 21 gennaio. Titolo: Paziente dichiarato morto, resuscita in casa dopo 12 ore. Roberto De Simone, pensionato palermitano di 79 anni, si è sentito male giovedì sera ed è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Cervello: per i medici l’uomo aveva avuto un forte attacco cardiaco con rischi di ischemia cerebrale. Gli sono state fatte iniezioni di adrenalina e di altri farmaci ma, alle 3,30 di notte, i medici hanno annunciato il coma dell’uomo e poi la sua morte cerebrale. Il cuore però batteva ancora e per evitare le procedure burocratiche che avrebbero impedito la restituzione immediata del cadavere, i medici hanno consigliato i congiunti di firmare l’accettazione delle dimissioni come se l’uomo fosse ancora vivo. I familiari, quindi, hanno riportato in casa il loro “caro estinto” distendendolo sul letto e preparandogli il vestito da infilargli prima di deporlo nella bara.
Verso le 10:30 del mattino, mentre la moglie e la figlia piangevano accanto al defunto, De Simone ha aperto gli occhi e con voce flebile ha chiesto un po’ d’acqua. Le donne hanno gridato al miracolo e il “morto” è stato nuovamente trasportato all’ospedale Cervello dov’è stato ricoverato nel reparto di pneumologia per “gravi problemi respiratori”.

Scontro aereo-ciclisti

Corriere della Sera, 22 gennaio. Titolo: Scontro in fase di decollo tra un piccolo velivolo e due ciclisti. Scontro a Berlino tra un aereo in fase di decollo e due ciclisti. L’incidente e’ avvenuto nel primo pomeriggio all’aerodromo di Paderborn, in Germania. Il piccolo velivolo sportivo, per cause ancora da accertare, non e’ riuscito ad alzarsi dal suolo, continuando la sua corsa fuori dalla pista, dove ha travolto due cicliste tranquillamente a spasso: una donna di 50 anni e la sua figlia di 14. L’aereo sportivo e’ andato quindi a finire in un campo vicino dove ha preso fuoco. Il pilota, il passeggero e le due cicliste sono state ricoverate per ferite e varie fratture. D’ora in poi gente, quando attraversate una strada, guardate a destra a sinistra ed anche in alto… non si sa mai!

Troppi matrimoni Israele in crisi

Il Giornale nuovo. Titolo: «Israele in pericolo, troppi poligami». Non è dato sapere se al momento di sposarsi la prima volta, Ahmed pensasse già di avviare una vita a sbafo dello Stato o trovare un posto d’onore nel Guinness dei record. Eppure quest’uomo, un arabo israeliano abitante in Galilea è in testa alla classifica dei poligami assistiti dalle casse israeliane. Dopo la prima moglie ne ha prese altre sei a rotazione, come è consentito dalla legge islamica ma non invece da quella israeliana mettendo insieme cinquantaquattro figli per i quali riceve ogni mese come contributo al frutto del suo dinamico darsi da fare tra le lenzuola, l’equivalente di cinquemila euro (10 milioni).
La scoperta di questo assalto al tesoro dello Stato è stata fatta da Herzl Gedz, dirigente del ministero degli Interni di Israele che, raccontando la storia del prolifico Ahmed in una relazione consegnata al premier israeliano, parla di «grave pericolo per l’economia e la sicurezza del Paese». I poligami, secondo Gedz, sarebbero ventimila ed è indispensabile un intervento immediato del governo per bloccare il fenomeno.
Ma Ahmed è solo la punta dell’iceberg. Un altro arabo ha avuto da cinque mogli 35 figli e riceve dalla previdenza sociale più di tremila euro al mese ed una coppia di arabi israeliani, dopo aver avuto dodici figli, ha finto un divorzio per consentire all’uomo di sposarsi nuovamente con una residente dei territori occupati: altri undici bambini. Le due donne, l’uomo e, naturalmente, tutti i loro figli vivono insieme e finora hanno incassato dalle casse dello Stato qualcosa come 250 mila euro (mezzo miliardo).
Poveri Ahmed e soci… che si fare per tirare avanti!

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