L’Unità, 27 gennaio. Servizio su Beppe Grillo alla Stampa Estera. I giornalisti stranieri accreditati in Italia non dimenticheranno tanto facilmente le 2 ore e mezza di conferenza/spettacolo di Beppe Grillo, invitato ieri nella sede della stampa estera. Pare che i circa 70 corrispondenti presenti si siano divertiti parecchio, non dimenticando di trascrivere sui taccuini le battute più divertenti su Berlusconi (soprannominato «il liftato») e la «sua» Mediolanum, su Andreotti e i suoi misteri (racchiusi nella «scatola nera» da recuperare per Grillo nella sua gobba) e naturalmente su Parmalat e dintorni. Cioè sul mondo dei piccoli risparmiatori, semplici impiegati, tranquille casalinghe o vecchi pensionati alle prese con bond e futures.
«Dopo la Parmalat le prossime aziende che salteranno saranno la Telecom, la Fiat e la Benetton che continuano ad emettere bond e azioni ma hanno un debito almeno 9 volte maggiore di quello della azienda di Collecchio». Così all’inizio dell’intervento il comico genovese ha lanciato la sua ultima inquietante «premonizione» sul sistema-Italia. Lo show fa a pezzi il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera («Sta male Telecom, sta male Olivetti, sta male Pirelli»), ma non è tenero neanche con quello di Ponzano Veneto: «Si sono comprati anche Autogrill, poi finalmente qualcuno gli ha detto di concentrarsi sulle magliette».
Tanto per fornire un’istantanea della Penisola, Grillo distribuisce all’entrata un fogliettino con alcune interessanti graduatorie: l’Italia è al ventesimo posto nel mondo per sviluppo umano, al trentunesimo per l’indice di corruzione, preceduta dalla Namibia e seguita dalla Malesia. Ma è chiaro che il chiodo fisso dell’attore è ormai quel mondo della finanza che sta pericolosamente minacciando la vita quotidiana dei cittadini. «Mediolanum è una banca virtuale – declama – che grazie a un accordo con le Poste riesce a vendere i futures ai pensionati. Pare che una vecchietta di 90 anni abbia risposto a un impiegato: futures? Ma io che futuro ho?». E ancora: «L7’Italia è il Paese più vecchio d’Europa. Quando arriveremo all’assicurazione privata per la pensione sarà la fine».
Altro tema ricorrente è l’informazione. «In Italia non c’è parità di informazione tra venditori e compratori – ha detto ancora il comico – i venditori sanno tutto mentre i compratori non sanno nulla. Il nostro sistema economico è una vetrina: entri ma il negozio non c’è». Nella sua requisitoria Grillo ha riproposto molte battute del suo spettacolo teatrale attualmente in scena al Sistina, ma ha aggiunto anche altre nuove «esternazioni/provocazioni». «Il problema dell’informazione scritta è che tutti i giornali sono in mano agli inserzionisti -ha detto- Io non sono per una libertà senza limiti e senza regole, la censura può essere perfino uno stimolo alla creatività, solo che ormai non c’è possibilità di parlare della verità. Purtroppo oggi tutti hanno adottato il motto di Vespa: Chi striscia non inciampa…».
Berlusconi? «All’epoca dei socialisti io sapevo che “Mastro Lindo” era più pericoloso di Craxi, difatti ci siamo ritrovati con Mastro Lindo come premier di governo». Andreotti? «Vorrei che mio figlio non sapesse neanche della sua esistenza». Sulla recente querelle tra Bonolis e Ricci, Grillo si schiera palesemente dalla parte di Mediaset: «Per quanto riguarda Bonolis – ha detto il comico- è un omettino messo lì per fare numero facendo il gioco delle scatole. Ricci, invece, ha un potere di libertà datogli dall’auditel. Certo anche lui ha dei limiti, non può arrivare a più di tanto, ma io tifo comunque per il meno peggio. Preferisco dunque un Canale 5 con Striscia ad un canale senza».
Da Prodigio niente da aggiungere!