Rassegna stampa, febbraio 2004

Autori:Redazione

Data: 01/02/04

Rivista: febbraio 2004

Scuse stradali
Il Mattino, 21 gennaio. Titolo: Automobilisti, quante scuse per un’infrazione. «Sono passato col rosso è vero, ma era quasi verde o al massimo tendente al giallo», «Lo so che mi ha visto col cellulare in mano mentre ero alla guida, ma le giuro che non stavo parlando: ascoltavo e basta!». Sono alcune delle scuse più stravaganti inventate dagli automobilisti colti in flagrante mentre compiono infrazioni. Le ha raccolte nel libro «Lo Scusario (dell’automobilista)», Barbara Bonanni, vice sovrintendente alla Polizia Stradale di Pisa con l’hobby della scrittura, che in 11 anni di lavoro e pattugliamento in strada ne ha sentite di tutti i colori.
E così, il vice sovrintendente Bonanni, segnalando un’infrazione, si è sentita dire frasi come: «Ho frenato per fermarmi allo stop, ma l’auto è andata avanti lo stesso». E ancora: «Non ho messo la cintura di sicurezza perchè oggi ho mangiato troppo…», «andavo un pò più forte del normale per far entrare più aria fresca…». Scusa per la mancanza di casco: ho appena messo il gel!
Storia di straordinario squallore
Il Mattino, 21 gennaio. Titolo: Violentata dal padre fa prostituire la sorellina. «Una storia di straordinario squallore», così i carabinieri hanno spiegato l’intreccio di violenza e sfruttamento della prostituzione nato in una famiglia di Legnano. Protagonista, ma anche in qualche modo vittima della vicenda, una ragazza di 20 anni, che circa un anno fa denunciò il padre per le continue violenze da lui subite. Dopo la denuncia però, i carabinieri hanno scoperto che la ventenne e sua madre facevano prostituire la piccola di casa, undici anni appena, incassando tra i 50 e i 100 euro per ogni prestazione. Agli incontri, assistevano spesso anche i nonni, finiti in carcere insieme con padre, madre e sorella della bambina.
Questura “adotta” famiglia rumena
Il Messaggero, 25 gennaio. Il vicequestore e gli agenti del commissariato Esquilino, sono mobilitati per aiutare una famiglia rumena: marito, moglie e i loro due bambini. L’uomo, Ninel Andreas, è in carcere da due giorni per scontare un residuo di pena. La moglie Maria, 28 anni, per sfamare i due figli puliva le scale di un palazzo per un euro all’ora. E ha il permesso di soggiorno scaduto. «Aiutateci», dice, «siamo disperati, se torniamo in Romania è la fine di tutto. Dei sogni e della speranza di un futuro migliore». Gli agenti hanno fatto una colletta e raccolto un po’ di soldi per la famiglia Andreas.
All’attacco di Marte
Il Messaggero, 24 gennaio. Titolo: Vedi Marte e poi muori. Poteva un pianeta che deriva il proprio nome nientedimenoché dal dio della guerra, Marte, accettare di vedersi fotografato, indagato, rivelato, “scorrazzato”, violato da un bacarozzetto argenteo ipersuperultramoderno, la sonda statunitense Spirit, che, peraltro, già giorni addietro aveva fatto temere per la sua sorte? No che non poteva.
Per la verità siamo vissuti abbastanza bene, salvo le “solite” guerre e distruzioni varie, qualche migliaio d’anni senza sapere che faccia avesse Marte. Salvo dottissime, ristrette cerchie di astronomi la questione non è sembrata squassare l’umanità più di tanto ma, ora che il misfatto è avvenuto e lo Spirit è stato accecato, corre l’obbligo a noi terrestri indagare.
Sono stati i marziani, quelli tante volte evocati nei libri di fantascienza di ieri, oggi e sempre, pensati, temuti, vagheggiati, dalle pelli verde, viola, arancione, blu, rossa, orecchie a sventola, teste a pera, oltraggiati dall’essersi visti invasi, dopo tanti millenni. Ma come, si saranno detti, vi abbiamo fatto sognare per anni; laggiù sulla Terra avete passato notti, mesi, anni, secoli, millenni con la testa per aria a scrutarci e adesso che volete fare, conquistarci? Non se ne parla. Così, in un lampo, Spirit non c’è più – ma la tecnologia fa miracoli, non disperino le legioni di uomini bionici che sempre più affollano questo asfittico mondo dove fa più notizia una sonda spaziale dispersa che il ventre gonfio di un bimbo scheletrico che muore di fame divorato dalle mosche – e Marte resta lì, ora più temibile di prima, guardare per credere. Pare volerci dire «uomo, hai già fatto, e fai, tanto male alla tua Terra, lascia almeno me, Marte, in pace».
L’euro-porno-star
La repubblica, 26 gennaio. Titolo: Europarlamento, in corsa anche una pornostar ceca. Ci sarà anche una pornostar in corsa per un posto all’Europarlamento. L’attrice hard tedesca di origine ceca Dolly Buster, è infatti la capolista di Iniziativa indipendente (Nei), un partito ceco non rappresentato nel Parlamento di Praga, alle prossime elezioni europee.
Richard Knot, il presidente del Nei che ha fatto l’annuncio oggi a Praga, ritiene che le chance della protagonista di numerosi film a luci rosse di essere eletta sono abbastanza grandi. Pronta la risposta italiana: “Tra un anno mi candido alle elezioni con il partito radicale”. Lo ha annunciato Platinette, nome d’arte di Maurizio Corazzi che ha aggiunto: “Non chiamatemi Cicciolina 2. Lei non mentiva sulla propria identità. Invece io voglio candidarmi da travestita, provare cioè a far passare in secondo piano la propria costruzione architettonica o il proprio vestito”.
WC con sorpresa
La Repubblica, 26 gennaio. Titolo: Un pitone di un metro sbuca dal WC di una casa. Un intraprendente pitone reale lungo un metro è sbucato oggi dal wc di una casa di Santa Coloma di Gramenet, alla periferia di Barcellona in Spagna. Il pitone reale vive abitualmente in ambienti acquatici. I proprietari di casa hanno allertato i poliziotti per la presenza di un inquilino tanto inatteso quanto inquietante, e gli agenti hanno catturato senza problemi il serpente e lo hanno poi consegnato alla protezione animali.
Bon-ton regale
La repubblica, 26 gennaio. Titolo: Regina Elisabetta uccide fagiano con bastone. La regina Elisabetta è stata fotografata (foto sotto) mentre, nel corso di una battuta di caccia nella sua tenuta a Sandringham, uccide un fagiano a bastonate. Le foto sono state pubblicate oggi dal “Sunday Mirror”.
“Ci ha messo un po’ per uccidere l’uccello, quindi si è rivolta ad alcuni amici sorridendo”, ha detto al giornale un testimone. In realtà, in un primo momento la monarca aveva sostenuto che il fagiano s’era schiantato al suolo mentre tentava di sfuggire a fotografi e giornalisti, lì convenuti a caccia di pettegolezzi sulla allegra brigata reale. Lei lo ha solo aiutato a morire dignitosamente, prima di affidarlo, lacrime agli occhi, al cuoco di corte. Però… complimenti alla Queen!
Verginità all’asta
La repubblica, 26 gennaio. Titolo: Mette all’asta verginità sul web per pagare gli studi. Per pagare l’università una diciottenne britannica, Rosei Reid, ha messo all’asta la sua verginità su un sito Internet. Si sono fatte avanti già 400 persone. Un ragazzo ha offerto 14 mila euro. I genitori della studentessa stanno cercando di farle cambiare idea.
Quella della notizia precedente ammazza i fagiani feriti, questa qui la mette all’asta…
Striscia vs Grande fratello
La Stampa, 27 gennaio. Titolo: Striscia smaschera un concorrente. Il Grande Fratello fa provini promozionali in tutta Italia ma alla fine nella casa ci finisce sempre gente dello spettacolo!»: così Greggio e Iacchetti nell’appuntamento con «Striscia la notizia»: Il Tg satirico ha proposto infatti un video in cui il concorrente del Grande Fratello 4 Patrick Ray Pugliese pubblicizza se stesso come un uomo di spettacolo: descritto dal Grande Fratello come un disoccupato giramondo che dorme a casa di un amico e passa le giornata dipingendo, Patrick in realtà ha fatto il conduttore per una tv satellitare. «Striscia» lo mostra al fianco di Michael Jackson e poi con Alberto Di Monaco, eccolo intervistare Monica Bellocci e la tennista Anna Kournikova, incontrare Tony Renis, Shakira, Kylie Minogue e Bob di «Dallas». Patrick è anche stato protagonista di «Patrick quotidiani», un programma che fa il verso a «Sgarbi quotidiani».
Il Grillo… parlante

L’Unità, 27 gennaio. Servizio su Beppe Grillo alla Stampa Estera. I giornalisti stranieri accreditati in Italia non dimenticheranno tanto facilmente le 2 ore e mezza di conferenza/spettacolo di Beppe Grillo, invitato ieri nella sede della stampa estera. Pare che i circa 70 corrispondenti presenti si siano divertiti parecchio, non dimenticando di trascrivere sui taccuini le battute più divertenti su Berlusconi (soprannominato «il liftato») e la «sua» Mediolanum, su Andreotti e i suoi misteri (racchiusi nella «scatola nera» da recuperare per Grillo nella sua gobba) e naturalmente su Parmalat e dintorni. Cioè sul mondo dei piccoli risparmiatori, semplici impiegati, tranquille casalinghe o vecchi pensionati alle prese con bond e futures.

«Dopo la Parmalat le prossime aziende che salteranno saranno la Telecom, la Fiat e la Benetton che continuano ad emettere bond e azioni ma hanno un debito almeno 9 volte maggiore di quello della azienda di Collecchio». Così all’inizio dell’intervento il comico genovese ha lanciato la sua ultima inquietante «premonizione» sul sistema-Italia. Lo show fa a pezzi il gruppo guidato da Marco Tronchetti Provera («Sta male Telecom, sta male Olivetti, sta male Pirelli»), ma non è tenero neanche con quello di Ponzano Veneto: «Si sono comprati anche Autogrill, poi finalmente qualcuno gli ha detto di concentrarsi sulle magliette».
Tanto per fornire un’istantanea della Penisola, Grillo distribuisce all’entrata un fogliettino con alcune interessanti graduatorie: l’Italia è al ventesimo posto nel mondo per sviluppo umano, al trentunesimo per l’indice di corruzione, preceduta dalla Namibia e seguita dalla Malesia. Ma è chiaro che il chiodo fisso dell’attore è ormai quel mondo della finanza che sta pericolosamente minacciando la vita quotidiana dei cittadini. «Mediolanum è una banca virtuale – declama – che grazie a un accordo con le Poste riesce a vendere i futures ai pensionati. Pare che una vecchietta di 90 anni abbia risposto a un impiegato: futures? Ma io che futuro ho?». E ancora: «L7’Italia è il Paese più vecchio d’Europa. Quando arriveremo all’assicurazione privata per la pensione sarà la fine».

Altro tema ricorrente è l’informazione. «In Italia non c’è parità di informazione tra venditori e compratori – ha detto ancora il comico – i venditori sanno tutto mentre i compratori non sanno nulla. Il nostro sistema economico è una vetrina: entri ma il negozio non c’è». Nella sua requisitoria Grillo ha riproposto molte battute del suo spettacolo teatrale attualmente in scena al Sistina, ma ha aggiunto anche altre nuove «esternazioni/provocazioni». «Il problema dell’informazione scritta è che tutti i giornali sono in mano agli inserzionisti -ha detto- Io non sono per una libertà senza limiti e senza regole, la censura può essere perfino uno stimolo alla creatività, solo che ormai non c’è possibilità di parlare della verità. Purtroppo oggi tutti hanno adottato il motto di Vespa: Chi striscia non inciampa…».
Berlusconi? «All’epoca dei socialisti io sapevo che “Mastro Lindo” era più pericoloso di Craxi, difatti ci siamo ritrovati con Mastro Lindo come premier di governo». Andreotti? «Vorrei che mio figlio non sapesse neanche della sua esistenza». Sulla recente querelle tra Bonolis e Ricci, Grillo si schiera palesemente dalla parte di Mediaset: «Per quanto riguarda Bonolis – ha detto il comico- è un omettino messo lì per fare numero facendo il gioco delle scatole. Ricci, invece, ha un potere di libertà datogli dall’auditel. Certo anche lui ha dei limiti, non può arrivare a più di tanto, ma io tifo comunque per il meno peggio. Preferisco dunque un Canale 5 con Striscia ad un canale senza».

Da Prodigio niente da aggiungere!

La cagnetta doppata
La Repubblica, 29 gennaio. Titolo: Ciclismo, doping; cagna beve da borraccia: corre 3 giorni.
Inquietante testimonianza di un ex ciclista in tema di doping. Gigi Zanchetta, ai vertici delle classifiche agli inizi degli anni ‘60 (si ritirò a 25 anni). In un’intervista al Gazzettino ha raccontato che aveva una cagnetta cui dopo una gara diede da bere l’acqua della borraccia portata a casa dopo una gara e da quel momento la cagnetta corse avanti e indietro senza fermarsi per tre o quattro giorni. “In quel momento capii tutto e decisi: con le corse avevo chiuso. Meglio morire bevendo vino che per il dopingn”. Daccordissimo!

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